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lunedì 20 dicembre 2021

#TheBeatles: Get Back, terza parte

Lo sapete e ormai non lo neghiamo più: per i Beatles puntiamo alla psicopatia. La Beatlemania, qui, sicuramente non è mai finita. Tra gadget, aneddoti e temi astrali dei quattro che abbiamo imparato a memoria - letteralmente -, possiamo dire che li conosciamo molto bene. Al terzo articolo su Get Back, il docufilm che potete trovare su Disney+, togliamo la maschera del: “Facciamo finta di non esserne così tanto ossessionate”. Maschera che comunque non abbiamo mai tenuto in Radio, quindi se siete fan dei Beatles, vi consigliamo anche di ascoltarci su RadioSapienza e di recuperare le puntate di Apollo Station.

Perché questa intro? Perché noi non abbiamo veramente parole per la terza parte di Get Back. Se le prime due potevamo anche affrontarle da un punto di vista oggettivo, non abbiamo ancora assimilato concretamente gli ultimi centotrentanove minuti e non sappiamo come parlarne. 

lunedì 6 dicembre 2021

#TheBeatles: Get Back, prima parte

Se avete seguito la terza puntata della seconda stagione di Apollo Station su RadioSapienza (nel caso recuperatela cliccando su questo link), già lo sapete. In caso contrario, non vi mentiremo: siamo ossessionate con Get Back. Come ha già scritto Frè in una sua storia Instagram: “Chi dice che la Beatlemania è finita, non è mai uscito con noi”. E non c’entra il sapere vita, morte e miracoli dei quattro ragazzi di Liverpool, né sapere a memoria il loro quadro astrale. Ci siamo ossessionate punto per punto su ogni parte. Abbiamo ascoltato e riascoltato ogni dialogo, analizzato ogni espressione facciale… insomma, alla quarta visione, possiamo dire di essere pronte alla recensione più oggettiva e completa che possiamo fare.

Quindi mettetevi comodi, ma soprattutto: se vedete che abbiamo saltato qualche cosa, non esitate a farcelo notare, tanto non preoccupatevi: stiamo trovando ogni pretesto per rivedere il docu-film senza apparire delle psicopatiche.

mercoledì 31 agosto 2022

#TheBeatles: Two of us

Quando si tratta di analizzare i testi dei Beatles è davvero difficile scegliere la categoria. Musica, Metafisica, Pensieri?     
È il motivo per il quale abbiamo scelto di scrivere l’articolo a influenzare la nostra decisione e quando si tratta di testi profondi, che parlano direttamente della vita di chi ha composto il brano, non possiamo che optare per l’etichetta dedicata ai Fab4, The Beatles, appunto.
Attenzione: questo articolo sarà totalmente McLennon e poco ci interessa se credete che sia tutto nella nostra testa, o se certe parole di John e Paul possono essere facilmente fraintese. Crediamo che i brani siano proprio come i libri, le poesie, o nel nostro caso la categoria Pensieri: un continuo flusso di coscienza.
In questo flusso di coscienza a parlare è Paul McCartney, e ci è tornato molto utile possedere la raccolta: “Paul McCartney The Lyrics”, dove ci spiega i significati di ogni sua canzone.

P.S. può aiutare sapere che nel docu-film Get Back, c'è la testimonianza che questo brano è stato concepito e iniziato da Paul in adolescenza, quando era nella formazione dei Quarrymen, gruppo fondato da John Lennon.

mercoledì 27 luglio 2022

#TheBeatles: Let It Be

Da quando abbiamo iniziato con l’etichetta Beatles sapevamo che prima o poi sarebbe giunto il giorno in cui avremmo messo la parola fine agli articoli dedicati ai loro album. Bene, quel giorno è oggi e c’è da dire che non la stiamo prendendo benissimo. Affrontare Let it be è un po’ come affrontare di nuovo la notizia dello scioglimento del gruppo e no, non l’abbiamo ancora superata.
Da vere e proprie fan del significato dietro questo album: “lascia che sia, vai avanti”, facciamo affidamento su tutta la nostra forza per scrivere dell’ultimo album dei Beatles: “Let it be”, appunto.

mercoledì 14 settembre 2022

#TheBeatles: Oh! Darling

Premessa: non sappiamo dove andremo a parare con l’analisi di questo testo. Che siamo shippers della McLennon (cioè sosteniamo la teoria secondo la quale i due siano stati insieme, o che comunque tra i due c’era più di un’amicizia) non è un mistero, è già scritto tutto nero su bianco nella fan fiction Penny Lane, come anche nell’articolo Two of us.
Abbiamo scelto di analizzare “Oh! Darling” sotto consiglio di Giulia e non abbiamo saputo dire di no…
Bicchiere di vino a portata di mano – chi sta scrivendo non riesce a farlo da sobria quando ha a che fare con i Beatles, ma soprattutto con John e Paul – e si inizia.

