mercoledì 29 giugno 2022

#TheBeatles: Abbey Road

È di sicuro la copertina più conosciuta al mondo, cover di un album storico, così importante per il panorama musicale che non crediamo esistano aggettivi per descriverlo.
Nello scrivere questo articolo siamo divise a metà: da una parte entusiaste, perché profondamente legale alle tracce qui presenti, dall’altra tristi perché il nostro percorso tra gli LP dei Beatles sta giungendo al termine.
Abbey Road” va conosciuto, studiato, amato. Crediamo che nessuno può dirsi amante della musica, della storia contemporanea o della cultura pop se non conosce e apprezza i Beatles, o non abbia – almeno – nella sua collezione questo album.    
Anche perché, diciamoci la verità: tutti hanno ascoltato più di una volta nella loro vita le canzoni qui presenti. Inoltre non è tanto facile – ancora oggi – avere album che sappiano collegare i brani in maniera così armonica e perfetta come succede in questo album.

“Dopo l’incubo di Let It Be, Abbey Road è venuto bene. Il lato B è geniale. Dalle ceneri della pazzia, quell’ultima sezione per me è tra le cose migliori che abbiamo creato.”

- Ringo Starr

Le registrazioni di Abbey Road procedono in contemporanea a quelle di Let It Be, che sarà poi l’ultimo album dei Beatles. Iniziano a lavorarci nel gennaio 1969, ma è solo da luglio che si concentrano alla registrazione vera e propria dell’album.
Nel gennaio 2022 Disney+ ha messo nella sua piattaforma Get Back, il docu-film diviso in tre parti (prima parte, seconda parte, terza parte) che racconta il mese di gennaio dei quattro, quando cominciavano a studiare le canzoni e progettavano il loro ultimo live: lo storico concerto sul tetto degli studi della Apple, in Savile Row.
Poco prima hanno dovuto affrontare la decisione di George Harrison di lasciare la band, ma di questo non parleremo in questo articolo, perché lo abbiamo già fatto in precedenza, proprio in quelli dedicati a Get Back.

“All’epoca non pensavo che sarebbe stato l’ultimo album dei Beatles, ma si sentiva che eravamo vicini alla fine. C’erano un sacco di altre cose da fare per riempire i vuoti. Di sicuro non sentivo la mancanza del gruppo.”

- George Harrison

A differenza degli anni precedenti, i Beatles sembrano più divisi, forse perché l’età adulta sta decidendo per loro e li sta portando a prendere strade diverse. George vorrebbe intraprendere anche una carriera solista, dover poter esprimere se stesso senza dover chiedere il permesso agli altri, mentre John e Paul devono pensare anche ai problemi fiscali della loro società e dell’etichetta Northern Songs Ltd.     
Tra questi problemi e le loro vite private, i Beatles si prendono una pausa nel mese di giugno, per tornare a luglio fino al 20 agosto 1969, data storica, perché segna la fine delle sessioni per Abbey Road ed è anche l’ultima data in cui i quattro hanno suonato e cantato insieme, anche nel “privato” degli studi di registrazione.

“Ricordo che eravamo nello Studio 3 e ho detto: ‘Perché non lo chiamiamo Abbey Road e non ci mettiamo una foto di noi sulle strisce pedonali qui fuori?’ È stato semplicissimo. Per chiunque non conoscesse il nome degli studi, avrebbe evocato qualcosa di mistico.”

- Paul McCartney

Yoko Ono presenta a John Lennon un fotografo suo amico: Iain Macmillan; viene da subito incaricato di realizzare la cover dell’ultimo album e Macmillan decide di fotografare i quattro mentre attraversano le strisce pedonali di Abbey Road, scelta che non reputiamo casuale.
Ora, conosciamo un po’ tutti la leggenda PID (Paul Is Dead), ma per chi non la conoscesse: ai tempi girava la voce che Paul McCartney fosse in realtà morto durante la realizzazione di Sgt. Pepper’s, e sostituito da un sosia. Per noi è ovviamente fasulla, ma cela un grande colpo di genio da parte di Lennon stesso.
Pensiamo, infatti, che Paul scalzo, il maggiolino (in inglese: “beetle”) dalla targa 281F (“28 if”, cioè: “avrebbe 28 anni se…”) non siano scelte accidentali, bensì volute dai quattro ragazzi – più John stesso, per noi, che ha sempre amato i messaggi criptici –…
Comunque, la storia ufficiale è che il tutto non sia stato preparato, ma che la leggenda PID sia frutto della fantasia dei fan.

Che siano state scelte per riderci su, per vendere di più, o un qualcosa privo di fondamento, non lo sapremo mai, fatto sta che Abbey Road supera ogni aspettativa: esce il 26 settembre 1969, arrivando immediatamente al primo posto delle classifiche inglesi, rimanendoci per ben undici settimane. “Let It Bleed” dei Rolling Stones la sorpassa per una sola settimana, poi torna “Abbey Road”, per altre sei settimane.
Raggiunge la prima posizione anche in Francia, Germania, Olanda, Svezia, Norvegia, Canada, Stati Uniti e Australia; raggiunge la terza posizione in Giappone. L’album è al quattordicesimo posto nella lista dei 500 migliori album di tutti i tempi per la rivista “Rolling Stone”, mentre con 14.4 milioni di copie vendute, è l’album dei Beatles più venduti di sempre.

“Alcuni brani mi piacciono e altri no. Abbey Road è un album discreto. Né più e né meno.”

- John Lennon

Il lato A contiene le tracce McLennon: “Come Together”, “Maxwell’s Silver Hammer”, “Oh! Darling”, “I Want You (She’s So Heavy)”; la traccia Harrison: “Something” e la traccia Starkey: “Octopus’s Garden    
Il lato B contiene le tracce McLennon: “Because”, “You Never Give Me Your Money”, “Sun King”, “Mean Mr. Mustard”, “Polythene Pam”, “She Came In Through The Bathroom Window”, “Golden Slumbers”, “Carry The Weight”, “The End”, “Her Majesty”. La traccia Harrison: “Here Comes The Sun”.

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