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mercoledì 1 maggio 2024

#The Beatles: Happiness is a warm gun

Immagine presa da Pinterest
La facciamo la battuta di black humour? Iniziamo proprio alla grande questo articolo? Ma sì, dai. Chissà se John Lennon, quando ha scritto “Happiness is a warm gun” aveva un sentore che in un qualche modo questo brano avrebbe avuto a che fare con la sua morte.

Squallide burle a parte, “Happines is a warm gun” è uscita nel 1968 per l’album “The Beatles”, meglio conosciuto come: “The White Album”.
Anche se è una canzone scritta da John Lennon, alla sua firma si aggiunge quella di Paul McCartney.

Possiamo considerarla come la prima canzone antiguerra di John, che poi darà la luce la più iconica e meno ironica “Imagine”. C’è da dire che, come sempre quando si tratta della penna di John, una frase non ha un unico significato, ecco perché la traduzione sarà piuttosto difficoltosa.

mercoledì 17 aprile 2024

#TheBeatles: I saw her standing there

Prima c’era il silenzio, poi è arrivato il 1963”. Partono le prime note di “I saw her standing there” ed è così che i Riding Sixties hanno dato il via al loro concerto, il 22 marzo come quinta tappa del festival romano “Come un’armonia”.


Da beatlemaniaci quali siamo, troviamo spesso scontato come i Beatles abbiano rivoluzionato la cultura pop partendo proprio dalla musica. forse non ce ne rendiamo effettivamente conto, un po’ come non stiamo troppo a riflettere sul sole e sul fatto che il suo esistere dia vita a tutti noi.

La canzone di cui parliamo oggi, “I saw her standing there”, appunto, è la spartiacqua della civiltà prima e dopo i Beatles. È uscita nel 1963, come primo brano per il loro album di esordio “Please Please Me”, ma in realtà è stata scritta molto prima, da un adolescente Paul McCartney che poi l’ha presentata a un altrettanto adolescente John Lennon per lavorarla insieme. È questo a essere incredibile: erano solo adolescenti.

Per chi ama le fan fiction: qui trovate un extra di Penny Lane, proprio su questo brano.

mercoledì 3 aprile 2024

#TheBeatles: Magical Mystery Tour - Il film

Dopo “A Hard Day’s Night” e “Help!”, eccoci qui a parlare del film di Magical Mystery Tour.

Durante la visione di questo film aspettatevi di tutto, ma soprattutto un trip immenso e di non capire minimamente quel che sta accadendo.

Eppure, se dovessimo decidere quale pellicola preferiamo tra tutte quelle nella filmografia dei Beatles, diremmo proprio “Magical Mystery Tour”.

mercoledì 20 marzo 2024

#TheBeatles: Here Comes The Sun

Immagine presa da Pinterest
Siamo un team che non crede nelle coincidenze e questo è un pensiero che facciamo nostro nel quotidiano, visto che ci affidiamo al flusso degli eventi.

Chi sta scrivendo questo articolo lo sta facendo in data lunedì 19 febbraio, quando guardando il calendario della programmazione, si è ritrovata a dover fare un articolo sui Beatles per il 20 marzo, data in cui effettivamente è online.

Non avendo idea su cosa scrivere, ha deciso – come sempre – di far partire la riproduzione casuale della playlist “The Beatles” ed è partita “Here Comes The Sun”.     
Quale canzone migliore, in effetti, per dare il giusto inizio alla primavera?


“Here Comes The Sun” è un brano di George Harrison, pubblicato nel 1969 per l’album “Abbey Road”.

mercoledì 6 marzo 2024

#TheBeatles: And I love her

Foto presa da Pinterest
Se “Something” è la canzone d’amore per eccellenza, scritta da un più maturo George Harrison, “And I love her” ha una sua lettura altrettanto romantica, quanto più giovanile, ingenua, quasi fanciullesca.


È contenuta nell’album A Hard Day’s Night del 1964 e anche questa ha i crediti Lennon/McCartney, ma è stata scritta dal secondo, in riferimento alla sua storia d’amore con Jane Asher.

mercoledì 21 febbraio 2024

#TheBeatles: In Spite Of All The Danger

Continuiamo a scrivere dei Beatles, anche se… stavolta non proprio di loro. Quasi, ma non proprio.

C’entra John, c’entra George così come c’entra Paul, ma di Ringo nemmeno l’ombra. I Beatles non sono nemmeno i Beatles e nessuno li conosce, a parte qualche gatto a Liverpool e dintorni.

mercoledì 31 gennaio 2024

#TheBeatles: The End

Immagine presa da Pinterest
Dopo “Golden Slumbers” e “Carry That Weight” non poteva di certo mancare un articolo dedicato a “The End”, ultimo brano del medley composto anche dai primi due.

