Da vere e proprie fan del significato dietro questo album: “lascia che sia, vai avanti”, facciamo affidamento su tutta la nostra forza per scrivere dell’ultimo album dei Beatles: “Let it be”, appunto.
Parlare di questo album è un po’ riassumere gli articoli sulle tre parti di Get Back, ma ci proveremo lo stesso.
“All’epoca avevo Yoko e mi facevo trascinare. Ero anche fatto tutto il tempo. Non me ne fregava più niente di niente. E neppure agli altri.”
-John Lennon
Nel gennaio del 1969 i Beatles si ritrovano negli studi della Apple in Savile Row. George Harrison è appena tornato dopo qualche giorno di assenza, non sopportando di lavorare sotto pressione. È proprio Paul McCartney che spinge per tornare a fare un grande live, bisogna solo trovare la location più adatta.
Dopo vari giorni, i Beatles si esibiscono sul tetto degli studi, in quello che è il loro concerto più iconico.
La loro ultima registrazione agli studi di Abbey Road è del 3 gennaio 1970, ma John Lennon è assente: è in vacanza in Danimarca. I tre rimasti completano quindi “Get Back” e “I Me Mine”.
Quando il 6 marzo esce “Let it be” come singolo, i Beatles sono già emotivamente sciolti, tanto che tutti e quattro cominciano a programmare le loro carriere soliste.
“Io ero assolutamente d’accordo a coinvolgere Phil. Tra l’altro aveva passato un brutto periodo, aveva smesso di fare musica e stava cercando di rientrare nel giro. Mi è sembrato un modo per aiutarlo a rimettersi in piedi.”
-George Harrison
“Allan Klein ha deciso - forse dopo aver consultato gli altri ma di sicuro non me – che Let It Be sarebbe stato riprodotto su disco da Phil Spector. Così adesso avevamo un ‘riproduttore’ anziché un produttore, e lui ha aggiunto tutto. Non credo che questo l’abbia reso il peggior disco di sempre, ma non andava bene che qualcuno mettesse le mani nei nostri album senza che uno di noi ne sapesse niente.”
-Paul McCartney
L’album esce l’8 maggio, i ritratti dei quattro presenti sulla copertina sono stati realizzati da Ethan Russell. Fino a novembre assieme all’album è venduto un cofanetto con un libretto da centosessanta pagine con immagini e testi.
Qualche settimana più tardi esce al cinema il film Let It Be, diretto da Michael Lindsay-Hogg che racconta le prove delle canzoni negli studi Twickenham a gennaio 1969. Il film vince l’Oscar come Migliore colonna sonora originale.
“Credo che a quel punto fossero tutti un po’ stufi di noi, perché eravamo lenti e facevamo un sacco di discussioni su ogni cosa.”
L’album raggiunge da subito la prima posizione nella classifica britannica, rimanendoci per sole tre settimane. In America rimane al primo posto per quattro settimane. Raggiunge la prima posizione anche in Norvegia, Paesi Bassi, Australia e Canada. La terza in Svezia e Giappone, mentre la quinta in Francia.
Il lato A dell’album contiene le tracce McLennon: “Two Of Us”, “Dig A Pony”, “Across The Universe”, “Let It Be”; la traccia Harrison: “I Me Mine”, la traccia McLennon/Harrison/Starkey “Dig It” e l’arrangiamento dei quattro di una canzone tradizionale: “Maggie Mae”.
Il lato B dell’album contiene le tracce McLennon: “I’ve Got A Feeling”, “One After 909”, “The Long And Winding Road”, “Get Back”; la traccia Harrison: “For Your Blue”.
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