“Oh! Darling” è la quarta traccia dell’album “Abbey Road”, pubblicato il 26 settembre 1969. Del clima di tensione che aleggiava ne abbiamo già parlato nell’articolo dedicato all’album, ma anche a quelli dedicati al docu-film Get Back (Prima parte, seconda parte e terza parte).
Oggi parleremo solo ed esclusivamente del testo, se questo sfocerà nella McLennon, che sia...

lunedì 13 dicembre 2021

#TheBeatles: Get Back, seconda parte

Per noi di 4Muses, le tre parti di Get Back, - il docu-film sui Beatles, a disposizione di tutti gli abbonati a Disney+ - è un continuo crescendo. Ecco perché abbiamo deciso di parlarvene in tre articoli diversi. Come già detto in precedenza, fateci sapere nei commenti se abbiamo dimenticato di dire qualcosa di importante, o se avete trovato anche altro. Lo sapete, ci serve ancora una scusa per rivedercelo senza passare per pazze. 

mercoledì 29 giugno 2022

#TheBeatles: Abbey Road

È di sicuro la copertina più conosciuta al mondo, cover di un album storico, così importante per il panorama musicale che non crediamo esistano aggettivi per descriverlo.
Nello scrivere questo articolo siamo divise a metà: da una parte entusiaste, perché profondamente legale alle tracce qui presenti, dall’altra tristi perché il nostro percorso tra gli LP dei Beatles sta giungendo al termine.
Abbey Road” va conosciuto, studiato, amato. Crediamo che nessuno può dirsi amante della musica, della storia contemporanea o della cultura pop se non conosce e apprezza i Beatles, o non abbia – almeno – nella sua collezione questo album.    
Anche perché, diciamoci la verità: tutti hanno ascoltato più di una volta nella loro vita le canzoni qui presenti. Inoltre non è tanto facile – ancora oggi – avere album che sappiano collegare i brani in maniera così armonica e perfetta come succede in questo album.

mercoledì 6 settembre 2023

#TheBeatles: I've got a feeling

Oggi non faremo finta di mettere in dubbio che la canzone di cui parleremo abbia riferimenti alla McLennon, perché crediamo che “I’ve got a feeling” sia l’inno della McLennon, al pari di “Two of us”. Se la seconda, però, racconta di un amore che dall’adolescenza arriva fino all’età adulta, la prima è letteralmente l’insieme delle emozioni di Paul McCartney e John Lennon e di come sia stato il grande sentimento che li univa (decidete voi se rimane confinato all’amicizia o no) a mandarli avanti, nonostante tutto.


Questa canzone è un matrimonio riparatore tra la mia I’ve got a feeling e un pezzo scritto da John dal titolo Everyone had a bad year”, così descrive il brano lo stesso Paul, spiegando poi quanto sia stato più facile lavorare con John. Erano il giorno e la notte, il sole e la luna, ogni loro pezzo era inevitabilmente smussato e modificato dall’altro, creando qualcosa che ancora adesso è leggendario.

Ora che continuo a scrivere le mie canzoni da solo, sono ancora molto consapevole del fatto che lui non è con me, ma dopo tutti questi anni lo posso ancora sentire che mi sussurra qualcosa all’orecchio. Penso spesso, col senno di poi, a cosa John avrebbe detto di un brano […] o che cosa avrebbe detto con parole diverse; e così a volte cambio le mie.

Un rapporto non comune, in qualsiasi modo voi vogliate metterlo. Vedendo il docu-film Get Back, infatti, notiamo come nonostante l’allontanamento i due si siano sempre supportati, aiutandosi nei momenti di stallo e cercandosi in quelli del bisogno.

