Nella storia ci viene presentato Mamoru Shuzuhara, un giovane liceale da sempre innamorato della sua compagna di classe, nonché vicina di casa, Aya Chiyono. Il nostro protagonista, però, rimane sconvolto nello scoprire che il suo amore adolescenziale andrà via dalla loro città. Il suo trasferimento coincide con il compleanno della stessa, quindi decide di fuggire con lei nei sette giorni che precedono il compleanno della ragazza, così da festeggiare per l’ultima volta insieme. Con il supporto di altri quattro compagni di classe, decidono di nascondersi in una vecchia fabbrica abbandonata. Non sanno, però, che al suo interno si nasconde Malet, un bambino thailandese ricercato per essere rimpatriato dall’ufficio immigrazione. Nei loro sette giorni di “ribellione”, i ragazzi dovranno fare i conti con loro stessi, i loro sentimenti, ma anche con lo scontro con gli adulti, passando inevitabilmente per la gogna mediatica.
Quello che più di tutto ci ha colpito di questo anime e proprio quest’ultimo punto: la reazione del mondo esterno. Quando il web viene a sapere della fuga dei ragazzi, cominciano a piovere commenti sulla loro scelta. Tra tutti i pettegolezzi più o meno velenosi, i più importanti quelli dei loro compagni di classe, che scelgono di svelare gli altarini di tutti, raccontando fatti o pensieri che erano stati espressi in confidenza. Inevitabilmente, questo porta i sei giovani a litigare. Il malumore è evidente e la situazione sembra critica, se non fosse che l’intervento di Mamoru riporta la pace. Lui è il primo che ammette le sue colpe e finisce per confessare il suo amore per Aya. Uno a uno, incoraggiati dalla scelta di Mamoru stesso, cominceranno ad aprire il loro cuore, ritrovandosi più legati che mai.
Eppure non tutti gli adulti sono contro di loro, perché capiscono il loro desiderio di estraniarsi da un mondo che sembra correre troppo veloce e che non permette a nessuno di esprimersi. Una figura che infonde loro coraggio è “Giglio della pioggia”, la donna che incita Mamoru a essere se stesso, a non nascondersi più e che si dimostra essenziale anche per far ricongiungere il bambino (che alla fine si scopre essere una bambina) con i propri genitori.
“Comunque vada, l’importante è averci provato”
Mamoru
e i suoi amici sono giovani, devono potersi dedicare anche alle avventure
personali per poter crescere. Essere giovani vuol dire anche fare delle
esperienze, nella libertà di essere chi si vuole essere e, più avanti,
diventare. Quella che doveva essere una ribellione, si trasforma in una guerra
della non violenza. Davanti alla capacità di riscoprirsi un po’ bambini e
sognatori, anche gli adulti abbasseranno
le difese e inizieranno a ricordare un passato che sembravano aver dimenticato con
la crescita.
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