venerdì 20 maggio 2022

#Arte: L'arte di vivere

Siamo fermamente convinte che l’arte surrealista celi nelle sue opere una magia affascinante: quella di dare al soggetto molteplici significati a seconda dello spettatore. Artisti come De Chirico, Frida e ovviamente Magritte dipingevano mettendo nelle loro opere elementi onirici, in grado di suscitare reazioni diverse, riflessioni diverse e tutte ugualmente giuste.

Oggi vogliamo parlarvi de “L’arte di vivere”, realizzata nel 1967. Si tratta di un olio su tela dal forte carattere allegorico. René Magritte ci presenta il busto di un uomo, vestito in giacca e cravatta, mentre sopra di lui galleggia un pallone arancione, con tanto di occhi, naso e bocca. L’uomo è su una balconata in pietra e alle sue spalle si ergono delle montagne.
Qual è allora il significato che si cela al suo interno?

Partiamo dal busto: si tratta di un uomo vestito bene, ma è anche il tratto tipico delle opere di Magritte.
Abbiamo già parlato delle sue opere più famose: “Golconda” e “Figlio dell’uomo”, e in ognuna di queste rappresentazioni l’uomo dipinto è vestito in maniera elegante. È la rappresentazione di Magritte stesso, verosimilmente sempre con in dosso una giacca nera, una camicia bianca sotto e una cravatta legata al collo.
Come per “Figlio dell’uomo”, ancora una volta ritroviamo una cravatta rossa. Il rosso, dopotutto, è un colore forte, caldo, che è associato spesso all’autostima e alla fiducia. Sopra questo busto, come dicevamo, aleggia un pallone. Si tratta, in realtà, del volto dell’uomo in giacca e cravatta, ma allora perché viene rappresentato di dimensioni spropositate e come un pianeta? Sempre ricollegandoci al colore rosso, sembra rappresentare proprio Marte.

Corpo piantato a terra e testa che galleggia, rappresentano nel loro insieme le due esperienze umane: quella fisica e quella mentale (o onirica). La testa galleggia perché non è ancorata al corpo... fluttua leggera, svincolata dai legami con la terra, con tutto ciò che è confinato nello stato materiale.
Il volto è imperturbabile, guarda negli occhi lo spettatore, lo spoglia delle convinzioni per spingerlo a pensare più in grande, a qualcosa che non ha alcun legame con ciò che ci tiene fermi, infatti è rappresentato come il pianeta rosso.

Alle sue spalle si ergono delle montagne appuntite, rudi, che sembrano tagliare il cielo e il panorama in un motivo irregolare. Il paesaggio naturale è selvaggio, indomito. All’apparenza può apparire anche violento nella sua realtà, ma la natura non è altro che madre e carnefice, senza alcuna distinzione. Però l’uomo, che dà le spalle a tutto questo, è davanti a un muro fatto di pietre, in netto contrasto con il resto. Vi è una separazione tra ciò che è naturale e ciò che è costruito dall’uomo.

Cos’è, dunque, l’arte di vivere? Non è altro che un equilibrio tra lo spazio mentale e quello fisico, senza cadere trappola di uno o dell’altro. Come vi è equilibrio tra la testa che galleggia e il corpo piantato a terra, così vi è equilibrio tra le montagne alle sue spalle e il parapetto a cui è appoggiato l’uomo.

Nella pittura di Magritte si tende sempre a creare un “cortocircuito visivo”, dove l’occhio umano viene tratto in inganno da ciò che viene rappresentato su di una tela. È uno spingere lo spettatore a guardare oltre la superficie, a scavare nel profondo del quadro per esplorare se stessi. La sua pittura spinge il soggetto a domandarsi quale sia la realtà vera. Se pensiamo al quadro “Questa non è una pipa”, quindi ci rimettiamo al linguaggio, ci rendiamo conto dei limiti che esso possiede. Non si può chiamare “pipa” la sua rappresentazione, perché non si può fumare. L’arte di vivere è rappresentata quasi in maniera ambigua: Marte, dio romano della guerra, spinge anche a riflettere sul perché Magritte abbia scelto proprio il pianeta rosso, forse per sottolineare che le contraddizioni umane ce le portiamo comunque dietro, perché fanno parte di noi. Non possiamo negarle, perché ci accompagnano nel nostro “fluttuare”.

Bisogna guardare “oltre”, dopotutto Magritte stesso diceva:

“Non credete a quello che vedete, guardate al mondo come farebbe un bambino, non date nulla per scontato”.

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