“Sto dormendo o sono sveglio? Questo è un ricordo o la realtà? Comprendo, nel limite entro cui mi è concesso comprendere. Muovo le mie pinne dove mi sento più al sicuro, dove posso trovare nutrimento. Ho già dimenticato, ma il presente mi sembra così naturale che non è un problema perdere il passato.
Il problema è che forse ora ho capito, quello sono io. Intendo quel riflesso che talvolta vedo oltre le mura che mi contengono, che delineano l’intero mio mondo di pace. Sì ma cosa devo fare? Nelle mura di vetro non so se posso trovare questa risposta. Ma oltre, le mura? No… è troppo rischioso. E poi non è neanche detto ci sia una risposta fuori dall’acquario. Esistono miei simili? Ogni tanto qualcuno mi lascia del cibo, ma non capisco come mai. Non capisco neanche perché mi tenga qui”.
Un respiro profondo, affannato, tipico di chi ha fame d’aria, squarcia la notte. È stato un sogno o un ricordo? Questo non lo so, ma è sicuro che stanotte farò fatica a riaddormentarmi di nuovo.
“I corpi si susseguono l’un l’altro negli eoni
come contenitori contemporanei dell’essenza
per mascherare in innumerevoli incarnazioni
l’intuizione originaria che diede vita alla mia esistenza”.
(Gianluca Boncaldo, Incarnazioni)
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