Giovedì 16 marzo 2023, presso la Sala Stampa della Camera dei Deputati, Vincenzo Zingaro è stato insignito del riconoscimento istituzionale della Camera dei Deputati per il suo trentennale di carriera. Il regista, attore e drammaturgo ha, infatti, celebrato i trent’anni di attività come direttore artistico della Compagnia Castalia e del Teatro Arcobaleno (Centro Stabile del Classico).
Erano presenti all’evento, per congratularsi con lui: il Presidente della Commissione Cultura della Camera Federico Mollicone; Giovanni Antonucci, storico e critico teatrale; Enrico Bernard, autore teatrale, critico e docente di teatro; Vito Bruschini, scrittore e critico teatrale; Caterina Pentericci, docente e ricercatrice in lingua e letteratura latina dell’Università di Urbino. Hanno inviato i loro messaggi di saluto il Ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano e il Sottosegretario alla Cultura Vittorio Sgarbi. In conclusione si sono accodati anche amici e colleghi di Zingaro per ringraziarlo del lavoro compiuto in questi anni.
Il teatro classico, per dichiarazione dello stesso Vincenzo Zingaro, è un luogo pedagogico attraverso il quale può formarsi il futuro delle nuove generazioni. Attraverso la ricerca delle radici, infatti, è possibile comprendere il presente e interpretare l’evoluzione del domani. L’invito del regista è quello di vivere il teatro classico nella sua contemporaneità perenne proprio per il valore civile e sociale che è intrinsecamente connesso ai suoi valori morali. Del resto, le grandi opere greche servivano proprio per poter educare il popolo. Commedia e dramma si univano per poter narrare la caducità della vita umana e anche le complesse situazioni che talvolta caratterizzano il vivere del cittadino.
“Quelle generazioni che hanno affollato, e ancora affollano, il Teatro Arcobaleno scoprendo, grazie ai classici del passato e al talento degli interpreti, quanto ricca sia la nostra storia, quanto contemporaneo e attuale sia il teatro classico”
- Gennario Sangiuliano, Ministro della cultura
Celebrare, soprattutto dopo gli anni della pandemia, una delle nostre eccellenze è sia un onore che un dovere. Il drammaturgo si è distinto proprio per la sua originalità, l’estro e il rigore del suo percorso artistico. Ha trasformato, quindi, il Teatro Arcobaleno, in un vero e proprio polo attrattivo per tutti gli studenti liceali del territorio romano. Ma ha partecipato anche a festival importanti in grado di riportare in vita i teatri in pietra come quello di Taormina. Un’attenta rivalutazione anche dei luoghi archeologici del nostro paese, in un connubio che riesce a far trionfare il patrimonio culturale che l’Italia possiede. Lo stesso Sottosegretario Vittorio Sgarbi non ha potuto fare a meno di sostenere l’attività dell’autore: “Zingaro rientra di merito nell’illuminata élite di artisti che plaudono all’autenticità, indipendentemente dalle mode che guardano di frequente e con sprezzo al passato… Non posso dunque che apprezzare e sostenere, specialmente nel ruolo di Sottosegretario alla Cultura, l’ingegnoso lavoro che Zingaro conduce da anni, restituendo al teatro la sua natura più autentica, sedotta dalla sacralità delle origini all’epoca di nuovi riti”.
È dal 1992 che Zingaro lavora con l’associazione Castalia, proponendo un progetto tutto nuovo: “Rievoca le nostre comuni radici culturali e il ‘lo rosso’ che unisce la civiltà europea. Un progetto che si è fortemente distinto nel panorama nazionale, ottenendo notevoli riconoscimenti, con cui è riuscito a coinvolgere centinaio di migliaia di giovani, dando vita al Centro Stabile del Classico, svolgendo un ruolo di preminente interesse culturale e sociale a favore delle nuove generazioni” ha dichiarato Federico Mollicone, Presidente Commissione Cultura della Camera dei deputati.
L’invito è, dunque, quello di correre a riscoprire le nostre radici recandoci al Teatro Arcobaleno per la prossima opera che sarà in scena: Le Nuvole di Aristofane. Un’opera che si pone come un tuffo nell’immaginario giocoso e infantile, nella distesa di immensi paesaggi assolati, nel bagliore caldo delle fiaccole notturne, nell’incanto di un mondo dove tutto si dispone in un’armonica composizione. Aristofane, nella sua opera, condanna l’arroganza e la bizzarria intellettuale del personaggio Socrate, facendone il simbolo di una cultura emergente e pericolosamente relativista e sovvertitrice, quella dei sofisti. Sono trascorsi 2400 anni dalla prima rappresentazione de Le Nuvole, avvenuta nel 423 a.C. ed è impressionante quanto quest’opera riesca a conservare intatta e attuale la forza del suo messaggio.
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