Il tutto è contenuto nell’album “Abbey Road” del 1969.

Il brano è molto corto, eppure secondo noi racchiude il Tutto dell’Universo.
Probabilmente non sapremo mai quale sia il suo reale significato, cosa passasse nella mente di Paul mentre scriveva quelle parole, ma è vero che è una canzone che si trova bene anche nella nostra vita e in effetti acquisisce valore differente per ogni passaggio importante.

Possiamo dedicarla alla fine di un rapporto, di un lavoro, ma anche di una parte di noi stessi quando cresciamo...

mercoledì 17 gennaio 2024

#TheBeatles: Carry that weight

Immagine presa da Pinterest
Carry that weight” è la canzone che parte subito dopo “Golden Slumbers”, formando una sorta di brano unico insieme a “The End”.

Le tre, con gli accrediti Lennon/McCartney, sono contenute nell’album Abbey Road del 1969.

Ma adesso andiamo a vedere il suo significato, seguendo per lo più le parole di Paul, perché sul web ne girano parecchi.

C
’è anche da dire, però, che forse il significato dietro questa canzone è un insieme di tutte le voci che girano: la pesantezza nei loro animi dopo la morte di Brian Epstein, la droga che diventa come un quinto Beatle, pronta però a distruggere quella che è la loro determinazione e a rendere tutto più... pesante.

mercoledì 3 gennaio 2024

#TheBeatles: Golden Slumbers

Oggi torniamo ad analizzare una canzone dei Beatles. Lo facciamo con una celebre, anche se si parla poco della storia dietro questo brano.

Golden Slumbers” è una canzone McLennon – nel senso che i crediti sono Lennon/McCartney – presente nell’album del 1969 “Abbey Road”.

Per capire meglio il senso di questa canzone vi consigliamo di leggere anche l
’articolo dedicato alla biografia dello stesso Paul, o di recuperare gli articoli dedicati ai brani The long and winding road, Oh, Darling! o Let it be” che ben fanno capire come si sentisse McCartney in quel periodo.

Qui non ne parleremo in modo più approfondito perché rischieremmo semplicemente di ripetere sempre le stesse cose.

mercoledì 29 novembre 2023

#TheBeatles: Now and then

Vi siete ripresi? Noi no. Piangiamo dal 2 novembre 2023: quando l’ultima canzone dei Beatles, “Now and then”, è stata rilasciata al mondo intero. Ultima. Canzone. Dei. Beatles. Non riusciamo neanche a capacitarci di come sia stato possibile, ma tant’è. Eccoci qui. A parlarne.


Ora, l’emotività gioca senz’altro dei brutti scherzi, e conoscendo la storia dei quattro di Liverpool non siamo riusciti a non pensare che questa sia una canzone scritta da John con il desiderio di tornare a lavorare assieme a Paul, George e Ringo. Più con Paul. E non solo per lavorare.

Vi spiegheremo tutto dopo aver letto e tradotto il brano, per ora basta pensare che “now and then” vuol dire “ogni tanto”, “occasionalmente”; ma, a seconda dei contesti, può significare anche “d’ora in poi” e “prima o poi”. Conoscendo la scrittura di John Lennon, sappiamo che amava tantissimo giocare con le parole e i doppi sensi, quindi abbiamo cercato di dare un senso più lennoniano possibile al brano.

mercoledì 15 novembre 2023

#TheBeatles: The long and winding road

Ora basta. È da troppo tempo che non parliamo di McLennon tra fan-fiction o canzoni dedicate alla loro relazione. Bisogna rimediare e affrontare il testo di “The long and winding road” crediamo sia il degno modo per ritornare sull’argomento.


La pubblicazione del brano è del 1970, contenuto nell’album “Let it be”.     
Ora, proveremo comunque sia a non dare per scontato nulla, dando la precedenza a quanto detto dallo stesso Paul McCartney sul significato delle parole, ma andiamo, che la canzone sia dedicata a John Lennon è più che palese.
 
Nel caso il pensiero dei due vi faccia risentire, vi intiviamo a immaginare una qualsiasi relazione complicata, amore o amicizia non ci interessa più di tanto.

mercoledì 1 novembre 2023

#TheBeatles: Within you without you

Oggi parliamo di un brano dei Beatles composto da George Harrison e presente nell’album Sgt. Peppers’ Lonely Hearts Club Band (1967):
Within you without you.
L’anno precedente, nell’album Revolver, è presente il brano “Love You To”, sempre di Harrison, che riprende gli schemi della musica indiana; questo, quindi, è il suo secondo esperimento, forse più approfondito in quanto lo registra senza gli altri componenti del gruppo, aiutato solo dai membri dell’Asian Music Circle.

