venerdì 13 maggio 2022

#Anime: Yattaman

Yattaman, Yattaman
al gran filone d’oro
Yattaman, Yattaman
buona guardia fa…

La nostra esperienza al Romics è stata meravigliosa: lavorare mentre si stanno seguendo panel o si sta urlando sotto al palco dei Cristiani D’Avena, è veramente qualcosa di magico. Ancora più bello, però, è stato sapere che a ogni passo fatto in fiera, nella nostra mente iniziavano a venire fuori degli articoli.

Durante il panel dedicato alle diverse generazioni di cartoni, cui erano presenti: Simone Cicalone, Le Coliche, Sonia di Super3, Chiara Becchimanzi, Mandark e il moderatore Lele Sarallo, proprio le Coliche hanno parlato della sigla di Yattaman, chiedendosi – e chiedendoci – cosa dovrebbe essere il gran filone d’oro?
Abbiamo riso, ma effettivamente, cosa era? Da buone romane – scusaci, Aida – abbiamo seguito assiduamente Yattaman su Super3 e anche se la sigla la sappiamo a memoria, dell’anime ricordiamo ben poco.
Tra ricerche, chiacchierate con i nostri amici per cercare di ricordare, qualcosa è tornato a galla.
Ecco, quindi, che possiamo parlarvi di Yattaman! 

Il titolo completo è Taimu Bokan Shirīzu Yattaman (Time Bokan Series: Yattaman) e fa parte delle serie anime Time Bokan, nate nel 1975 dagli studi di animazione Tatsunoko. In quegli anni andavano di moda anime come Mazinga, Ufo Robot Goldrake, Hurricane Polimar, Jeeg Robot… tutti molto seriosi e con l’ambientazione spaziale a far da padrona. Le serie Time Bokan cominciano a prendere in giro tali anime, e anche se i protagonisti si sfidano in guerre spazio-temporali con extraterrestri, è in realtà l’ironia demenziale la vera protagonista.
I cattivi non incutono paura, bensì fanno ridere per la loro goffaggine e l’eterna sfortuna, un po’ come il Team Rocket dei Pokémon, o qualsiasi antagonista in Sailor Moon.

Yattaman – l’autore è Tatsuo Yoshida – va in onda per la prima volta in Giappone sulla rete Fuji Tv dal 1° gennaio 1977 al 27 gennaio 1979, con centootto episodi da ventiquattro minuti ciascuno. In Italia – sempre la prima visione – approda nel 1983, su Rete 4.


L’anime è ambientato negli anni ottanta e non si sa bene con precisione quanto tempo trascorra dalla prima all’ultima puntata.
Il Dottor Dokrobei – di cui conosciamo solo la voce, e non il volto –arruola il Trio Drombo, composto da ladri e truffatori, il cui compito è trovare tre frammenti della pietra Dokrostone che, uniti a quello già in possesso da Dokrobei, diverranno un grandioso tesoro (il gran filone d’oro, appunto).
Come già accennato prima, il Dottore non si fa mai vedere, di lui sappiamo solo che si definisce: “il re dei ladri” (nella versione originale è “dio dei ladri”) e dà istruzioni al trio sotto forma di messaggi vocali che si autodistruggono quando vengono ascoltati. Se il trio fallisce, lui è pronto a punirli in modo crudele, e nel corso del tempo scopriremo che a volte ha dato istruzioni appositamente sbagliate, solo per punirli. Ovviamente le punizioni fanno morire dal ridere, soprattutto il pubblico più giovane.
Nella puntata finale scopriamo la sua vera identità, che non vi diciamo perché non si sa mai, potrebbe sempre tornare in onda!

I componenti del trio sono: Miss Dronio, Boyakki e Tonzula.

Miss Dronio è sicuramente il capo, è una donna determinata e arrogante, che tende a non rimanere zitta, soprattutto quando gli altri due sbagliano o non ascoltano i suoi ordini. Anche se ha ventisei anni, non sopporta quando qualcuno le fa notare il tempo che passa, tanto da arrabbiarsi profondamente se qualcuno menziona le sue rughe. Nel corso delle puntate, però, Miss Dronio comincia a capire che l’aspetto esteriore è estremamente collegato a ciò che abbiamo dentro, tanto che nel momento in cui si addolcisce, risulta molto più attraente. Rimane comunque molto buffa, soprattutto perché è il primo personaggio anime a mostrare ripetutamente il seno, anche se non volontariamente: è vittima di incidenti, scontri ed esplosioni che le strappano via il tessuto del costume proprio nella zona petto.

Boyakki è l’ingegnere del gruppo, colui che progetta e costruisce le macchine da guerra del trio. È innamorato – ma non corrisposto – di Miss Dronio, che lo colpevolizza di ogni loro sconfitta. Non è assolutamente attraente, eppure va a dire in giro che ha moltissime ammiratrici, forse attratte dal fatto che è la vittima di ogni vessazione.

Tonzula è un personaggio basso, trasandato e goffo; nonostante l’apparenza fisica, però, è quello più forte dei tre ed è lui che affronta i combattimenti corpo a corpo.

A scontrarsi con il terribile gruppo di ladri, ci sono gli Yattaman: Ganchan e Janet (conosciuti anche come Yatta1 e Yatta2) che si scontrano sia con le macchine spaziali, che con i robot a forma di animali. Ci sono anche armi, come la Kendama di Ganchan, e il bastone telescopico di Janet, entrambe provocano una scossa elettrica alla vittima.
Gli Yattaman vincono sempre, ma non tanto per la loro bravura, quanto per la sfortuna dei loro avversari. Ci ricordano un po’ il Milord di Sailor Moon che non fa praticamente nulla, eppure si prende i meriti. 

Sorvoliamo sul finale, proprio per la ragione di prima: non si sa mai, dovesse tornare in onda, ma vi diciamo solo quello che più ci ha affascinato. Il trio si scioglie, prendendo tre strade completamente diverse tra loro, che comunque sono destinate a ricongiungersi perché in realtà esiste un’unica strada.
Questo ci sta facendo riflettere da un po’...

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