Questa è una storia da cui tutti dovremmo imparare.
Forse anche solo leggendo il nome, se siete appassionati di anime e manga, sapete chi è Kentaro Miura.
Forse, se non vi siete mai avvicinati al mondo dell’animazione e della fumettistica giapponese, non avete mai sentito il suo nome.
Su
4Muses non abbiamo mai parlato della sua opera più importante, quella per cui è conosciuto in tutto il mondo e in realtà non abbiamo mai parlato di manga in generale, ma non crediamo sia particolarmente importante: amiamo il mondo dell’animazione (e in realtà anche della fumettistica) nipponica, amiamo parlarne – tanto che gli abbiamo dedicato un’
etichetta – e godere del risultato finale.
Ma quello che tutti non sanno, però, è che dietro al risultato finale molto spesso si nasconde una storia tragica. Purtroppo, soprattutto se ci si deve piegare ai ritmi lavorativi impossibili della società orientale e alla fanbase che richiede costantemente di più.
Kentaro Miura nasce l’11 luglio 1966 a Chiba, nell’omonima prefettura e a pochi chilometri da Tokyo. Figlio di uno storyboard artist per spot pubblicitari e di una professoressa di arte, entrambi studenti alla Musashino Arts School di Tokyo, luogo in cui i due si sono innamorati e sposati; Miura cresce fin da piccolo con la passione e l’amore per il disegno e – come affermerà in seguito – fin da piccolo verrà stimolato per la creazione dei primi due manga, scritti e disegnati rispettivamente a dieci e undici anni: “Miuranger”, nel 1976, composto da quaranta volumi e dedicato ai suoi compagni di classe e “Ken e no michi” (剣への道 trad. “La via della spada”), nel 1977, in cui per la prima volta disegna utilizzando del materiale professionale.
Durante il suo primo anno delle medie e quando Miura ha solo tredici anni – nel 1979 – il suo stile si inizia a definire, le sue tecniche ad affinare e il suo lavoro inizia a venir riconosciuto anche se nel suo piccolo: nel 1982 pubblica grazie all’aiuto dei suoi compagni di scuola il suo primo dōjinshi (una rivista generalmente incentrata su anime e manga ma che può focalizzarsi anche su altre tematiche come i videogiochi, film e serie televisive) e, di conseguenza, il suo primo manga autoconclusivo; nello stesso anno fa la conoscenza del mangaka Kouji Mori e nel corso di tutti gli anni delle scuole superiori inizia a cimentarsi, sempre con i suoi amici e compagni di classe, nella creazione di più materiale possibile in vista dell’università e in vista della scrittura del suo curriculum.
Nel 1985 si sottopone al test d’ingresso alla Nihon University presentando la sua opera prima ufficiale e venendo ammesso all’istante: “Futatabi”, una one-shot pubblicata per la prima volta all’interno del numero trentasei della rivista Weekly Shōnen Magazine che gli fa vincere il concorso “Miglior Nuovo Autore” della appena citata rivista.
Nel 1988, invece, Miura si presenta al pubblico con il prototipo dell’opera che lo farà conoscere in tutto il mondo: è una one-shot di quarantotto pagine e il suo titolo è “Berserk - The Prototype”, che fa vincere al ventiduenne il premio della Comi Manga School e non è altro che una introduzione al mondo fantasy dell’ormai leggendaria serie di “Berserk”, pubblicato per la prima volta il 25 agosto 1989.
Facendo un piccolo passettino indietro al 25 marzo del 1989, quando pubblica per la prima volta la one-shot “Il Re Lupo”, che vedrà anche un sequel intitolato “La leggenda del Re Lupo”, pubblicato il 25 dicembre 1990.
Nel 1992 pubblica insieme al mangaka Yoshiyuki Okamura la one-shot “Japan”, ma per il resto Miura inizia a focalizzarsi esclusivamente su “Berserk”, che nonostante non avesse riscontrato il successo sperato al momento della sua pubblicazione, dopo l’inizio dell’Arco dell’Epoca d’Oro, iniziava a riscuotere un certo interesse e una certa popolarità; proprio quell’anno infatti l’opera fu serializzata.
La prima tv della serie animata arriva il 7 ottobre 1997, Miura supervisiona la produzione di tutti e venticinque gli episodi e nello stesso periodo rilascia svariati artbook e materiali aggiuntivi basati sull’opera.
Sempre continuando a rilasciare bisettimanalmente (solitamente le uscite manga sono mensili) “Berserk”, Miura collabora, nel 1999 alla creazione del videogioco “Sword of the Berserk: Guts’
Rage” – rilasciato il 16 dicembre – e nel 2004 alla creazione di un altro videogioco: “Berserk Millennium Falcon Arc: Chapter of the Holy Demon War”, rilasciato il 7 ottobre.
Tra il 2013 e il 2014 appare sulla rivista “Young Animal” un nuovo manga dell’artista, serializzato:
“Gigantomachia”, composto da sei volumi da quarantaquattro pagine ciascuno. Per Miura è il primo progetto originale in vent’anni.
Il secondo progetto originale arriva nell’agosto del 2019 e ha il nome di “Duranki”, che nasce a seguito della necessità del mangaka di stare più a contatto con i suoi assistenti e i suoi collaboratori. Il manga non viene mai completato e viene lasciato in sospeso, perché il 6 maggio 2021 Miura muore a causa di una dissecazione aortica acuta.
“Berserk”, invece, dopo più di un anno di sospensione, ha ricominciato con la sua pubblicazione con il capitolo trecentosessantacinque il giorno 24 giugno 2022; ai disegni lo studio Studio GAGA e alla supervisione il mangaka (e amico di infanzia di Miura) Kouji Mori.
過労死, karoshi, morte per troppo lavoro.
È quello che è successo a Kentaro Miura ed è quello che succede a milioni di persone ogni anno in Giappone. Più di diecimila all’anno, per la precisione.
Che gli abitanti del Paese del Sol Levante siano ligi al dovere e alle regole è risaputo ed è una qualità che da italiani possiamo veramente solo invidiargli perché tendiamo di contro a essere anche fin troppo rilassati per natura, ma non quando si sfocia nel nocivo e nel pericoloso, quando la semplice attitudine del paese inizia a provocare morte e ad avere un nome, bisogna parlarne.
Bisogna parlarne a maggior ragione perché, come abbiamo già detto, su questo blog parliamo spesso di opere giapponesi glorificandole e guardando molto spesso e volentieri solo il prodotto finale.
Bisogna parlarne, ed è per questo che abbiamo parlato di Kentaro Miura, che avrebbe dovuto festeggiare il compleanno questo lunedì.
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