Poco prima delle registrazioni, George aveva passato sei settimane in India, assieme al maestro Ravi Shankar e questo gli ha dato modo di immergersi completamente nella filosofia Indù e negli insegnamenti dei Veda.

Musica e testo, quindi riflettono la grande devozione spirituale di George e di sicuro confermano un cambiamento di rotta (sia di pensiero che di scrittura) rispetto agli altri Beatles.

mercoledì 4 ottobre 2023

#TheBeatles: I'll follow the sun

Ringraziamo le segnalazioni che ci aiutano nel complicato processo di scegliere la canzone di cui scrivere, perché è vero che vogliamo parlare di tutte, ma è anche vero che essendo Pesci è dura prendere una decisione.


Così oggi è la volta di “I’ll follow the sun” canzone dei Beatles, scritta da Paul McCarney – che al solito è firmata assieme a John Lennon – del 1964 contenuta nell’album “Beatles for Sale”.

Ve ne parliamo, al solito, mischiando le nostre sensazioni alle parole dello stesso Paul anche se poi vedrete che non si differenziano più di tanto. 

Ci sono volte in cui siamo davvero curiosi di un vostro parere e oggi è una di quelle volte, percui non esitate a lasciare un commento.

Bene, ora possiamo iniziare sul serio.

mercoledì 6 settembre 2023

#TheBeatles: I've got a feeling

Oggi non faremo finta di mettere in dubbio che la canzone di cui parleremo abbia riferimenti alla McLennon, perché crediamo che “I’ve got a feeling” sia l’inno della McLennon, al pari di “Two of us”. Se la seconda, però, racconta di un amore che dall’adolescenza arriva fino all’età adulta, la prima è letteralmente l’insieme delle emozioni di Paul McCartney e John Lennon e di come sia stato il grande sentimento che li univa (decidete voi se rimane confinato all’amicizia o no) a mandarli avanti, nonostante tutto.


Questa canzone è un matrimonio riparatore tra la mia I’ve got a feeling e un pezzo scritto da John dal titolo Everyone had a bad year”, così descrive il brano lo stesso Paul, spiegando poi quanto sia stato più facile lavorare con John. Erano il giorno e la notte, il sole e la luna, ogni loro pezzo era inevitabilmente smussato e modificato dall’altro, creando qualcosa che ancora adesso è leggendario.

Ora che continuo a scrivere le mie canzoni da solo, sono ancora molto consapevole del fatto che lui non è con me, ma dopo tutti questi anni lo posso ancora sentire che mi sussurra qualcosa all’orecchio. Penso spesso, col senno di poi, a cosa John avrebbe detto di un brano […] o che cosa avrebbe detto con parole diverse; e così a volte cambio le mie.

Un rapporto non comune, in qualsiasi modo voi vogliate metterlo. Vedendo il docu-film Get Back, infatti, notiamo come nonostante l’allontanamento i due si siano sempre supportati, aiutandosi nei momenti di stallo e cercandosi in quelli del bisogno.

“Ive got a feeling è presente nell’album “Let it be” del 1970, quello che ha sancito la fine dei Beatles come gruppo, ma che di sicuro li ha consacrati tra le band immortali.

mercoledì 9 agosto 2023

#TheBeatles: Helter Skelter

Come detto nell’articolo dedicato, il White Album (1968) ha segnato una vera e propria svolta nella storia della musica internazionale e forse per via della canzone Helter Skelter che ha sancito l’inizio del genere heavy metal.
Iniziamo con una piccola curiosità sull’origine di questo capolavoro, dal significato ancora discusso. Paul McCartney – autore del brano – aveva appreso una dichiarazione di Pete Townshend (leader e chitarrista dei Who) secondo il quale il gruppo aveva appena registrato “il più assordante e sporco rock’n’roll mai concepito”.
Così il giorno dopo Paul entra negli studi di Abbey Road con una sfida: mandare in rosso il livello del volume e vedere quanto potessero essere rumorosi e aggressivi i Beatles.

Non serve fare spoiler, sappiamo chi ha vinto questa gara, e lo sa anche Pete che ha accettato umilmente – e molto probabilmente anche con una risata – la “sconfitta”.     
Come tutte le battaglie, però, anche i vincitori hanno le loro perdite, in questo caso le dita di Ringo che nelle ripetute registrazioni ha preso fin troppo alla lettera l’essere rumoroso e aggressivo. Nella traccia scelta per la pubblicazione si sente distintamente il suo urlo finale: “I got blisters on my fingers!” (trad. “Ho le vesciche sulle mie dita!”)


