lunedì 21 marzo 2022

#Disney: Red - Recensione

Dopo Encanto, il nuovo prodotto di casa Disney è “Red”, uscito sulla piattaforma di streaming dell’omonimo colosso il 10 marzo di quest’anno. Diretto da Domee Shi, che fa con quest’opera il proprio debutto alla regia, il film d’animazione racconta la storia di Meilin Lee e la transizione dall’infanzia all’adolescenza. Pronti a fare un tuffo nel passato? Attenzione però: l
articolo potrebbe contenere degli spoiler.

La storia è ambientata nel 2002 a Toronto, Canada. Mei Lee è una tredicenne modello: va benissimo a scuola, ha degli amici ed è devota completamente alla sua famiglia. Lavora nel tempio insieme ai genitori, cercando di compiacere sua madre, Mig, donna severa e iperprotettiva. La donna non si rende conto del passaggio di Mei dall’età infantile a una più adulta e cerca in ogni modo di scoraggiare i suoi interessi. Non si rende conto che la ragazza comincia a provare interesse per i ragazzi, arrivando a metterla a disagio nei modi peggiori. Una notte Mei non riesce più a gestire questra frustrazione ed esplode, trasformandosi in un gigantesco panda rosso. Dopo aver nascosto il cambiamento ai genitori, la giovane si rende conto che può tornare normale solo attraverso il rilassamento, calmando la sua mente, capendo che il suo cambiamento viene causato da uno sbalzo emotivo. Mei sembra in grado di gestirlo, fino a quando sua madre non la mette a disagio a scuola, davanti a tutta la classe. Tramutatasi nuovamente in panda, la ragazza scappa a casa e, parlando con Ming, capisce la storia della sua “maledizione”. C’è però un modo per evitare di diventare un panda rosso ed è attraverso un rituale da compiersi il giorno della luna rossa. Caso vuole, però, che la data coincida esattamente con il concerto dei 4 Town, una band che Mei adora. Tra l’oppressione della madre e il problema dell’adolescenza, riuscirà la protagonista a trovare la propria strada?

Il più delle volte i film della Disney Pixar nascondono dei messaggi che vengono per lo più sussurrati, ma con “Red” accade l’esatto opposto. È la ricerca della propria identità il tema di questo lungometraggio, il passaggio dall’infanzia all’adolescenza. Il giorno prima si è bambini, dove tutto è un gioco, dove l’altro sesso ci è indifferente, poi piano piano cambia qualcosa in noi ed ecco che iniziano i sogni a occhi aperti, il fantasticare sul ragazzo che ci piace e il corpo muta nella pubertà: si ricopre pian piano di peli, comincia a emanare odori strani ed è tutta colpa degli ormoni. Questo passaggio diventa quindi la metafora del panda rosso, così come l’atteggiamento della protagonista: dal momento in cui Mei diventa una creatura diversa, ecco che comincia a cercare di ritagliarsi del tempo per staccarsi dall’oppressione della madre e di essere più libera: vuole poter uscire con le sue amiche, organizzarsi per partecipare al suo primo concerto e vuole andare alle feste dove ci sono anche i compagni maschi. Vuole poter decidere da sola, vuole poter frequentare dei ragazzi, insomma, vuole la propria indipendenza e lo fa attraverso la ribellione.

Da ragazza allontanata da tutti e ritenuta “sfigata”, Mei diventa la più popolare della scuola con la sua trasformazione in Panda, riuscendo a rendere il suo “piccolo problema peloso” un business. Il tutto sembra bellissimo, fino a quando in uno scatto d’ira (anche questo tipico dell’adolescenza) non ferisce un suo compagno di classe. Ed è qui che la giovane comincia a temere questo cambiamento a ricacciarlo indietro e, da che era riuscita ad accettare questa sua “particolarità”, ecco che prova in tutti i modi di disfarsene. Per fortuna c’è suo padre che comprende, meglio della madre, il cambiamento della figlia.

“Abbiamo tutte molte sfaccettature del carattere, Mei, con aspetti a volte complicati. L’obiettivo non è nascondere il lato negativo, ma trovargli posto, conviverci.”

Mei non è diversa da noi, perché ancora una volta la Disney Pixar ha creato un prodotto dove gli utenti, che siano giovani o adulti, possano rivedersi. Altro aspetto importante è il rapporto tra Mei e sua madre. Ming non è riuscita a perdonare il proprio passato, il suo tentativo costante di soddisfare le aspettative alte di sua madre e proietta la stessa situazione nel suo rapporto con sua figlia. Vuole che Mei sia una studentessa modello, senza fronzoli per la testa e devota al suo lavoro al tempio. In un certo senso è come se si rendesse conto del cambiamento della figlia, della sua crescita, ma non volesse accettarla. Non è che non si fida di lei, ma non si fida di chi è intorno, vi suona familiare questa frase? Nella sua ricerca constante del tenere tutto sotto controllo, figlia compresa, non si rende conto di logorare il loro rapporto. Nella scelta finale che fa la protagonista, poi, ecco il cambio di rotta: per quanto Mei possa crescere e staccarsi dalla sua famiglia e soprattutto da sua madre, il loro rapporto non cambierà mai. Per quanto possano essere distanti, la donna sarà comunque orgogliosa di sua figlia. Per tanto tempo la ragazza ha nascosto i propri desideri per poter far felici tutti, ma ora che ha trovato la sua strada e ha capito chi vuole essere, la madre sarà al suo fianco, permettendole di bilanciare ciò che era con ciò che sta diventando. Per noi questo film d’animazione è stato una piacevole scoperta, ma quando un prodotto Disney non lo è?

E voi, cosa ne pensate di “Red”?

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