La ristampa di alcuni libri permette a nuovi lettori di appassionarsi a determinate storie e, grazie alla Fazi Editore, così è stato per noi con il romanzo di Garth Nix “Sabriel”. Pubblicato per la prima volta nel 1995 e fresco di ristampa questo cinque maggio nelle librerie, non potevamo non appassionarci a questa storia fantasy.
Ci troviamo in un mondo molto simile al nostro, probabilmente datato intorno al Novecento in una ipotetica Australia chiamata Ancelestierre. Sabriel è una giovane diciassettenne che vive in un prestigioso collegio femminile, il Wyverly College, e il primo momento in cui la vediamo è quello in cui è intenta a far resuscitare un coniglio. Lei è una negromante per discendenza, che ha appreso da suo padre la magia della Briglia. Una sera, le sue compagne di dormitorio vedono una creatura inquietante aggirarsi per le loro stanze, così Sabriel, rendendosi conto che sembra essere una marionetta morta, interviene: lei è in grado di scendere nella Morte, così riesce a parlare con l’essere e capire che non è altro che un messaggio di Abhorsen, suo padre. Il negromante afferma di essere intrappolato nella Morte e che un potente nemico, Kerrigor, è tornato nel mondo dei vivi per distruggere la magia e impossessarsi Regno, una zona dove la magia è libera di circolare, al di là di un muro che separa di due luoghi: Il vecchio Regno e Ancelestierre. Sabriel, quindi, parte alla ricerca del corpo di suo padre e nel suo percorso incontra un servo di Abhorsen, Mogget: una creatura della magia primigea rinchiusa in un corpo di gatto bianco, imprigionato da un collarino e da una campanella che non gli permettono di tornare nella forma originale di spirito diabolico. La ricerca del corpo del padre la porta ad arrivare fino al palazzo reale, dove Sabriel libera dallo scafo di una nave Touchstone e insieme il trio parte alla ricerca di Abhorsen, così da avere un aiuto nella lotta contro Kerrigor. La protagonista di questo primo romanzo ci viene presentata come intelligente, forte, un animo puro il cui suo principale intento è quello di trovare suo padre. La madre è morta dandola alla luce, quindi il suo unico appiglio alla famiglia è lui. É un uomo misterioso, dall’aspetto rude, che ha preferito salvarla facendola vivere ad Ancelestierre, anziché nel luogo dove è nata, il Vecchio Regno. Le ha insegnato le arti magiche, come scendere nella Morte perché il compito di ogni Abhorsen è quello di assicurarsi che i morti restino tali e che non possano tornare nel regno di vivi.
La storia di Sabriel è il viaggio dell’eroina, della ragazza che da giovane e dall’animo ardente, sceglie di percorrere un percorso che è pieno di insidie. Ha con sé delle campanelle attaccate a una bandoliera che le permettono di agire sui morti e una spada, dono di suo padre, che le dà la forza di combattere i morti che, varcato il confine con la Vita, tornano per ucciderla sotto le direttive di Kerrigor. Di quest’ultimo, sappiamo che è un Principe negromante corrotto dal potere, che non può morire fino a quando non verrà trovato il suo corpo fisico e sconfitto.
Sabriel non si arrende davanti alle difficoltà, la paura non le impedisce mai di agire e, nonostante il dolore, sceglie sempre di fare la cosa giusta. Il ritmo della storia è incalzante e non si può non rimanere incantati dalla narrazione. La giovane cresce davanti alle esperienze che la vita le mette davanti e così non la vediamo sbocciare davanti ai nostri occhi, dimostrandosi la grande negromante, la grande Abhorsen, che è sempre stata in fondo. Nonostante il “Times” lo abbia inserito tra i cento migliori Young Adult di sempre, questo romanzo può essere letto a ogni età. Nessun elemento viene mai banalizzato e termini complessi, uniti ai nomi mistici, vengono ben spiegati e delineati dalla penna di Garth Nix. Il percorso di Sabriel è lo stesso che guida gli adolescenti verso l’età adulta, verso nuove responsabilità che prima non si pensavano di avere. Il percorso è stato scritto, Sabriel deve percorrerlo ma alle sue condizioni. Inciampa, si rialza, ma non perde mai di vista l’obiettivo, trovandosi a far i conti con un enorme bivio: “È il viandante a scegliere il sentiero o il sentiero a scegliere il viandante?” Nel suo addentrarsi nel buio, Sabriel ci mostra quando sia sottile il velo che separa Vita e Morte, ma che comunque nessuno può rimanere esterno al ciclo dell’esistenza. Nessuno, neanche i negromanti, possono sfuggire al proprio destino, perché c’è una cosa che accomuna tutti gli esseri viventi: il punto di arrivo.
“C’è un tempo per morire, per tutto e per tutti.”
Se siete appassionati di fantasy emozionanti e pregni di misteri, questa nuova edizione di “Sabriel” fa proprio al caso vostro.
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