Era sera, la luce del sole era ormai svanita, lasciando spazio alle numerose stelle che si presentavano sulla via lastricata che si allontanava dal castello del re.
Il musicista che si era appena esibito per il diletto del sovrano, percorreva soddisfatto con la sua paga il tragitto che lo avrebbe ricongiunto alla sua abitazione. Ferme e statutarie, vi erano due guardie che si profilavano all'orizzonte sui lati della strada, esse erano rivestite da armature pesanti recanti lo stemma del regno ed equipaggiate con mazze chiodate. Nel momento in cui il musicista raggiunse i due figuri, questi ultimi si mostrarono contrariati e infastiditi. Uno dei due asserì al musicista con tono aggressivo, che non avrebbe dovuto percorrere la strada a quell'ora. Il musicista consapevole del divieto, chiarì che si era appena esibito per il sovrano e che dopo una giornata passata in città, necessitava di tornare al suo villaggio, dato che i prezzi delle locande presenti in città erano più alti del guadagno giornaliero del musicista. Mentre l'altra guardia continuava a guardare silenziosamente la scena, l'altra sfoderò l'arma minacciando il musicista di dargli tutti i suoi denari, esclamando: "Così la prossima volta ci pensi due volte a percorrere la strada esterna alla città fuori dall'orario previsto", apostrofandolo con insulti e minacce di morte. Il musicista adirato, consegnò i suoi denari e tornò a casa stanco e spaventato. Il giorno successivo non fece altro a pensare a quell'evento spiacevole, ciò influì pesantemente sulla sua creatività. Doveva comporre una nuova melodia, con la quale avrebbe rivaleggiato con tutti i musicisti del luogo per ottenere un impiego fisso presso il teatro cittadino, e una somma che gli avrebbe permesso di stabilirsi definitivamente in città. Non riusciva tuttavia a stare tranquillo, il volto di quel soldato era rimasto impresso nella sua mente e nei suoi incubi. Capì che prima di tutto avrebbe dovuto impedire che ciò potesse accadere nuovamente. Il musicista era molto apprezzato dagli abitanti del villaggio, a cui raccontò con rabbia l'episodio che dovette subire. Passarono alcuni giorni, e una sera quella guardia si presentò al suo villaggio a difesa dell'ingresso.
Gli abitanti del villaggio si riunirono in gruppo e marciarono contro l'individuo in segno di protesta, urlando contro la guardia che nessuno di loro si sentiva al sicuro con un ladro come guardia al villaggio. Il soldato carico di rabbia si scagliò contro la folla, e iniziò a colpire alcune persone. La folla, orripilata dalle azioni della guardia, si scagliò contro il soldato, e alcuni civili rimasero feriti sotto i colpi della sua arma. Il soldato non aveva intenzione di placare la sua ira, ma la folla pur non essendo armata riuscì a bloccare il soldato per via della superiorità numerica. Una volta immobilizzato dagli abitanti, fu chiamato il capo del villaggio per decidere sul suo fato. Fu allora chiamato il musicista tra la folla e gli si chiese con cosa sarebbe dovuto essere punito il soldato. Il musicista con un ghigno si avvicinò al soldato e lo schernì pesantemente davanti agli occhi di tutti. Il volto del soldato si fece scuro e muto quando il musicista decretò che la giusta punizione fosse la morte.
Raccolse da terra la mazza del soldato e fece finta di colpirlo, soltanto per spaventarlo. Sorridendo si rettificò dicendo che non sarebbe necessaria la morte, ma avrebbe dovuto essere imprigionato in una zona visibile così da essere d'esempio per tutti quelli come lui.
All'Alba fu dunque caricato su un carro, e una volta raggiunta la Corte del re, il capovillaggio e il musicista raccontarono dell'accaduto. Il re costernato, imprigionò la guardia e fece arrestare anche il soldato presente la sera in cui il musicista fu derubato. Il musicista passò il giorno ispirato per le vie della città, stendendo creativamente le note sui suoi spartiti. Si stabilì la sera nella locanda più bella della città, il soggiorno gli era stato offerto dal re come premio per aver fatto arrestare delle guardie che non meritavano di essere tali. Fece sentire la melodia composta agli ospiti della locanda, che ascoltarono stupiti ed estasiati il suono di quelle note.
Al musicista non importava più dell'esito del concorso al quale avrebbe dovuto partecipare a breve, era già soddisfatto nel vedere tutti quei volti rapiti dalla sua composizione. Quella stessa musica fu inoltre catartica per la soluzione del suo trauma, cancellando dalla sua mente il volto ostile di quel soldato. Il resto è un'altra storia.
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