Realizzata
nel 2019, questa opera non è altro che una banana appesa al muro di cartongesso
con uno scotch da pacchi grigio. Sappiamo già che state pensando: “Potevo farlo
anche io”, però anche se fosse, Cattelan l’ha fatto prima. Poco prima di
recarsi alla fiera “ART Basel” di Miami Beach, l’artista aveva acquistato “il
frutto dell’amor” da un fruttivendolo per la modica cifra di trenta centesimi. A
fine della fiera, la banana attaccata al muro con lo scotch è stata venduta per
centoventimila dollari. E non una, ma ben due volte: una edizione è andata a Sarah
Andelman, la fondatrice di Colette (concept store), un’altra alla coppia Billy
e Beatrice Cox, che hanno affermato: “Siamo ben consapevoli della palese
assurdità del fatto che Comedian è un prodotto deperibile a basso costo e un
paio di centimetri di nastro adesivo. Ma quando abbiamo visto il dibattito
pubblico suscitato sull'arte e sulla nostra società, abbiamo deciso di
acquistarlo. Sapevamo di correre un rischio, ma alla fine abbiamo pensato che
la banana Cattelan sarebbe diventata un oggetto storico iconico.” E in effetti
così è stato.
Ovviamente
la versione originale non esiste più, e mano a mano che passa il tempo, neanche le
successive, però la sua immagine è immortale, chiusa in uno scatto. Ma cosa
rappresenta questa banana appiccicata letteralmente al muro che ha bisogno di
essere sostituita spesso, al fine che non marcisca? Malgrado susciti
inizialmente il riso, Cattelan spinge lo spettatore a pensare e a concentrarsi
per capire il senso dell’opera che ha davanti agli occhi. La riflessione non
può che spingersi verso il concetto di deperibilità, di morte, perché è quella
la destinazione finale, sia per il frutto che per noi. Noi, come l’arte, siamo
effimeri, perché anche un’opera d’arte come quella è destinata a sparire. Dopo il clamore mediatico, subentra l’indifferenza
e la caduta nell’oblio. In realtà è come stare a teatro, dove Cattelan ci tira
la palla e ci spinge a commentare e a trarne delle emozioni di conseguenza,
positive o negative. Su ArtNews, Andrew Russeth (critico d’arte) ha affermato:
“Quando eviti di
rendere le cose facili e presti attenzione alle sfumature, allora ti capita di
dire qualcosa che la gente preferirebbe non sentire. La sua banana sembrerebbe
un lavoro molto facile, molto privo di sfumature. Ma certamente mette in primo
piano fatti a cui i generi artistici preferiscono non pensare, come i prezzi
giganteschi pagati per opere d'arte che in molti casi diventeranno rapidamente
dimenticate e senza valore.”
Ha aggiunto poi:
“Poi c'è la questione delle diseguaglianze
nel settore, in cui una piccola manciata di artisti e commercianti fanno
fortuna mentre altri si mettono in fila per fare secondi e terzi lavori per
sbarcare il lunario. Si potrebbe vedere la banana di Cattelan come una
caricatura mordente di tali attività secondarie: un artista fuori dal gioco che
decide di fare un po' di soldi extra nel suo tempo libero, in un modo che solo
lui può fare. Il comico sta offrendo uno scherzo oscuro, e riguarda tutti noi.”
Eppure l’artista ha fatto centro, perché quasi tutti hanno sentito parlare della sua opera, tanto che alcuni marchi hanno usato la sua idea per commercializzare i loro prodotti: lo ha fatto Carrefour, così come anche Eataly, Peugeot, KFC, Burger King, Lidl, Unieuro e non potevano mancare anche Durex e Taffo. Ogni pubblicità ha aggiunto un tocco divertente alla proposta. Ad esempio Taffo stessa ha scritto sui social: “Costa molto meno di 120.000$ ed è eterna”; KFC ha invece postato: “Fosse stato un bucket, non sarebbe durato cinque minuti.” E voi che ne pensate?
Nessun commento:
Posta un commento