“Ive got a feeling è presente nell’album “Let it be” del 1970, quello che ha sancito la fine dei Beatles come gruppo, ma che di sicuro li ha consacrati tra le band immortali.

mercoledì 3 gennaio 2024

#TheBeatles: Golden Slumbers

Oggi torniamo ad analizzare una canzone dei Beatles. Lo facciamo con una celebre, anche se si parla poco della storia dietro questo brano.

Golden Slumbers” è una canzone McLennon – nel senso che i crediti sono Lennon/McCartney – presente nell’album del 1969 “Abbey Road”.

Per capire meglio il senso di questa canzone vi consigliamo di leggere anche l
’articolo dedicato alla biografia dello stesso Paul, o di recuperare gli articoli dedicati ai brani The long and winding road, Oh, Darling! o Let it be” che ben fanno capire come si sentisse McCartney in quel periodo.

Qui non ne parleremo in modo più approfondito perché rischieremmo semplicemente di ripetere sempre le stesse cose.

mercoledì 29 novembre 2023

#TheBeatles: Now and then

Vi siete ripresi? Noi no. Piangiamo dal 2 novembre 2023: quando l’ultima canzone dei Beatles, “Now and then”, è stata rilasciata al mondo intero. Ultima. Canzone. Dei. Beatles. Non riusciamo neanche a capacitarci di come sia stato possibile, ma tant’è. Eccoci qui. A parlarne.


Ora, l’emotività gioca senz’altro dei brutti scherzi, e conoscendo la storia dei quattro di Liverpool non siamo riusciti a non pensare che questa sia una canzone scritta da John con il desiderio di tornare a lavorare assieme a Paul, George e Ringo. Più con Paul. E non solo per lavorare.

Vi spiegheremo tutto dopo aver letto e tradotto il brano, per ora basta pensare che “now and then” vuol dire “ogni tanto”, “occasionalmente”; ma, a seconda dei contesti, può significare anche “d’ora in poi” e “prima o poi”. Conoscendo la scrittura di John Lennon, sappiamo che amava tantissimo giocare con le parole e i doppi sensi, quindi abbiamo cercato di dare un senso più lennoniano possibile al brano.

mercoledì 2 febbraio 2022

#TheBeatles: Rubber Soul

Anche per questo mese torna l’appuntamento con i Beatles, e oggi parliamo dell’album Rubber Soul, che la rivista Rolling Stones ha messo al quinto posto nella lista dei cinquecento migliori album di tutti i tempi. È il primo album a non avere il nome “The Beatles” in copertina, e questo dimostra l’enorme successo che ormai avevano a metà degli anni Sessanta. Visto che siamo ancora sotto eccitazione per Get Back, non perdiamo tempo e cominciamo subito a dirvi le curiosità che forse non sapete…

mercoledì 14 giugno 2023

#TheBeatles: Across the Universe

Dopo aver analizzato canzoni “semplici” dei Beatles, ci sembra il caso di alzare l’asticella e tornare a ciò che più ci piace: la via difficile. Abbiamo scelto la canzone alla quale siamo più legati; sarà perché è la sigla di Apollo Station, il nostro programma su RadioSapienza (che potete seguire su Twitch o YouTube), sarà perché amiamo il film e musical omonimo del 2007 con protagonisti Jim Sturgess ed Evan Rachel Wood, sarà semplicemente che amiamo i testi introspettivi e criptici di John Lennon… la verità è che non ci interessa sapere la ragione che ci ha portati, oggi, ad analizzare “Across the Universe”, dei Beatles.

Il brano viene pubblicato per la prima volta nell’album “No One’s Gonna Change Our World” al quale parteciparono molti artisti dell’epoca; uscito nel dicembre 1969, aveva lo scopo di fare una raccolta di beneficenza.
La seconda pubblicazione è del maggio 1970, con la band ormai sciolta, per il loro ultimo album: “Let it be”.

Piccola curiosità: “Across the Universe” è l’unica canzone che l’essere umano ha trasmesso per l’Universo. Ancora adesso viaggia tra le costellazioni, chissà che qualche vita in qualche altra galassia non abbia la fortuna di ascoltarla.
 

martedì 26 luglio 2022

#Cinema&SerieTv: Elvis

Lo sguardo al passato fa sempre un certo effetto, la storia è ciclica e lo sappiamo davvero bene. Gli anni ’60, ’70 e ’80 tornano nella moda, nel cinema e nella musica, cavalcando l’effetto nostalgia che sta caratterizzando l’immaginario occidentale odierno. Quindi, sulla scia del revival, le Industries sfornano biopic su biopic. Dopo il successo avuto da Bohemian Rapsody e lo stesso Get Back (documentario sui Beatles presente su Disney+), in questi giorni in sala cinematografica potete prendere i biglietti per Elvis.

