martedì 8 marzo 2022

Disney: The King's Man - Le origini

Più è grande un timore, più è facile che questo succeda.

Questa frase è il mantra che muove la storia de “The King’s Man - Le origini”, la spy story uscita lo scorso anno e disponibile su Disney+ tra le novità aggiunte di recente. La pellicola, diretta da Matthew Vaughn è il prequel della storia, prima fumettistica, poi cinematografica, di “Kingsman - Secret Service” (2014) e di “Kingsman - Il cerchio d’oro” (2017). Lo stesso regista ha scritto anche le sceneggiature di altri film come “Kick-Ass”, “X-Men - L’inizio”, “X-Men - Giorni di un futuro passato” e “Rocketman”.

Ma arriviamo al sodo, di che parla questo film?

La storia inizia nel 1902, in Sud Africa, dove Orlando - duca di Oxford - e sua moglie Emily lavorano per la Croce Rossa in un campo di concentramento boero. Con loro c’è il piccolo Conrad.
Durante una sparatoria Emily muore, facendo giurare a suo marito di proteggere loro figlio. Per Orlando, quella diventa la sua missione di vita. Facendo un balzo avanti di dodici anni troviamo il duca di Oxford intento a tessere, insieme a due servitori, una fitta rete di contatti per preservare il Regno Unito da un possibile conflitto mondiale, di cui soffiavano già i venti di guerra. Conrad è intenzionato a unirsi all’esercito, ma suo padre glielo vieta. Mentre sono a Sarajevo per un viaggio, l’arciduca Francesco Ferdinando viene assassinato. Inizia così la Prima Guerra Mondiale. Orlando scopre qual era l’intento dell’assassino, Gavrilo Princip, il quale faceva parte di un piano più ampio per far scontrare Germania, Russia e Gran Bretagna. Da qui, Orlando si ritrova a doversi recare in Russia per uccidere Rasputin, che assoggetta lo zar. L’America nel mentre, tenuta sotto scacco da un personaggio che agisce nell’ombra delle highland scozzesi, si rifiuta di immischiarsi nella faccenda, e il conflitto mondiale esplode in tutta la sua atrocità. Intanto Conrad si arruola, malgrado gli avvertimenti del padre. Riuscirà a tornare a casa prima della fine del conflitto? E Orlando riuscirà a scoprire l’identità del villain e a sconfiggerlo?

Ma quindi, chi sono i King’s Man? Sono la prima agenzia di spionaggio inglese, con contatti da un capo all’altro del globo. Il nome riprende dalla Kingsman, una bottega di abiti, al cui piano superiore ha sede il centro di spionaggio. Per far sì che nessuno sia superiore, ogni personaggio riprende i nomi del ciclo arturiano, come appunto Artù, Lancillotto, Merlino, Parsifal e Galahad.

Questa spy story ha tanto il sapore di altre pellicole come “Mission Impossible” e “007”, anche se è ambientata a inizio Novecento, durante il primo conflitto mondiale. I fatti narrati, seppure delineati con tratti fantasiosi, arrivano comunque alla medesima conclusione. Non manca, infatti, l’assassinio dell’arciduca Francesco Ferdinando (la famosa “goccia che ha fatto traboccare il vaso”), così come non manca la morte sulla neve per Rasputin o lo sterminio dei Romanov. È il modo in cui si arriva a questi fatti che potrebbe far storcere il naso a chi preferisce che la storia venga rappresentata come realmente accaduta. Nel suo complesso, però, la narrazione funziona e tiene incollato lo spettatore allo schermo. Non mancano figure di spicco del secolo passato, come Lenin che prende il posto di Rasputin nei suoi piani bellici, ma anche una Mata Hari che seduce il presidente americano Wilson in qualcosa che ha vagamente i contorni del rapporto Bill Clinton - Monica Lewinsky.

Più è grande un timore, più è facile che questo accada”, come dicevamo, muove la storia. Orlando ha una paura incondizionata che il figlio Conrad possa morire in guerra. Da una parte abbiamo la vecchia guardia, con i suoi timori che gli sbagli compiuti in passato non ricadano sui figli, dall’altra la nuova generazione, così affamata di fare qualcosa in cui crede. Vecchio e nuovo si scontrano, perché la voglia di proteggere Conrad spinge quasi il padre a soffocare con le sue premure il figlio. In un certo senso, è come se il duca di Oxford volesse a tutti i costi rinchiuderlo in una gabbia dorata, come un padre che fa di tutto per proteggerlo dai pericoli, ma è giusto anche che i giovani facciano le loro esperienze. Certo, in un contesto di guerra sarebbero davvero pochi i genitori che vorrebbero gli i figli facessero le esperienze del fronte, ma in senso più ampio è questo.

Le scene di combattimento sono una danza spettacolare, proprio per le varie tecniche usate e che spesso diventano dei veri e propri balli, come il duello contro Rasputin o anche con il villain della storia. Alla narrazione puramente storica degli eventi vengono dati degli accorgimenti non da poco, come la guerra vista dagli occhi del soldato, del reduce di guerra, ma anche viene ben delineata la tensione che si respirava nelle trincee.

I capi delle tre nazioni coinvolte, re Giorgio V (Regno Unito), Guglielmo II (Germania) e Nicola II (Russia), i tre cugini legati dal rapporto con la Regina Vittoria, sono interpretati dallo stesso personaggio, Tom Hollander. Nel cast non mancano volti noti agli spettatori, come Orlando/Artù che viene intepretato da Ralph Fiennes (Voldemort di Harry Potter), Conrad da Harris Dickinson (il Principe Filippo in Maleficent), Polly/Galahad da Gemma Arterton (la Tamina di Prince of Persia), Shola/Merlino da Djimon Hounsou (Korath di Capitan Marvel), Erik Jan Hannusen da Daniel Brühl (Zemo di Capitan America - Civil War), Kitchener da Charles Dance (Tywin Lannister di Game of Thrones) e Lancillotto da Aaron Taylor Johnson (John Lennon di Nowhere Boy).

Quindi, con un cast così, che aspettate a vedere il film?

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