Lunedì
16 maggio noi di 4Muses siamo state invitate all’anteprima del nuovo live
action della Disney: “Cip e Ciop –
Agenti Speciali” che dal 20 maggio è disponibile sulla piattaforma Disney+. Dobbiamo confessarlo, eravamo
convinte si trattasse di un prodotto per bambini, ma mentre eravamo in sala ci
siamo rese conto di quanto fosse un prodotto più per un pubblico di
ventenni/trentenni che per piccoli. Non fraintendeteci, la trama va benissimo
anche per i più giovani, ma i moltissimi riferimenti alla nostra di infanzia
rendono il prodotto davvero interessante anche per chi, come noi, è nato
tra gli anni Ottanta, Novanta e inizio del Duemila.
È
impossibile non conoscere questo simpatico duo: almeno una volta se ne è sentito
parlare, al pari di Pluto, Silvestro e tanti altri personaggi antropomorfi
della Disney. Si tratta di due scoiattoli striati che compongono una dinamica
coppia di amici: da un lato abbiamo Cip (doppiato
da Raul Bova), la mente del gruppo,
con il nasino nero e dai modi di fare da vero leader con i suoi piani astuti;
dall’altro abbiamo Ciop (Giampaolo Morelli), dal naso rosso, il
più bonaccione dei due, un po’ “tontarello” ma con un grande cuore. In questa recensione cercheremo di non fare troppi spoiler.
Nel
nuovo film della Disney le loro differenze caratteriali emergono in maniera
dirompente. Loro sono le star della serie animata “Agenti Segreti”, ma Ciop si
sente l’eterno secondo, non in grado di competere con Cip, motivo per cui
decide di prendere una strada tutta sua per un progetto solista. Il duo si
sfalda e le strade finiscono inesorabilmente per dividersi. Ciop, fallita la
carriera da protagonista di un nuovo film (che si dimostra un totale flop), si
butta a capofitto nel mondo dei social, rilegato osservare sempre da lontano
gli altri andare avanti. Cip, invece, ha completamente accantonato la carriera
artistica per spostarsi sul settore finanziario: è molto bravo nel suo lavoro,
ma quando torna a casa si rende conto della solitudine che lo assale, di quella
che neanche il suo amato cane riesce a colmare. Ma Cip e Ciop sono destinati a
incrociarsi di nuovo, quando vengono a sapere che il loro amico Monterey Jack (che ha il nome dell’omonimo
formaggio) si trova invischiato in un brutto traffico e sparisce nel nulla. Accantonati
i dissapori, il dinamico duo dovrà unire le forze per ritrovarlo.
Nella
rappresentazione di Cip e Ciop, quest’ultimo è stato cambiato in CGI, mentre
altri personaggi dei cartoni animati sono stati aggiunti allo screen come
estrapolati dai loro film d’animazione “natii”: troviamo infatti Lumière
(direttamente da “La Bella e la Bestia”), “He Man”, “Flounder”, un “Baloo”
digitalizzato e tanti altri di cui non faremo spoiler ma che hanno segnato l’infanzia dei trentenni di oggi.
Possiamo definire questo film come una grandissima strizzata d’occhio alla “vecchia”
generazione. Ma perché questo film, per noi, è un qualcosa che dovete
assolutamente vedere?
Nel film ci viene mostrata una
critica ai reboot, come se fosse una presa di coscienza stessa della casa di produzione che negli ultimi anni ha dato parecchio spazio ai rilanci di vecchi prodotti ma in chiave live action, come è il caso stesso di Cip e Ciop. Durante tutto il film è possibile vedere delle esagerazioni divertenti di questa stessa autocritica: possiamo vedere infatti l’assurdo scontro di “
Superman vs ET” e tanti altri sulla stessa lunghezza d’onda. È un esasperare il mercato, certo, ma come è stato detto durante la conferenza stampa, spesso si cerca di riportare alla ribalta qualcosa che in passato è stato davvero apprezzato. Se da una parte questa può sembrare una critica al volersi arricchire senza portare nulla di nuovo nel panorama cinematografico, dall’altro non lo è: i bambini di questa generazione hanno la possibilità di
riscoprire personaggi che hanno caratterizzato l’infanzia dei loro genitori e, come loro, appassionarsene.
Parliamo anche di un altro punto: la contraffazione. Quando
eravamo piccole, non era strano imbatterci in alcuni prodotti che sembravano la
brutta copia del cartone originale Disney, che spesso venivano da oltre oceano
o da alcuni paesi dell’Asia. Le cassette costavano meno della metà e le trame
neanche lontanamente paragonabili a quelle della versione originale. Eppure c’erano.
Era una normale convivenza la nostra, un po’ come quando magari volevi una specifica
Barbie e ti trovavi tra le mani la versione discount con il genitore di turno
che ti diceva “Ma è uguale”, ma per noi bambine dell’epoca non era uguale “manco
per niente”. In questo film Disney ci viene mostrata la fabbrica di questi falsi
come se fosse un raket del crimine, che in un certo senso lo è.
Non
possiamo non parlare del messaggio che anima il film stesso: “il rischio più grande è di non rischiare mai”,
che è un po’ il mantra stesso della pellicola. Questo messaggio motivazionale è
una frase che la madre di Cip riferisce al figlio il primo giorno di scuola e
che lo stesso poi riferisce a Ciop in una determinata situazione. Buttarsi in
una nuova avventura spaventa, certo, ma il non correre rischi riduce la persona
a uno stato di immobilismo che blocca in un terribile limbo di impotenza. Se non
si usa il coraggio, se non ci si mette in gioco per salvare gli amici nel
momento del bisogno, a che serve andare avanti?
Ultimo
ma non per importanza, è il riferimento ai clichè
narrativi: siamo così abituati a storie che puntano il più delle volte a
sviare lo spettatore sul riconoscimento del vero cattivo che abbiamo ormai
perso l’abitudine del “cattivo scontato”. Malgrado tutto, però, le divergenze
che ci sono state tra Cip e Ciop, questo permette loro di rinsaldare il loro
legame perché un leader non può operare senza una spalla e viceversa. Noi vi
invitiamo a vedere questo nuovo-nonnuovo prodotto della Disney, poi fateci sapere
se ve ne siete appassionati come noi.
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