Oggi
vogliamo parlarvi de “L’arte di vivere”,
realizzata nel 1967. Si tratta di un olio su tela dal forte carattere allegorico. René Magritte ci
presenta il busto di un uomo, vestito in giacca e cravatta, mentre sopra di lui
galleggia un pallone arancione, con tanto di occhi, naso e bocca. L’uomo è su
una balconata in pietra e alle sue spalle si ergono delle montagne.
Qual è
allora il significato che si cela al suo interno?
Partiamo
dal busto: si tratta di un uomo vestito bene, ma è anche il tratto tipico delle
opere di Magritte.
Abbiamo già parlato delle sue opere più famose: “Golconda” e
“Figlio dell’uomo”, e in ognuna di queste rappresentazioni l’uomo dipinto è
vestito in maniera elegante. È la rappresentazione di Magritte stesso,
verosimilmente sempre con in dosso una giacca nera, una camicia bianca sotto e
una cravatta legata al collo.
Come per “Figlio dell’uomo”, ancora una volta
ritroviamo una cravatta rossa. Il rosso, dopotutto, è un colore forte, caldo,
che è associato spesso all’autostima e alla fiducia. Sopra questo busto, come
dicevamo, aleggia un pallone. Si tratta, in realtà, del volto dell’uomo in
giacca e cravatta, ma allora perché viene rappresentato di dimensioni
spropositate e come un pianeta? Sempre ricollegandoci al colore rosso, sembra
rappresentare proprio Marte.
Corpo
piantato a terra e testa che galleggia, rappresentano nel loro insieme le due
esperienze umane: quella fisica e quella mentale (o onirica). La testa
galleggia perché non è ancorata al corpo... fluttua leggera, svincolata dai
legami con la terra, con tutto ciò che è confinato nello stato materiale.
Il volto è imperturbabile, guarda negli occhi lo
spettatore, lo spoglia delle convinzioni per spingerlo a pensare più in grande,
a qualcosa che non ha alcun legame con ciò che ci tiene fermi, infatti è
rappresentato come il pianeta rosso.
Alle
sue spalle si ergono delle montagne appuntite, rudi, che sembrano tagliare il
cielo e il panorama in un motivo irregolare. Il paesaggio naturale è selvaggio,
indomito. All’apparenza può apparire anche violento nella sua realtà, ma la
natura non è altro che madre e carnefice, senza alcuna distinzione. Però l’uomo,
che dà le spalle a tutto questo, è davanti a un muro fatto di pietre, in netto
contrasto con il resto. Vi è una separazione tra ciò che è naturale e ciò che è
costruito dall’uomo.
Cos’è,
dunque, l’arte di vivere? Non è altro
che un equilibrio tra lo spazio
mentale e quello fisico, senza cadere trappola di uno o dell’altro. Come vi è
equilibrio tra la testa che galleggia e il corpo piantato a terra, così vi è
equilibrio tra le montagne alle sue spalle e il parapetto a cui è appoggiato l’uomo.
Bisogna
guardare “oltre”, dopotutto Magritte stesso diceva:
“Non credete a quello
che vedete, guardate al mondo come farebbe un bambino, non date nulla per
scontato”.
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