Ci sono personaggi che hanno fatto
letteralmente la storia, nel bene o nel male. Ricordiamo persone che hanno
fatto cose grandi, come Gandhi, Martin Luther King, Giovanni Paolo II, ecc.., e
ancora più nitidamente chi ha fatto cose terribili, come Hitler, Mussolini,
Stalin e via dicendo. Oggi, però, vogliamo parlarvi di un personaggio storico
ben più antico di quelli citati che, a suo modo, ha fatto la storia
dell’Asia, creando per un brevissimo tempo, il primo impero terrestre più vasto mai
creato prima nella storia umana: Gengis Khan.
Parlando di numeri, l’impero romano,
durante gli anni della sua massima estensione, arrivò a conquistare 5.000.000
km², quello del sovrano mongolo raggiunse i 24.000.000 km².
Ma chi fu Gengis Khan?
I dati relativi alla sua nascita sono
pochi e per lo più vaghi: l’anno è incerto, infatti per alcuni storici potrebbe
essere il 1155, il 1162 o il 1167. Il vero nome era Temüjin Borjigin. Sua madre, Hoelun, venne rapita da Yesugei, capo
del clan Borjigin, e dalla loro unione nacquero cinque figli, Temüjin fu il
primo e prese il nome dal generale tartaro che il padre aveva sconfitto e
catturato. Secondo altre fonti, invece, doveva essere un richiamo al ferro (tomor). Secondo le leggende della Mongolia, il futuro sovrano nacque il
giorno chiaro del primo mese dell'estate dell'anno del cavallo d'acqua del
terzo ciclo stringendo un grumo di sangue, a sottolineare come il suo
destino fosse già stato scritto alla nascita.
Suo padre lo promise sposo a Borte,
appartenente al clan della moglie, gli Ungrat. Lasciò il figlio lì per un
periodo e mentre faceva ritorno a casa, venne avvelenato dai Tartari e morì,
lasciando sua moglie sola a occuparsi di ben sette figli, due dei quali suo
marito li aveva avuti da un’altra donna. Mentre Temüjin era intento a stringere
legami per rafforzare il suo potere come capo tribù, si alleò con il figlio di
un capoclan, Jamuka. Ma il potere fa gola a molti e la rivalità con uno dei
fratellastri aumentò al punto tale che, dopo uno sgarbo, il futuro sovrano
pensò di farsi giustizia da solo, uccidendolo. A sedici anni, decise di sposare
Borte, tra il 1181 e il 1182 e dopo questa unione cominciò a ad ampliare la
propria influenza.
Date le sue doti di stratega, molti clan
minori scelsero di appoggiarlo, fino a che non ci fu l’evento che diede inizio
alla sua vera e propria scalata: venne adottato dal “Khan” (alla stregua di Gran Principe) dei Kereiti (tribù
turco-mongola della Mongolia centrale), che all’epoca era il capo mongolo più
potente, nonché vassallo dell’imperatore cinese della dinastia dei Chin. Questo
gli permise di ottenere credibilità in quanto capo e di avere come suoi uomini
quattro valorosi guerrieri: Subedei e Djelme (entrambi della tribù Uriankhai),
Djebe (Besud) e Mukali (Barula).
Quando la dinastia Chin venne sconfitta,
rimase vacante la carica di Gran Khan,
Khagan. Venne eletto come Cinggis Khan,
dove cinggis significava “forte”,
intorno al 1200. Da qui in poi ottenne il soprannome di Gengis Khan. Per espandere il proprio potere, si impegnò in una
battaglia contro il suo vecchio amico Jamuka e, una volta sconfitto, lo
strangolò.
Iniziò quindi a organizzare la popolazione del suo
vasto impero: ogni tribù (ulus) era indipendente, ma sottomessa alla famiglia
imperiale, a quella di Gengis Khan, il casato di stirpe aurea, derivato dal dio
Tengri (dio del cielo azzurro, divinità suprema per i mongoli). La sua politica
era basata sulla scrittura e impose a tutti i principi di impararla. Introdusse
una moneta a “corso forzoso” (inconvertibile) che si otteneva dando
all’imperatore dei beni preziosi. Vietato il baratto, l’unico modo per fare
acquisti era per mezzo di questa moneta. Nessuno poteva avere oro o altri tipi
di oggetti preziosi, che dovevano essere dati all’imperatore in cambio,
appunto, della moneta corrente.
Dal 1205 al 1209, il Khan dichiarò guerra al ricco
popolo Xi Xia, il che gli assicurò un vasto territorio che gli diede modo di
poter guardare alla Cina e alla dinastia regnante, i Wei, così da dichiarargli
guerra nel 1211. Malgrado ci furono importanti vittorie, i mongoli non
arrivarono a prendere le principali città. Nel 1213 arrivarono fino a sud della
Grande Muraglia Cinese. Nel 1214 Gengis Khan arrivò a Pechino, dove l’imperatore
Xuan Zong aprì i negoziati, pagandoli perché si ritirassero dalle sue terre. Nel
mentre, però, lo stesso aveva spostato la capitale a Kaifeng, cosa che offese profondamente
Gengis che tornò l’anno dopo per saccheggiare Pechino.
Il regno di Khan si estendeva a ovest fino a uno stato
islamico, Khwārezm, con cui voleva iniziare a commerciare. Gli emissari del
generale vennero sterminati, così Gengis rispose a questo affronto in maniera
sanguinosa e nel 1223 anche questo stato venne annesso. I suoi possedimenti
arrivarono fino all’attuale Bulgaria, mentre contro i Tanguti, una tribù che si
era alleata ai Chin e agli Xian, Khan commise uno dei primi genocidi della
storia.
Nel 1227 Gengis Khan morì, anche se le circostanze
della sua morte non sono note. Molto probabilmente furono a causa dello scontro
con i Tanguti. Secondo la leggenda, venne sì seppellito in Mongolia, ma tutti i
testimoni che assistettero alla tumulazione furono uccisi per paura che
parlassero. Inoltre migliaia di cavalli calpestarono la terra attorno alla
tomba perché non potesse essere trovata. Secondo altre leggende, la sua tomba
risiede sotto il fiume Onon, che venne appositamente deviato. La tomba non
doveva essere trovata, perché disturbare il sonno del grande condottiero
avrebbe provocato la fine del mondo.
Certo, nella storia recente non sono mancati i
tentativi di ritrovare l’ambito sepolcro ma, un po’ come per la leggenda della
tomba di Tutankhamon, chi provò a cercarla subì morsi di serpenti e incidenti
vari, finché la popolazione locale si oppose con forza alle ricerche. Il primo
ministro stesso della Mongolia proibì di perpetuare certe indagini, dato che
Gengis Khan viene ricordato come un eroe
nazionale. Nonostante non si abbia il permesso di scavare, la National
Geographic Society con l’aiuto di Albert Yu-Min Lin, ingegnere dell’Università
della California a San Diego, individuò nel 2015 cinquantacinque siti in cui
potrebbe trovarsi la tomba di Gengis Khan.
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