Una delle correnti pittoriche meno comprese è sicuramente l’Astrattismo. Siamo nel Novecento, dove molti artisti cercavano il modo di rappresentare la realtà in una maniera… diciamo “non convenzionale”. Abbiamo ampiamente parlato di Surrealisti come De Chirico e Magritte, non scordandoci di Frida Kahlo: ognuno di loro, e di molti altri di cui non abbiamo ancora parlato, rappresentavano su tela la loro visione della realtà, dove degli elementi che sembravano appartenere al lato onirico, servivano per spiegare concetti talmente profondi che spesso sfuggono all’occhio dell’osservatore.
L’Astrattismo,
per sua costituzione, si allontana completamente dalla realtà, non fa
riferimenti all’inconscio o alla nostra parte razionale, no. Si compone di
elementi facili da individuare, ma sprigiona tutto ciò che non è più
circoscritto in una forma che possiamo trovare su di una tela. L’arte si
allontana completamente dal piano materiale, per elevarsi a spirituale, motivo
per cui scompaiono i riferimenti a ciò che è tangibile. Si cerca di imprimere
su tela un suono, un pensiero, un sogno, slegato dai vincoli “terreni”.
In
un certo senso, è come se l’Astrattismo cercasse in qualche modo di guidare lo
spettatore: non abbiamo altro che forme astratte, colori sgargianti – talvolta molto
elementari – e al massimo forme geometriche molto semplici, perché lo
spettatore deve saper guardare “al di là”, deve riuscire a percepire,
esattamente come se si trovasse in una sala da concerti e cercasse di seguire
semplicemente la musica, così da permettere al musicista di condurlo in
determinati luoghi o situazioni restando comodamente seduto.
Molto
fece la Teosofia, una sorta di
religione-filosofia contraria al materialismo che pervadeva gli anni
antecedenti al Primo Conflitto Mondiale. Ci si rifaceva allo spirito, alla
comunione degli opposti, con una evidente apertura verso l’oriente. Questo
movimento nasce in Russia e così come russo era Kandinskij. Per lui e per altri
che cercavano una sorta di fuga dal reale, che diede poi vita all’Astrattismo. Era
un artista molto religioso, ma il suo credo non era circoscritto al cristianesimo,
quanto più verso un’apertura verso induismo e buddismo.
Possiamo
fare una distinzione delle correnti interne dell’Astrattismo. Iniziamo con l’astrattismo
geometrico di Kazimir Malevic e Piet Mondrian. Da loro nacquero
rispettivamente il Suprematismo – la
perfezione spirituale si ricerca nelle forme geometriche astratte – e il Neoplasticismo – l’armonia si crea
attraverso colori puri (colori primari) e non-colori (bianco e nero), nell’uso
dell’angolo retto, in una costante ricerca di ordine in un periodo storico in
cui imperversava la guerra. Negli USA arriva solo in un secondo momento, nel
dopoguerra, con l’arte di Pollock. In Italia l’Astrattismo non ha mai del tutto
preso piede, perché il Futurismo –
che era largamente diffuso nel nostro paese – stentava ad abbandonare l’arte
figurativa. Nella seconda metà del Novecento abbiamo artisti di spicco come
Mauro Reggiani, Lucio Fontana e Carla Accardi.
E
voi conoscevate questo aspetto spirituale dell’Astrattismo?
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