Poi però sabato 30 Aprile facendo zapping tra i canali (il che è già strano perché non guardiamo quasi mai la tivù per mancanza di tempo) ci siamo trovate su Rai 1 a guardare quasi incantate una puntata di “Ulisse – Il piacere della scoperta” chiamata “Parigi: Sognando la Belle Époque”, e ammettiamo che un po’ (un bel po’) di nostalgia ci è tornata.
Abbiamo pensato per tutta la notte e per buona parte della giornata seguente che articolo scrivere e, anche se sono numerose le cose che ci sono saltate in mente, ce n’è una che tornava sempre: la Basilique du Sacré-Cœur.
Oggi il quartiere di Montmartre (trad. Monte dei martiri) è conosciuto per essere un luogo turistico per tutti gli amanti dell’arte (qui sono infatti ubicati gli atelier di numerosi pittori tra cui Pablo Picasso, Vincent Van Gogh e Amedeo Modigliani) ed è divenuto famoso per film come “Moulin Rouge!” (2001) “Il favoloso mondo di Amélie” (2001) e “Midnight in Paris” (2011), ma in realtà quando le costruzioni ebbero inizio, il quartiere non era altro che un villaggio disabitato.
Questa basilica fu ideata dall’architetto Paul Abadie e la sua costruzione incitata dall’arcivescovo di Parigi Joseph Hippolyte Guibert a seguito anche dell’Assemblea nazionale del 24 Luglio 1973 e in onore ai morti in guerra.
Anche se fu inizialmente progettata in stile romanico, in realtà l’edificio non rientra in uno stile ben preciso: anche (ma non solo) a seguito della morte di Abadie avvenuta nel 1884, infatti, i progetti furono cambiati numerose volte fino alla consacrazione della basilica nel 1919 e alla conclusione dei lavori avvenuta nel 1920.
La struttura è – permetteteci il termine – mastodontica. Chiunque sia mai stato a Parigi e l’abbia vista di persona potrà appoggiare questa nostra definizione forse un po’ becera e sicuramente riduttiva di questo edificio. Non è di certo una delle basiliche più grandi di Europa né tantomeno del mondo ma è sicuramente tra gli edifici più alti della città francese, e quel che la fa sembrare così grande è proprio il suo posizionamento nel punto più alto della città, la collina di Montmartre, appunto. Montmartre che tra l’altro non vanta di palazzi sorprendentemente alti o edifici spaziosi.
Ispirato alla Cattedrale di San Frontone di Périgueux, l’edificio è stato costruito interamente in pietra bianca estratta direttamente dalle cave del Château-Landon, perfetto per questa città in quanto in grado di lucidarsi sempre di più a seguito di ogni pioggia. La navata e il transetto della stessa dimensione rendono questo luogo di culto a croce greca equilatera, ma le quattro cupole sono sicuramente le cose che più saltano all’occhio, ma solo una di queste spicca veramente: la più grande – quella che spicca su tutta Parigi – è di sedici metri di diametro e poco più di ottantatré metri di altezza, mentre all’interno la basilica è a dir poco atipica, almeno per noi italiani abituati a vedere dipinti e opere d’arte in ogni angolo.
L’interno della chiesa di dipinto o di rappresentazione non ce n’è quasi nessuno, fatta eccezione per un mosaico sull’abside iniziato dal pittore Luc-Olivier Merson e dall’architetto Lucien Magne all’inizio del Novecento ma finito – a seguito della morte dei due – da Merson Henri-Marcel Magne e Marcel Imbs nel 1923.
Dalla superficie di quattrocentosettantacinque metri quadrati, questo mosaico raffigurante il Cristo risorto e i patroni della Francia (la Madonna, San Michele Arcangelo e Giovanna D’Arco) è uno dei più grandi al mondo.
Ad avere il primato di “più grande della Francia” è invece la Savoiarde, dal peso di diannove tonnellate, la campana maggiore della basilica posta dietro l’abside, chiamata con quel nome proprio in onore all'annessione della Savoia alla Francia.
Vorremmo poter parlare di altro e ci
piacerebbe davvero descrivervi ulteriormente la Basilica del Sacro
Cuore, ma oltre a quel che abbiamo detto non c’è molto altro da dire, se
non che al suo interno sono presenti due organi a canne (di cui uno
costruito nel 1898 da Aristide Cavaillé-Coll per il barone Albert de l'Espée a Biarritz) o che – andando sulle leggende metropolitane – qui prima della costruzione della chiesa fu decapitato nel III secolo San Dionigi di Parigi che dopo la decapitazione corse per svariati metri con la sua testa tra le mani, ma in realtà non c’è molto altro da dire.
Di certo non lascia a bocca aperta come alcune basiliche della
concorrenza ed è molto più semplice della maggior parte (se non di
tutti) i luoghi di culto che abbiamo mai visitato, ma chi dice che il
semplice non vada bene?
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