Dopo ben trentasei anni di distanza, i sequel dei “classici anni ’80” sembrano la nuova frontiera del cinema di nostalgia. Ovviamente stiamo parlando di Top Gun Maverick, il secondo capitolo della storia che ha reso iconico e immortale Tom Cruise (insieme alla saga di Mission Impossibile).
Quello che abbiamo davanti è un film che sta facendo il record al botteghino, perché è riuscito perfettamente a incastrarsi all’interno di un mercato assai proficuo. Come è possibile intuire, considerato il tempo che è passato dal 1986 a oggi, quella che abbiamo davanti è nostalgia assicurata. È quasi impossibile sentire il pubblico dai quaranta ai cinquanta anni scontento di quanto ha avuto modo di vedere sullo schermo. Questo Top Gun non ha, dunque, disatteso le aspettative e si è mosso all’interno di un contesto coerente e di un immaginario ben consolidato riuscendo a concludere la storia di un soldato.
Con il primo film avevamo avuto modo di seguire le vicende di Maverick e del suo Navigatore Goose. Come tutti possiamo ricordare, durante un’esercitazione Goose perse la vita lasciando moglie e figlio. Proprio quest’ultimo è il co-protagonista di questo secondo capitolo in quanto, assistiamo a un vero e proprio passaggio di testimone. Rooster (Miles Teller) smuove in Maverick il ricordo del compagno perduto e di tutte le promesse fatte alla donna che lo aveva tanto amato, tanto da non poter fare a meno di prendere le distanze dalla sua stessa figura. Nel corso del tempo, pur essendogli rimasto costantemente accanto vegliando sulla sua carriera nell’aeronautica, Maverick ha mostrato la sua incapacità nel riuscire a sostituirsi alle figure genitoriali perse da Rooster. I cari e vecchi amici di Maverick tornano in questa pellicola per poter cercare di costruire a tutto tondo l’emotività di un personaggio tanto iconico.
Questo secondo capitolo, infatti, si concentra su quanto lasciato e perduto da parte del protagonista mentre cerca di riprendere in mano la sua carriera e la sua vita sentimentale. È importante, infatti, riuscire a giocare e a metter in mostra i sentimenti di tutti i personaggi per poter cercare di costruire una sotto-trama emotivamente coinvolgente e calamitante. Sono, infatti, stupende le coreografie e le missioni militari, ma ci si rende conto di come esse non siano altro che sfondo a ciò che sta accadendo emotivamente a ogni singolo carattere.
Diviene, così, fondamentale cercare di cogliere gli attriti, le passioni, gli amori e i contatti ancor di più che comprendere la missione che gli eroi devono cercare di potare a termine.
Il tutto, inoltre, viene condito da un occhio prettamente cinematografico. È, infatti, innegabile notare come lo spettatore sia coinvolto in ogni singolo aspetto di ciò che sta accadendo dal punto di vista citazionale. Diviene divertente cercare di cogliere i riferimenti alla precedente pellicola, ma anche alla presenza di elementi narrativi tipici dell’epoca cinematografica nella quale questo film è nato.
Molto anni ’80, pur essendo presente. Molto intrigante, nonostante la sua semplicità. Molto nostalgico.
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