Noi di 4Muses adoriamo il true crime.
Non chiedeteci il motivo, non lo volete sapere veramente e comunque non ne siamo sicure al 100% nemmeno noi, ma sta di fatto che ci affascina tutto ciò che è true crime.
Sappiamo che dedicare un articolo a un serial killer può far storcere il naso a molti, quindi ci teniamo a specificare che ovviamente non vogliamo glorificare in nessun modo né lui, né tantomeno le sue azioni.
È oggettivo però che sia un personaggio estremamente particolare, che vi piaccia o meno ammetterlo.
Theodore Robert Bundy nasce a Burlington (nello Stato del Vermont) il 24 Novembre 1946 da Eleanor Louise Cowell. Anche se la paternità fu attribuita a Jack Worthington, un veterano dell'Air Force, si sparse la voce, tra alcuni membri della famiglia di Bundy, che il padre stesso di Eleanor fosse anche il padre di Ted (e che quindi lui sia nato da uno stupro); in realtà non sono state trovate prove rilevanti a riguardo e quindi, di fatto, l'identità di suo padre è sconosciuta.
Di certo negli anni '40 essere un figlio illegittimo non era affatto facile e per questo motivo sua madre decise di farlo crescere senza rivelargli la sua vera identità, facendogli quindi credere di essere la sua sorella maggiore; scoprì la verità da solo e in età adulta e per questo portò risentimento alla madre per tutta la sua vita.
Visse a casa dei nonni materni a Philadelphia per evitare la stigmatizzazione sociale e instaurò un rapporto molto stretto con il nonno (e presunto padre) tanto che affermò di identificarsi nell'uomo, che però era tutto tranne che un buon esempio: più volte fu definito un ignorante, razzista, antisemita e anticattolico, picchiava la moglie e le figlie e reagiva violentemente nei confronti di qualsiasi essere vivente incrociasse il suo cammino. Ovviamente identificandosi con il nonno, Ted assunse ben presto comportamenti disturbanti; una volta sua zia Julia raccontò di essersi svegliata circondata da coltelli da cucina ai piedi del letto. Il bambino (allora aveva tre anni), la guardava sorridendo.
Ted Bundy nell'annuario del suo liceo, 1965 |
Di questi anni si sa ben poco, se non che qui sua madre (che aveva precedentemente cambiato il suo cognome da Cowell a Nelson e aveva eliminato il suo primo nome) conobbe Johnny Culpepper Bundy, un cuoco che lavorava in un ospedale che adottò Ted lo stesso anno dopo aver sposato Louise.
I due ebbero quattro figli e Johnny provò sempre a far inserire Ted nelle attività di famiglia, non riuscendoci mai.
Con l'arrivo dell'adolescenza Theodore divenne sempre più arrogante e fece uscire sempre di più il suo lato violento; la scoperta della vera identità della madre che lui credeva essere sua sorella, e la brusca fine della relazione con Stephanie Brooks (donna di buona famiglia con cui Ted provò a legarsi) da cui il ragazzo non si riprenderà mai, lo fecero isolare sempre di più dalla società.
Nel 1969 si iscrisse all'università per studiare psicologia e legge e prese la tessera del Partito Repubblicano. In quegli anni conobbe Ann Rule, che segnò la vita di Ted profondamente e per tutta la vita; Ann, però, rimase all'oscuro della sua doppia vita per tantissimo tempo e scoprirà la sua identità anni più tardi; sempre in questo periodo tornò nella sua vita Stephanie Brooks con cui il ventitreenne Ted si sposò solo per poterla successivamente lasciare nel 1974 e dimostrare di poter fare quello che anni prima lei aveva fatto a lui.
Sempre lo stesso mese Bundy commise il suo primo omicidio: quello di Joni Lenz, diciotto anni.
"L'omicidio non è una questione di lussuria né di violenza. È una questione di possesso"
Parlare ogni singola donna uccisa da Ted Bundy ci risulta impossibile in quanto nel giro di soli quattro anni le vittime certificate dell'uomo sono state almeno trenta. Come accade con i serial killer tutte (o quasi) presentavano le stesse caratteristiche fisiche: Ted Bundy infatti cercava donne e ragazze dai dodici ai ventisei anni, tutte minute e tutte con i capelli lunghi e scuri, esattamente come la sua ex fidanzata che con il suo rifiuto ferì irreparabilmente il serial killer tanto che lui mise in atto per tutta la vita questa sorta di punizione simbolica.
Molte di queste furono adescate con la scusa del braccio ingessato (alle vittime veniva chiesto aiuto per trasportare degli oggetti in macchina mentre lui aveva, appunto, il braccio ingessato), altre furono adescate da un Bundy travestito da poliziotto, solo una volta fece irruzione in un dormitorio assalendo e uccidendo due studentesse.
Una volta adescate, le vittime salivano di loro spontanea volontà sulla sua Volkswagen Maggiolino (oggi esposta al National Museum of Crime & Punishment di Washington DC) e, una volta imprigionate all'interno della macchina (al lato del passeggero era stata rimossa la maniglia e la manovella per abbassare il finestrino) le donne venivano portate in luoghi isolati, picchiate, uccise e il loro cadavere violentato ripetutamente anche per giorni a seguito della loro morte. Talvolta venivano anche decapitate.
Quello che lascia sempre molta curiosità di questo serial killer, però, non è tanto il suo modus operandi né tantomeno la sua freddezza nel parlare degli omicidi ("Non mi sento per nulla in colpa. Sono dispiaciuto per la gente che si sente in colpa"), quanto il suo carisma e le sue doti persuasive che l'hanno portato non solo a far rimandare per ben tre volte la pena capitale, ma anche da farsi amare da numerose donne che ancora oggi si considerano sue "fan" e a ingraziarsi i giudici.
Theodore Robert Bundy, infatti, non solo non rispecchia l'immagine del serial killer medio (come ad esempio John Wayne Gacy, Jeffrey Dahmer, Gary Ridgway...) ma anzi, risulta sempre incredibilmente ben vestito, è affascinante, simpatico, alla mano e - bisogna dirlo - anche estremamente attraente.
Per questi motivi il suo personaggio è stato in numerose situazioni fonte d'ispirazione per la creazione di brani musicali, libri, film e serie Tv.
Fu condannato a morte, e morì ammazzato sulla sedia sedia elettrica il 24 Gennaio 1989 alle 7:16 di mattina, fu successivamente cremato e le sue ceneri furono disperse sulle Taylor Mountains, in California.
"Si prenda cura di se stesso, figliolo. Glielo dico sul serio, si prenda cura di se stesso. È una tragedia per questa corte vedere un tale totale spreco di umanità come quello che ho visto in questo tribunale. Lei è un uomo giovane e brillante, avrebbe potuto essere un buon avvocato. Avrei voluto vederla in azione, ma lei si è presentato dalla parte sbagliata. Si prenda cura di lei. Non ho nessun malanimo contro di lei. Voglio solo che lo sappia. Si prenda cura di se stesso"
- il giudice Edward Cowart dopo aver letto la sentenza di condanna a morte di Ted Bundy
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