Uscito nelle sale italiane il 22 giugno, la pellicola ripercorre l’ascesa e la discesa della carriera del famoso cantante Elvis Presley, calcando sui punti salienti della sua vita, raccontati dal punto di vista del suo storico manager. Così da poter rispondere alla domanda: cosa e/o chi ha ucciso Elvis?

mercoledì 12 luglio 2023

#TheBeatles: Octopus's Garden

Nessun errore grammaticale, il titolo della canzone è questo e ce lo teniamo. E per ridere, vi citiamo un discorso tra Frè e Silvia:

Frè: Ma come parlavano quei quattro ad Amburgo? Già inglese? L’inglese era già così conosciuto?
Silvia: Beh, Paul ha detto che parlavano tedesco perché lui lo sa parlare.
Frè: Come sa parlare l’inglese?

Comunque, oggi vi parliamo di Octopus’s Garden una canzone dei Beatles scritta da Ringo. E no, non stiamo scherzando, è proprio scritta da Ringo, con l’aiuto di George Harrison. Quest’ultimo la definì molto profonda, aggiungendo che Ringo sapeva scrivere “canzoni cosmiche” senza rendersene conto.

Il brano esce nel 1969, nell’album Abbey Road e col senno di poi, dopo aver visto anche il docu-film Get Back, siamo molto d’accordo con George. 

mercoledì 23 marzo 2022

#Arte: Fluxus

Manifesto di Fluxus, George Maciunas, 1963.
Noi di 4Muses, ormai l'avrete capito se ci seguite anche su RadioSapienza, siamo amanti degli anni '60 e, come avrete capito anche se non ci seguite in radio, siamo ancora più amanti dei Beatles.
I Beatles con quello di cui parleremo oggi c'entrano poco, ma dopo aver visto più e più volte "The Beatles: Get Back", ci è sorta una domanda: ma Yoko Ono oltre a fare da presenza (oggettivamente) inquietante all'interno degli studi di Twickenham e della Apple Records durante le sessioni di registrazione dei quattro, che ruolo ha avuto? Oltre a essere stata la moglie di John Lennon, che cosa ha fatto? E così - soprattutto in privato - abbiamo iniziato a parlarne quasi a profusione, per provare a capire.
Non abbiamo ancora capito, ma "studiando" il suo personaggio abbiamo conosciuto il movimento artistico Fluxus, di cui lei è un'esponente.

mercoledì 7 dicembre 2022

#TheBeatles: I'm only sleeping

Negli ultimi anni noi fan dei Beatles siamo stati molto coccolati, viste le numerose rimasterizzazioni di album iconici (come Sgt. Pepper’s, il White Album, Abbey Road e Let it be) e l’uscita del docu-film Get Back su Disney+. A novembre abbiamo ricevuto un’altra splendida sorpresa: Revolver si è aggiunto alla lista degli album rimasterizzati.
Dal 2009 a oggi la tecnologia è del tutto cambiata, e con le airpods alle orecchie, gli occhi chiusi e il play sul Revolver Super Deluxe 2022, ci siamo avvicinati a un altro mondo, avendo quasi l’illusione che John, Paul, George e Ringo cantassero e suonassero davvero davanti a noi.

Come spiegato nell’articolo dedicato, Revolver cambia del tutto lo stile musicale dei Beatles, e non solo: a livello popolare crescono, sono più maturi, possono affrontare temi più profondi oltre alle classiche ballate d’amore.
Dopo cinquantasei anni, però, abbiamo davvero colto il senso delle loro parole? “I’m only sleeping” è ancora giudicata una canzone dove John tesse le lodi della sua pigrizia, ricordando a chiunque lo voglia più attivo che non c’è motivo di fare le cose di fretta.
Non possiamo negare che tra i quattro fosse quello più pigro, né che abbia mai nascosto quanto gli piacesse essere un “sognatore”, o una persona che preferisce l’osservare all’azione vera e propria, vediamo anche il senso di “Watching the wheels”.
Ma se la canzone del ’66 avesse un significato più profondo? Vedete? Mica parliamo sempre di McLennon, anche se questa canzone – come tutte quelle di John e Paul – è attribuita alla coppia Lennon/McCartney

mercoledì 6 aprile 2022

#Pensieri: Blackbird

Prima o poi smetterò di parlare di Beatles, ma oggi non è evidentemente arrivato il momento.

