L’inizio di questa storia Netflix è tra i più classici: una famiglia si trasferisce in una nuova casa, i figli non sono soddisfatti di questo trasferimento e la nuova dimora ha un segreto che presto verrà svelato. Il regista Christopher B. Landon è noto per le sue horror comedy e questa non fa eccezione. Aspettatevi però meno orrore e molta più commedia.
Una volta arrivato nella nuova casa Kevin (Jahi Di'Allo Winston) viene immediatamente attratto da un bagliore e da dei rumori provenienti dalla soffitta. Ovviamente, spinto dalla sua curiosità, andando a controllare, si trova faccia a faccia con un fantasma (David Harbour). Nonostante l’entità cerchi di spaventarlo, il ragazzo lo filma col proprio cellulare senza alcun tipo di timore; anzi, è proprio divertito dalla sua presenza. Il fantasma verrà battezzato col nome Ernest, per via della camicia che indossa e per il fatto che abbia perso la memoria e non sappia parlare. Le interazioni tra i due vengono immediatamente scoperte dal fratello maggiore di Kevin (Niles Fitch) che riferirà al padre (Anthony Mackie) quanto finora era stato taciuto. Una volta scoperta la verità, Frank - il padre - decide di postare su YouTube il video che aveva fatto il ragazzo durante il primo contatto col fantasma. In men che non si dica la famiglia diviene virale su internet e di conseguenza Frank sembra aver trovato la svolta per poter sbarcare il lunario.
Tra scetticismo e fan, il tutto diviene un fenomeno mediatico che attira l’attenzione della CIA. Le forze dell’ordine intervengono e Kevin con il fantasma sono costretti a scappare. Il ragazzo vorrebbe solo cercare di aiutare Ernest, così da poter fargli tornare la memoria e capire anche chi realmente sia.
Da questo punto in poi possiamo fermarci a riflettere su quanto la tematica principale di tutta la narrazione non sia altro che la famiglia e il rapporto tra genitori e figli. Fin dai primi istanti si vede come si voglia cercare di accentuare l’attenzione dello spettatore sul rapporto che hanno Frank e Kevin. I due non si parlando da un po’, il figlio è un po’ schivo nei riguardi del padre, allo stesso modo il genitore non è in grado di recuperare il rispetto del ragazzo. C’è una barriera tra i due creata dal modo di agire che ha avuto Fran nel corso del tempo. Anche durante il film, il fatto che non voglia aiutare Ernest, ma al contrario voglia solo monetizzare su di lui, farà in modo che Kevin si allontani ancor di più dal padre. Solo alla fine del film l’uomo si renderà conto di non aver agito correttamente e sarà in grado di tornare sui propri passi. Questo è un elemento che possiamo trovare anche nell’insoluto del nostro fantasma, ma evitiamo i troppi spoiler. Basti, però, pensare che il rapporto che si crea tra Kevin ed Ernest è più profondo di un rapporto amicale. I due, infatti, si comprendono pur non avendo necessità di parola.
Un fantasma in casa è una commedia familiare divertente, quando tocca i suoi punti più macabri lo fa con ilarità. Ma non per questo la storia che vuol raccontare non è meno “brutta”. Al contrario, mentre si scava nell’assenza di memoria di Ernest ci si può render conto di cosa sia in grado di fare l’agire umano. L’egoismo ci spinge ad agire senza pensarci neanche due volte. La voglia di avere qualcosa per sé o per chi si pensa di amare ci fa commettere atti orribili, colpe che potrebbero restare sepolte per anni.
Se cercate qualcosa di leggero da guardare con tutta la famiglia, vi consigliamo questo film e di riflettere anche sulle incomprensioni che a volte si creano in casa.
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