Un parco non molto conosciuto, ma dotato di una sua eccentrica peculiarità. Sarà forse dovuto alle sculture di arte contemporanea?
Villa Glori è situata nel quartiere Parioli, adiacente al Tevere.
Le parti che la compongono hanno la peculiarità di sembrare poco omogenee, tanto che la divisione spaziale interna sembra rispecchiare quella che separa i quartieri di una città.
L’area di riferimento è un piccolo colle, e già all’ingresso sembra doveroso inerpicarsi per scoprire i segreti e le connessioni di questo luogo.
La villa nasce storicamente per l’attività di caccia e di vigna. Questa testimonianza rurale è ancora presente oggi scorgendo la struttura di un casale, il quale rappresenta la costruzione più antica presente in tale luogo.
Non diversamente da molti altri luoghi della capitale, molti elementi permangono come testimonianza della storia. Se solitamente, almeno per quanto riguarda il centro storico, si immagina Roma con le sue glorie antiche risalenti all’impero, a Villa Glori vi si trovano punti commemorativi di eventi risalenti alla storia contemporanea. Possiamo ad esempio considerare una colonna commemorativa eretta in ricordo dello scontro di Villa Glori del 1867. La villa fu teatro di uno scontro fra lo Stato Pontificio e dei volontari italiani. Lo scontro fu uno dei tasselli che portò all’unità d’Italia.
Ma passiamo adesso al lato stravagante della villa, l’area dedicata a una mostra permanente di arte contemporanea, intitolata “Varcare la soglia”. La mostra è scaturita da un’idea di Daniela Fonti, una critica d’arte che alla fine degli anni Novanta cercò di promuovere a Villa Glori l’integrazione tra arte e natura. Le sculture sono singolari e in bella vista, l’area che le ospita le sfoggia con orgoglio. Camminando attraverso il sentiero si notano forme astratte e disparate.
Ci siamo divertiti a lasciar vagare la fantasia immaginando significati lontani dalle forme che abbiamo visto, in particolare i “tondi” di Mauro Staccioli ci hanno ispirato queste riflessioni:
“Questo tipo di scultura circolare, diffusa e reiterata per tutta l’area, rappresenta chiaramente l’immagine reificata di Dio nel mondo contemporaneo. Se nel mondo antico il cerchio rappresentava la perfezione, il cilindro si sostituisce a esso, inglobandone le caratteristiche, ampliandole per il mondo post-moderno. L’effetto della profondità, che può essere solo illusione nella pittura, viene nella scultura concretamente rappresentato occupando spazio fisico. Questa scultura in particolare mostra l’esigenza contemporanea di un demiurgo che non sia più avulso dal mondo, ma che con una presenza tangibile, riesce a significare l’intorno. Non a caso questa serie di sculture è su una vetta significativa del parco, di fianco alla piazza di un monumento commemorativo dei caduti”.
E quindi che ci fate ancora fermi? Andate a visitare Villa Glori!
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