Ma di cosa parla il testo? Andiamo ad analizzarlo, seguendo come guida proprio le parole di Paul.

mercoledì 12 luglio 2023

#TheBeatles: Octopus's Garden

Nessun errore grammaticale, il titolo della canzone è questo e ce lo teniamo. E per ridere, vi citiamo un discorso tra Frè e Silvia:

Frè: Ma come parlavano quei quattro ad Amburgo? Già inglese? L’inglese era già così conosciuto?
Silvia: Beh, Paul ha detto che parlavano tedesco perché lui lo sa parlare.
Frè: Come sa parlare l’inglese?

Comunque, oggi vi parliamo di Octopus’s Garden una canzone dei Beatles scritta da Ringo. E no, non stiamo scherzando, è proprio scritta da Ringo, con l’aiuto di George Harrison. Quest’ultimo la definì molto profonda, aggiungendo che Ringo sapeva scrivere “canzoni cosmiche” senza rendersene conto.

Il brano esce nel 1969, nell’album Abbey Road e col senno di poi, dopo aver visto anche il docu-film Get Back, siamo molto d’accordo con George. 

mercoledì 14 giugno 2023

#TheBeatles: Across the Universe

Dopo aver analizzato canzoni “semplici” dei Beatles, ci sembra il caso di alzare l’asticella e tornare a ciò che più ci piace: la via difficile. Abbiamo scelto la canzone alla quale siamo più legati; sarà perché è la sigla di Apollo Station, il nostro programma su RadioSapienza (che potete seguire su Twitch o YouTube), sarà perché amiamo il film e musical omonimo del 2007 con protagonisti Jim Sturgess ed Evan Rachel Wood, sarà semplicemente che amiamo i testi introspettivi e criptici di John Lennon… la verità è che non ci interessa sapere la ragione che ci ha portati, oggi, ad analizzare “Across the Universe”, dei Beatles.

Il brano viene pubblicato per la prima volta nell’album “No One’s Gonna Change Our World” al quale parteciparono molti artisti dell’epoca; uscito nel dicembre 1969, aveva lo scopo di fare una raccolta di beneficenza.
La seconda pubblicazione è del maggio 1970, con la band ormai sciolta, per il loro ultimo album: “Let it be”.

Piccola curiosità: “Across the Universe” è l’unica canzone che l’essere umano ha trasmesso per l’Universo. Ancora adesso viaggia tra le costellazioni, chissà che qualche vita in qualche altra galassia non abbia la fortuna di ascoltarla.
 

mercoledì 31 maggio 2023

#Racconti: Voglio scrivere di noi due

Attenzione: questa è una fan-fiction McLennon. Anche se non è necessario, si consiglia prima la lettura dell’articolo su “Two of us”. 

mercoledì 17 maggio 2023

#TheBeatles: Here, There And Everywhere

Paul McCartney definisce “Here There And Everywhere” come la sua canzone preferita in assoluto tra tutte quelle che ha scritto, e sinceramente non potremmo essere più in daccordo di così.
O meglio, ci sono altri testi di Paul che meritano tanto, ma questa crediamo sia di un altro livello.

Anche noi, cinici e razionali quando si tratta di sentimenti, sappiamo che la semplicità racchiude in sé tutte le qualità del vero amore. Come già spiegato in “Something”, quando si ama non si può sapere il perché, visto che se analizzassimo con la ragione un qualsiasi tipo di rapporto, questo non sarebbe più amore.

Allo stesso modo nel testo di questo brano del 1966, contenuto nell’album “Revolver” dei Beatles, ecco che l’amore pervade l’intero spazio-tempo; Paul lo descrive come l’energia totalizzante che avvolge il tutto, bisogna solo saperla scorgere. 

mercoledì 19 aprile 2023

#TheBeatles: Julia

Forse non c’è tanto bisogno di fare un articolo sul significato di questa celebre canzone dei Beatles, perché per quanto John Lennon fosse amante del criptico, poco di questi versi rimane ancora oggi un mistero.

Un mese fa abbiamo parlato di “Girl” e “Woman”, ora con “Julia”, diamo un nome a questa figura femminile nella mente di John Lennon. Chiudiamo, forse, il capitolo sui traumi che la madre gli ha inflitto fin dalla nascita.

Con questo non vogliamo, ovviamente, dare nessuna colpa a Julia, solo sperare di far capire quanto possa essere complessa la figura di John, forse il membro dei Beatles più ingiustamente accusato di misoginia.