Partiamo
dal nome “Senecio”: è il nome di un
genere di piante - di derivazione latina di senex,
significa “vecchio uomo”, perché il
ciuffo bianco che troviamo sugli acheni (i soffioni), ricordano i capelli
bianchi di un anziano. Tutte le piante di questo tipo contengono alcaloidi pirrolizidinici, cancerogeni e tossici, che tendenzialmente gli animali evitano.
Nel discorso delle piante, rientra un concetto molto caro agli artisti dell’astratto,
che considerano un ruolo spirituale del pittore, come mediatore di ciò che è materiale e ciò che è immateriale. Rispetto all’Astrattismo di Kandinskij, Klee non si allontana
completamente dalla realtà fisica, infatti è facile capire che quello che
stiamo osservando è la rappresentazione di un ritratto.
“L’arte non
riproduce ciò che è visibile, ma rende visibile ciò che non sempre lo è.”
Si tratta di un mezzobusto, dove le figure geometriche scelte servono per delineare i dettagli del volto: due ellissi collegate tra loro segnano lo sguardo, dei triangolo rappresentano le sopracciglia, mentre dei quadrati inscritti nel cerchio del viso compongono il collo, la bocca e, poco sotto, le spalle. Lo sfondo, fatto di pennellate sull’arancione, non staccano la figura da esso, come per annullare la divisione. La pupilla è di un rosso acceso, il che conferisce al personaggio rappresentato uno sguardo penetrante, che sembra in grado di scrutare l’anima.
L’opera, infatti, dà allo
spettatore un senso di inquietudine, come se vi fosse un giudizio silenzioso a
monte. Mette pressione psicologica, che è accentuata dalle figure che
compongono le sopracciglia, come se vi fosse una nota di disprezzo per qualcosa
di non fatto. Cambiando l’angolazione, può addirittura sembrare un bambino che
guarda a mo' di rimprovero i genitori, ma anche una sorta di interesse e
curiosità se ci spostiamo dal lato opposto.
Nonostante
tutto, però, la concezione del quadro non riguarda l’infanzia, quanto la
senilità. Benché sui quarant’anni non si può parlare di vecchiaia, l’opera si
chiama comunque “Senecio”, quindi probabilmente si tratta di un autoritratto di
Klee stesso che si è “usato” come modello per la sua rappresentazione.
“Dietro la
varietà delle interpretazioni c’è un ultimo segreto e la luce dell’intelletto
si spegne miseramente.”
Quale
che sia l’interpretazione, osservare un quadro di questo tipo e vederci Klee o
un bambino, tutto è un rimando all’occhio dello spettatore, giudice finale dell’opera
d’arte. Dopo questa descrizione, per voi cosa rappresenta?
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