Che cos’è l’estetica? Nel senso comune il termine viene usato per riferirsi alla bellezza sensibile, ma nella filosofia la questione diviene più complessa. Il significato filosofico originale, per certi versi, include anche il significato del senso comune, ma di per sé lo amplia: l’estetica, in filosofia, si occupa della riflessione sull’esperienza in genere e sul suo senso.
La bellezza è certamente una parte dell’esperienza umana, ma quest’ultima non si esaurisce in essa. La bellezza, inoltre, è spesso evocata per riferirsi al carattere etereo e indefinito di certe esperienze.
Un ulteriore concetto associato a quello di estetica (anche nel senso comune) è quello di arte. Non è affatto raro trovare riferimenti all’arte (anche molto frequenti) nei trattati di filosofia incentrati sull’estetica. Ma risulta importante sottolineare quanto l’arte non debba essere considerata come un oggetto di studio, ma come esempio o tramite per comprendere la nostra esperienza in generale.
L’arte, infatti, è un esempio privilegiato perché mostra e rappresenta l’esperienza stessa, facendo emergere il suo senso e talvolta anche il suo non-senso. È capace di ammaestrare e rendere sensibili significati che apparentemente trascendono la vita e la morte. In questo caso si tratta dunque di partire dall’esperienza particolare (quella dell’arte), per poter scorgere e intuire la matrice dell’esperienza stessa.
Porto come ulteriore esempio una mia poesia:
Richiami da una realtà intessuta nell’indeterminatezza
del mondo etereo frammentato e coperto di cenere,
sento un aroma roseo, risuona una lontana carezza,
l’esperienza sensibile che nessuno può conoscere
(Gianluca Boncaldo, “L’altra realtà”)
Questo componimento si basa sulle riflessioni esposte in questo articolo: l’intera poesia racconta il paradosso di un’esperienza indefinita che non può essere a pieno conosciuta, ma alla quale si può risalire utilizzando un lessico che evoca categorie sensuali del mondo fisico.
L’arte in generale (ma non solo) riesce a suscitare esperienze simili, risalendo all’astratto partendo dal concreto. Anche le opere d’arte più contorte e confuse richiedono i sensi per poter essere “vissute”. Dunque, la “fisicità” (intesa come stimolo che può essere registrato da sensi) risulta il punto di partenza concreto per poter fare esperienza e per poter costruire l’astratto.
P.S. Le riflessioni contenute in questo articolo sono scaturite dalla lettura di “Estetica – Uno sguardo attraverso”, opera scritta dal filosofo Emilio Garroni. Ne consiglio la lettura a chi vuole approfondire il tema e comprendere meglio questa disciplina filosofica.
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