Come accennato nella recensione de “La ninfa costante”, di Margaret Kennedy, grandissima scrittrice e drammaturga del primo Novecento, si sa molto poco.
Noi quattro siamo dotate di una forte curiosità verso tutto quello che è ignoto e avendo divorato il suo romanzo, ci siamo dette che dovevamo rimediare a tali lacune, perché il suo talento merita tutti i riconoscimenti possibili.
Fortunatamente l’arte è immortale, e lo è anche chi ha dedicato la sua vita a tale vocazione. Così non è assolutamente tardi per parlare di lei e consigliarvi la sua intera bibliografia.
Noi quattro siamo dotate di una forte curiosità verso tutto quello che è ignoto e avendo divorato il suo romanzo, ci siamo dette che dovevamo rimediare a tali lacune, perché il suo talento merita tutti i riconoscimenti possibili.
Fortunatamente l’arte è immortale, e lo è anche chi ha dedicato la sua vita a tale vocazione. Così non è assolutamente tardi per parlare di lei e consigliarvi la sua intera bibliografia.
Margaret Kennedy nasce a Londra, più precisamente ad Hyde Park Gate, il 23 aprile 1896. Suo padre era Charles Moore Kennedy (1857-1934), barrister, – titolo dato nel Regno Unito ad avvocati e magistrati di alto livello – mentre sua madre era Ellinor Edith Marwood (1861-1928).
In famiglia non è l’unica con il talento per la scrittura, visto che un suo cugino paterno è lo scrittore irlandese Joyce Cary (1888-1957).
La sua vita scorre tranquillamente, e cresce circondata dai fratelli, essendo la maggiore di quattro figli.
Frequenta l’Università diOxford, laureandosi in Storia. Nel 1922 scrive il suo primo saggio storico: “A Century of Revolution 1789-1920” (“Un secolo di rivoluzione 1789-1920”). L’anno successivo vede l’inizio della sua carriera di scrittrice, pubblica infatti: “The Ladies of Lyndon” (“Le signore di Lyndon”).
Nonostante il suo lavoro sia incentrato sull’insegnamento, non smette di coltivare la sua passione per la letteratura e continua a scrivere, arrivando al successo nel 1923, con la pubblicazione di: “The Constant Nymph” (“La Ninfa Costante”). Quest’ultimo romanzo è un trionfo totale, tanto che in poco tempo viene riadattato per il teatro. Lo spettacolo va in scena nel Regno Unito nel 1926, mentre approda in Francia con il titolo: “Tessa” nel 1934. Qualche anno dopo, nel 1943, una produzione cinematografica statunitense ne produce il film: “Il fiore che non colsi”, diretto da Edmund Goulding. Anche l’Italia non si lascia scappare la grandiosità del progetto, così nel 1957 manda in onda lo sceneggiato televisivo RAI: “Tessa la ninfa fedele”, diretto da Mario Ferrero.
Ogni riadattamento teatrale è curato dalla Kennedy stessa, che intervalla le sceneggiature ad altre pubblicazioni: come i racconti brevi “Un lungo weekend” (1927) e “Il gioco e la candela” (1928); sceneggiature per spettacoli teatrali e film cinematografici “Non mi sfuggirai” (1935), “Labbra sognanti” (1937) e “Non mi sfuggirai, remake” (1947); e altri romanzi “Non oso ritornare” (1931), “Tanto tempo fa” (1932), “La festa” (1950). Proprio quest’ultimo romanzo è considerato uno dei migliori thriller inglesi del postguerra.
Il suo talento sta nel descrivere la psicologia dei personaggi in modo così accurato da farli sembrare persone in carne e ossa. Ne “La festa”, la Kennedy rende i sette peccati capitali veri e propri personaggi, dove ognuno di loro lotta per la sopravvivenza; noi conosciamo l’umanità di tutti proprio grazie a pregi e difetti che si mischiano come colori su di una tavolozza.
Nello stesso anno pubblica la biografia di Jane Austen.
Nel 1953 vince il James Tait Black Memorial Prize per il romanzo: “Troy Chimmeys”. Tale riconoscimento è tra i più importanti e antichi premi letterali della Gran Bretagna e il ricevimento si svolge nell’Università di Edimburgo.
Pubblica altri sei romanzi, più un libro di memorie, fino al 1966.
Margaret Kennedy muore il 31 luglio 1967, all’età di settantuno anni.
In famiglia non è l’unica con il talento per la scrittura, visto che un suo cugino paterno è lo scrittore irlandese Joyce Cary (1888-1957).
La sua vita scorre tranquillamente, e cresce circondata dai fratelli, essendo la maggiore di quattro figli.
Frequenta l’Università diOxford, laureandosi in Storia. Nel 1922 scrive il suo primo saggio storico: “A Century of Revolution 1789-1920” (“Un secolo di rivoluzione 1789-1920”). L’anno successivo vede l’inizio della sua carriera di scrittrice, pubblica infatti: “The Ladies of Lyndon” (“Le signore di Lyndon”).
Nonostante il suo lavoro sia incentrato sull’insegnamento, non smette di coltivare la sua passione per la letteratura e continua a scrivere, arrivando al successo nel 1923, con la pubblicazione di: “The Constant Nymph” (“La Ninfa Costante”). Quest’ultimo romanzo è un trionfo totale, tanto che in poco tempo viene riadattato per il teatro. Lo spettacolo va in scena nel Regno Unito nel 1926, mentre approda in Francia con il titolo: “Tessa” nel 1934. Qualche anno dopo, nel 1943, una produzione cinematografica statunitense ne produce il film: “Il fiore che non colsi”, diretto da Edmund Goulding. Anche l’Italia non si lascia scappare la grandiosità del progetto, così nel 1957 manda in onda lo sceneggiato televisivo RAI: “Tessa la ninfa fedele”, diretto da Mario Ferrero.
Ogni riadattamento teatrale è curato dalla Kennedy stessa, che intervalla le sceneggiature ad altre pubblicazioni: come i racconti brevi “Un lungo weekend” (1927) e “Il gioco e la candela” (1928); sceneggiature per spettacoli teatrali e film cinematografici “Non mi sfuggirai” (1935), “Labbra sognanti” (1937) e “Non mi sfuggirai, remake” (1947); e altri romanzi “Non oso ritornare” (1931), “Tanto tempo fa” (1932), “La festa” (1950). Proprio quest’ultimo romanzo è considerato uno dei migliori thriller inglesi del postguerra.
Il suo talento sta nel descrivere la psicologia dei personaggi in modo così accurato da farli sembrare persone in carne e ossa. Ne “La festa”, la Kennedy rende i sette peccati capitali veri e propri personaggi, dove ognuno di loro lotta per la sopravvivenza; noi conosciamo l’umanità di tutti proprio grazie a pregi e difetti che si mischiano come colori su di una tavolozza.
Nello stesso anno pubblica la biografia di Jane Austen.
Nel 1953 vince il James Tait Black Memorial Prize per il romanzo: “Troy Chimmeys”. Tale riconoscimento è tra i più importanti e antichi premi letterali della Gran Bretagna e il ricevimento si svolge nell’Università di Edimburgo.
Pubblica altri sei romanzi, più un libro di memorie, fino al 1966.
Margaret Kennedy muore il 31 luglio 1967, all’età di settantuno anni.
Questo è tutto ciò che siamo riuscite a trovare sulla sua vita, come al solito invitiamo chi ne sa più di noi a commentare con altri particolari o eventuali correzioni.
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