In sala dal 9 giugno, è arrivato “Il giorno più bello”; riadattamento italiano di “C’est la vie – Prendila come viene”, una commedia francese che ha avuto un discreto successo. Andrea Zalone, noto principalmente per i suoi doppiaggi e per essere un autore televisivo, si è misurato con il mezzo cinematografico assumendo il ruolo di regista per questo film.
Paolo Kessisoglu, Luca Bizzarri e Valeria Bilello vestono i panni dei protagonisti. Aurelio è un wedding planner che, complice la pandemia, vuol vendere la propria azienda di famiglia. Giorgio è un suo amico di vecchia data, fotografo un po’ squinternato che non ha mai concluso nulla nella vita. Serena, invece, è una donna un po’ naif, innamorata dell’amore e pronta a donarlo a chiunque. Attraverso il loro triangolo amoroso vengono sviscerate le varie caratterizzazioni e le varie azioni comiche che renderanno questa commedia davvero divertente.
Aurelio è alla ricerca di un compratore e l’unico interessato è il padre della sposa per la quale sta organizzando il party post-sì. Lui promette ai suoi clienti la felicità eterna, uno slogan che un po’ gli si ritorcerà contro durante tutta la festa per via delle varie vicissitudini e dei vari intrecci che si creeranno. Il matrimonio di Pier (Stefano De Martino) e Chiara (Fiammetta Cicogna) non è facile da gestire, tra camerieri in rivolta, cantanti maleducati e assistenti sull’orlo di una crisi di nervi. Aurelio si gioca il tutto e per tutto, ma mandare in porto l'affare sembra essere la cosa più complicata mai gestita nella sua vita, anche perché nel mentre deve cercare di ridefinire se stesso e la propria relazione.
Il matrimonio, mai come in altri casi, si fa espediente narrativo per poter cercare di riunire quante più personalità possibili sotto un unico tetto. Come celebrazione sembra essere una fonte inesauribile di intrecci e di giochi riuscendo a intersecare così tanti fattori da rinnovarsi sempre, se gestito con intelligenza. In questo caso, infatti, esso funge da pretesto per l’esposizione delle nevrosi umane che caratterizzano il nostro secolo. L’amore che parla di amore, di tradimento, di difficoltà. Il giorno più bello diviene così parodia di quella realtà che molto spesso viene sempre più portata allo stremo. Ormai il matrimonio, a livello sociale e spettacolare, è divenuto una baracconata priva di significato e qui viene esposto proprio questo aspetto. I protagonisti sono divorziati o fedifraghi, dell’amore romantico e matrimoniale ne è rimasto ben poco. Allo stesso modo vediamo come i due novelli sposi siano più concentrati su altro che non sul loro grande sì. Pier, ad esempio, con la sua comicità inconsapevole è colui che rappresenta tutti i mammoni d’Italia, più incentrato a cercare di render felice la madre che la sua sposina. Chiara, allo stesso tempo, ha solo un attimo di lucidità: quando decide di non volersi sposare, ma viene ravveduta nel momento stesso in cui viene convinta a dirlo quel sì.
Allo stesso tempo, con l’esposizione matrimoniale, viene attuata una grande innovazione all’interno di questa trama – cosa che permette la reale differenziazione con il film da cui trae ispirazione – ovvero il Covid. La pandemia ha messo a dura prova il settore dei matrimoni e il fatto che questa tematica sia stata inserita con estrema leggerezza, ma con la sua presenza, è davvero interessante e intelligente. Attraverso un fatto reale, come ciò che abbiamo vissuto, le nevrosi umane hanno una motivazione tangibile. Il Covid diviene movente umano e attivo all’interno del sotto trama.
Altro elemento di innovazione, non meno importante, e soprattutto di personalizzazione è dato anche dalla scelta del cast. Il modo con cui, infatti, i personaggi sono stati cuciti sulle caratteristiche stesse degli attori interpreti. Ad esempio, Pier con la sua passione per la danza. Stefano De Martino stesso lo ha definito un neo, quando ha letto del personaggio, perché cercava qualcosa che potesse allontanarsi quanto più possibile da ciò che fa nella vita, del resto ama proprio questa possibilità del cinema. Eppure, questo amore per la danza è così ridicolo e ridicolizzato da dare una forza comica al suo personaggio quasi unica. Nonostante le sue doti attoriali siano ancora da esplorare, di certo quello che fa nei panni di Pier gli riesce molto bene. Il cast, scelto da Andrea Zalone e condiviso con la produzione, ha dato un grande aiuto a questa commedia che riesce a far ridere e intrattiene il suo pubblico giocando bene con i tempi comici. L’attenzione ai dettagli ha permesso di giocare con le classiche note della commedia, riuscendo a evitare i cliché.
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