Correggendo il racconto di Gianluca, “Il poema dimenticato” mi sono tornati in mente tutti i momenti in cui di prima mattina, nel pieno del dormiveglia, sono arrivate le ispirazioni migliori per la scrittura. In quel mistico ponte tra i due mondi: quello del sogno e quello della realtà, il pensiero razionale è ancora sottile, lasciando trasparire le profondità dell’inconscio che prende parola e parla.
Quella voce, che io sento come profonda e calma, non ha davvero bisogno di noi. È come se parlasse sempre, costantemente, e potessi ascoltarla solo in quei pochi minuti di coscienza non ancora consapevole. Sono frasi veloci, concise che, però, aprono un vero e proprio mondo. Come il verso di una poesia, l’acquarello di un pittore, un accordo preludio di una dolce melodia…
Quella voce, che io sento come profonda e calma, non ha davvero bisogno di noi. È come se parlasse sempre, costantemente, e potessi ascoltarla solo in quei pochi minuti di coscienza non ancora consapevole. Sono frasi veloci, concise che, però, aprono un vero e proprio mondo. Come il verso di una poesia, l’acquarello di un pittore, un accordo preludio di una dolce melodia…