Ve lo dico in modo chiaro e conciso per non lasciare spazio al dubbio: se state qui ad aspettare il giorno in cui non li inserirò più in qualsiasi conversazione state freschi.

Amo quando qualcosa – una canzone, un quadro, un film o un libro – mi lascia libera interpretazione e cambia il suo significato in base al periodo che sto vivendo e in base a come la voglio leggere, ma allo stesso tempo, come ho già detto nell’articolo in cui ho parlato di Jean-Michel Basquiat, provo un amore spassionato per l’origine delle cose e quindi amo alla follia anche quando dietro alla mia personalissima interpretazione posso attingere alle spiegazioni dell’ideatore dell’opera in questione.

Blackbird”, per quanto per qualche oscuro motivo che non ho ancora capito, è una delle canzoni che meno mi piacciono dei Beatles, è a parer mio uno degli esempi lampanti di quanto soggettiva può essere una canzone.

sabato 16 aprile 2022

#Pensieri: Why Don't We Do It In The Road?

Quando ho scritto l'articolo di “Blackbird”, seppur consapevole del fatto che le canzoni dei Beatles hanno molteplici significati, ammetto di essermi lasciata andare al sentimentalismo e all’idea che Paul abbia scritto quelle parole per John e, che voi vogliate pensare che l’abbia scritte per un migliore amico o per un amante, è innegabile che siano delle meravigliose parole di conforto.

Con “Why Don’t We Do It In The Road?”, invece, non è possibile inventare teorie o lasciarsi andare all’immaginazione.

mercoledì 22 marzo 2023

#TheBeatles: Girl

Per un artista come John Lennon non è di certo strano pensare che dei suoi brani siano evoluzioni di quelli precedenti, ed è lo stesso John a confermare che “Girl” è la versione precedente del brano “Woman”; ecco perché è necessario prima parlare del brano dei Beatles contenuto nell’album del 1965 “Rubber Soul”.

Anche se Cynthia, la prima moglie di John, ha sempre sostenuto di essere la protagonista del brano, noi ci permettiamo di dissentire un pochino. Troviamo, infatti, che nel testo John parli di un ideale di donna, un po’ come se stesse descrivendo come lui vede ogni figura femminile.  

Come diremo meglio dopo, John è famoso per il suo essere criptico e conoscendo la sua infanzia (vi consigliamo di recuperare l
’articolo sulla sua vita) ci viene facile capire che ogni parola di questo brano deriva da un suo trauma infantile. 

mercoledì 15 giugno 2022

#TheBeatles: Glass Onion

Vi spieghiamo come è andata: Silvia ha finito di scrivere l’articolo su “I am the Walrus”, ha iniziato a mandare audio a Frè dicendole quanto sia bello e affascinante che anche non volendo i Beatles siano riusciti a scrivere sempre canzoni pregne di significato, e poi ha tirato fuori una delle sue canzoni preferite non solo del White Album, ma della band in generale: Glass Onion.

Hanno iniziato a parlare del fatto che come succede sempre con le canzoni dei quattro di Liverpool si possono dare varie interpretazioni al brano (ormai facciamo sempre l’esempio di “A Day In The Life” di cui sia Silvia che Frè hanno fatto un articolo) e poi, mannaggia a lei, Frè se n’è uscita con la frase d’ordine, che è: “Ma ci hai fatto caso a quanto è McLennon questa canzone?”.
La cosa divertente è che lei lì per lì si è focalizzata solo su una strofa – quella in cui John menziona apertamente Paul –, ma secondo noi non si è resa conto subito nemmeno lei di quanto è McLennon questa canzone.

Ah, sì, sottolineiamo che se non ci siamo mai minimamente sentite in colpa a fare questi articoli, in questo Pride Month ci sentiamo ancora meno in colpa.