lunedì 22 novembre 2021

#StorieRomane: Sonia di Super3

La generazione italiana anni ’80 e ’90 è sicuramente cresciuta con Cristina D’Avena, Giorgio Vanni, Marco Destro e la compagnia di Bim Bum Bam. Da Nord a Sud tutti sappiamo intonare la sigla dei Puffi, ricordiamo il personaggio di Uan e ricordiamo le corse da scuola a casa per non perderci una puntata del nostro cartone preferito.


Ricordi che sono diventati istituzioni nella nostra mente. Bene, prendete tutto ciò e trasportatelo in un contesto più “piccolo”, quello capitolino e della regione Lazio, con l’emittente Super3 e la sua regina: Sonia Ceriola, per noi tutti semplicemente Sonia.
Basterebbe l’introduzione per capire perché questo articolo è nella categoria “Storie Romane”. Sonia è tradizione, un caposaldo di noi bambini romani che ancora adesso, da adulti, rimaniamo sconcertati quando per le persone al di fuori della nostra regione, Sonia e Birillo sono degli sconosciuti. Forse l'avete conosciuta nel video Vita Buttata di Willwosh, ma oggi vogliamo ancora di più rendere omaggio a lei che rappresenta la nostra infanzia.

Sicuramente ogni città ha la sua emittente privata, con le sue storie, ma Sonia ci ha forse tenuto più compagnia della stessa Cristina. Da pomeriggio a sera ci intratteneva tra un anime -proprio anime, senza alcuna censura- e l’altro con “L’angolo delle chiacchiere”, “La posta di Sonia” e le celebri pubblicità -di cui non possiamo fare il nome- che riecheggiano ancora nella nostra mente. “Trovate questo prodotto ovunque e nei negozi della mia amica…” non possiamo continuare, scusateci. Se i nostri genitori andavano a letto dopo Carosello, noi andavamo rigorosamente a letto dopo la Canzone Della Buonanotte di Sonia da ascoltare sotto le lenzuola, senza far volare una parola. 

“In punta di piedi si va/tutti dormono già/dormono paesi e città/alberi, nuvole, angeli e favole…” 

Quante volte abbiamo imitato -o ancora imitiamo- lo spegnere la candela di Sonia prima di andare a dormire? Ora, i non romani si chiederanno: “Ok, va bene tutto, ma perché ‘sta Sonia è così importante?” 

“Saluto mamma, papà, zia, zio, l’altra zia, l’altro zio, i miei cugini: X, Y, Z, nonno, nonna, l’altra nonna, la mia migliore amica X, il mio migliore amico Y, i miei compagni di classe -mettere l’elenco dei nomi-, i miei amici di sport -elenco dei nomi- e tutti quelli che mi conoscono.”

Innanzitutto c’era un contatto diretto Sonia-bambino. Sonia e il suo robot Birillo non solo leggevano le letterine mandate dai bambini, ma interagivano rispondendo alle eventuali domande, o commentando -sempre positivamente- il contenuto di tali lettere. I baci megagalattici di Birillo erano l’evento che tutti noi aspettavamo di vedere, estasiati dal rombo della sua voce e dalla luce che emetteva. Durante “L’angolo delle chiacchiere” Sonia interagiva con i bambini proprio come se fosse una zia, chiedendo dei loro interessi, dei sogni, dei cartoni animati preferiti, di quello che facevano a scuola… insomma, i bambini erano i protagonisti della puntata, e Sonia “semplicemente” un’intervistatrice. Inoltre gli stessi bambini, inconsapevolmente, hanno poi creato il tormentone del salutare tutti, con un elenco infinito di nomi, e l’aggiunta: “e tutti quelli che mi conoscono”. Se quindi sentite un romano fare una battuta del genere, sta solo citando la nostra icona.

Finisce qui? Ovviamente no, perché Sonia era presente agli eventi di Super3, soprattutto quelli dell’Oasi Park (sappiamo che chi ha vissuto tutto ciò, ha aggiunto istintivamente: “Via Tarquinio Collatino 56/58”) dove anche lì, Sonia era la classica zia, e i più fortunati potevano scoprire “il segreto di Birillo”, da custodire come se fosse una gemma preziosissima.  

Spiegare cosa è stata Sonia per noi, è difficile, soprattutto ora che da qualche anno Super3 ha chiuso definitivamente i battenti. Vi basta sapere che la stessa Sonia ha una tabaccheria a Latina, dove spesso si recano i nostalgici dei suoi programmi.

Forse Sonia è come l’insegnante delle elementari a noi tanto cara, che andiamo a trovare anche dopo la pensione. Una D’Avena, appunto, ma molto più raggiungibile. Non sappiamo se abbiamo reso l’idea, vi basti sapere anche che se andavamo in vacanza fuori dal Lazio, chi ci mancava era proprio Sonia.

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