Un ignaro studente, in procinto di laurearsi, si reca presso la segreteria universitaria per risolvere un problema riguardante il suo piano di studi. Dopo una lunga fila, arriva il suo turno, ma l'accoglienza non è affatto calorosa. Senza neanche chiedere lui alcuna informazione, la segretaria inizia a rimproverarlo.
Segretaria: "Senta, a lei mancano due crediti in competenze informatiche."
Studente: "Proprio per questo motivo, ho mandato una mail con tanto di documentazione, in cui spiego che non li avete assegnati, ma che comunque li ho ottenuti."
Ascoltando la risposta del malcapitato, la segretaria scoppia in una risata malefica.
Segretaria: "Lei davvero crede che la burocrazia sia un gioco?"
La faccia della segretaria inizia a mutare espressione, come se stesse per essere posseduta da un'entità ignota.
Segretaria: "Lei non ha idea del piano superiore, della mente che coordina tutto ciò. Pensa che basti cliccare un pulsante per risolvere il suo problema."
Studente: "... tutto molto esoterico, ma io devo laurearmi e voi avete riconosciuto in maniera errata quei crediti, che si riferiscono chiaramente alle abilità informatiche."
Segretaria: "Allora non vuole proprio comprendere il problema. Mi dica, risveglierebbe mai Azathoth dal suo lungo sonno? Capisce quanto siano futili i suoi problemi se rapportati all'ordine cosmico."
Studente: "Si ok, ma io come mi laureo?"
Segretaria: "Ma possibile che voi studenti arrivate qui solo con quest'unico problema? Non lo avete ancora capito che l'entità burocratica affonda le radici nelle origini dell'uomo? Dirmi che devo sistemarti quei due crediti è come andare dal tuo professore di storia contemporanea e chiedergli di impedire l'Olocausto. È già avvenuto, non è possibile."
Studente: "Non le sembra di esagerare, signora?"
Segretaria: "Allora non ha ancora capito! Lasci che le mostri il piano penta-dimensionale!"
La segretaria inizia a recitare sottovoce parole incomprensibili, il cielo si tinge di rosso e dei tentacoli sbucano dal terreno, afferrando lo studente e trascinandolo nei più profondi abissi, ove tempo e spazio divengono categorie superflue.
"Burocrazia, o burocrazia,
quel giorno maledetto sia.
Degli inferi mimate la forma,
nel mondo propagate la vostra orma,
voi, carte detentrici di potere,
tragedia! Imponete austere.
La follia del razionale
sarebbe idiozia in un mondo normale."
(Gianluca Boncaldo, "Burocrazia")
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