giovedì 17 marzo 2022

#Cinema&SerieTv: Upload - Analisi della seconda stagione

Sono passati due anni dal caricamento della prima stagione di Upload su Amazon Prime Video e, adesso, finalmente è arrivata la seconda stagione. Immaginiamo facilmente le difficoltà produttive di una serie simile e anche il modo con cui, nel corso di questi due anni, le riprese siano state rallentate e stoppate più e più volte. Ma siamo pronti a ritornare a Lakeview e a vedere come il mistero interno alla morte di Nathaniel si possa infittire o risolvere.
Per chi non ricordasse nulla della precedente stagione, abbiamo già fatto un articolo nella quale vi consigliamo di andare a recuperare questa piccola perla. Soprattutto, infatti, se siete amanti della tecnologia e i dilemmi morali legati a essa vi intrigano, Upload è la serie che state cercando.

Lakeview
, location nella quale gran parte della storia prende piede, è una piattaforma virtuale nella quale le "anime", o per meglio dire le coscienze, degli umani vengono trasformate in bit e caricate rendendole così immortali. Qui, nella prima stagione, abbiamo avuto modo di conoscere il nostro protagonista, Nathaniel (Robbie Amell) che, a causa di uno strano incidente, è stato caricato "urgentemente" sul server, ma qualcosa è andato storto. La coscienza del ragazzo, infatti, pecca di un back-up completo e alcuni dei suoi ricordi sono stati danneggiati. Lo avevamo lasciato, col cliffhanger della scorsa stagione, completamente freezato e a corto di giga. Riprendiamo, dunque, la narrazione esattamente da quel punto.
Non dimentichiamoci, però, che attraverso le prime dieci puntate si era riusciti a comprendere che Nathaniel fosse stato ucciso da qualcuno e che quindi qualcuno non lo voleva tra i piedi.
Cosa comporta ciò? Di sicuro siamo davanti a un bel twist di trama che permette al pubblico di addentrarsi in una narrazione che scinde la mera fantascienza e i dilemmi morali che essa solleva, ma ci si addentra nel mistery e nel quasi investigativo.
La seconda stagione, dunque, serve per poter inserire ulteriori nuovi indizi col fine ultimo di capire perché è successo a Nathaniel ciò che gli è accaduto.

Senza fare spoiler, in questi sette episodi, le tematiche trattate si moltiplicano e la trama si complica ulteriormente. Non che questo voglia dire che il tutto sia complicato da seguire, ma forse si sposta troppo spesso l'attenzione da un soggetto all'altro, rischiando di essere un po' cacofonici nelle scelte narrative. In un singolo episodio, infatti, vengono dati allo spettatore molti spunti spingendolo a ragionare molto su ciò che sta vedendo.
Si può sviscerare e assistere allo sviluppo di un comportamento ossessivo o agli esiti della dipendenza emotiva e affettiva. Si discute e si analizza la correttezza dell'upload, alla luce dell'effettiva ipotesi che possa avvenire un download in corpi umani clonati. Senza parlare del fatto che sono quasi tutte opzioni riservate a chi può permettersele, spingendo così chi ha i soldi a poter vincere persino il ciclo di vita naturale.

Proprio perché vengono trattati diversi temi, però, la storia riesce ad approfondire ogni singolo personaggio. Il modo con cui vengono trattate le varie caratterizzazioni, infatti, permette allo spettatore di entrare quasi in simbiosi con la follia che sta osservando. Siamo noi, singoli individui che rispondiamo alla nostra morale e quindi, per tanto, giudichiamo positivamente o meno un personaggio. La narrazione non si permette mai di farlo e gli eventi, che prendono via via piede, non sono mai giudicanti nei riguardi delle scelte che vengono prese. Se fossimo nel 2033 e tutti noi avessimo la possibilità di inscatolare i nostri cari per andare a trovarli quando più ci fa comodo, con buona probabilità chiunque riterrebbe quell'opportunità consona.

Questa stagione, in ogni caso, ci permette di esaminare al vetriolo il personaggio di Ingrid (Allegra Rose Edwards). Finora, infatti, abbiamo avuto modo di vederla e di conoscerla come la semplice bionda svampita, viziata che è in grado solo di fare i capricci. Mentre, in questa seconda stagione, oltre a vedere la sua follia, il suo egocentrismo, le sue insicurezze e la sua fragilità, viene messo a nudo anche l'elaborazione del lutto. Forse, infatti, uno dei principali dilemmi di questa serie riguarda proprio l'elaborazione del lutto e la possibilità di avere sempre al proprio fianco chi si ama, senza darsi la possibilità di andare avanti o di riprendere a vivere.
Lei ha un più ampio respiro e ci da modo di vedere come un mancato supporto genitoriale, sostituito principalmente dallo sperperare di denaro per compensazione, ha prodotto un essere umano incapace di processare correttamente la propria emotività tanto da agire di impulso e per mero egoismo. Avevamo lasciato Ingrid insieme a un Nathaniel freezato. Lei aveva dichiarato di aver effettuato l’upload per lui, quindi di essersi sostanzialmente tolta la vita per l’uomo che dichiarava di amare.

Per quanto riguarda gli altri due personaggi principali: Nora (Andy Allo) e Nathaniel non crediamo che loro due abbiano effettivamente trovato il loro spazio evolutivo in queste sette puntate. Sembra quasi che entrambi siano rimasti un po' fermi agli eventi della prima stagione. Ciò, con buona probabilità, lo si deve principalmente al fatto che sono molto focalizzati sul tentativo di capire cosa sia e stia succedendo.
Il loro sviluppo è prettamente legato al contesto sentimentale. 

Upload ci affascina con le sue tematiche: maternità surrogata, download e anche la clonazione, tutti elementi che spingono i nostri personaggi a muoversi in una direzione piuttosto che in un’altra.
Una serie che ci spinge a riflettere sulla moralità dell'uso tecnologico e del confine labile che, molto spesso, c'è tra online e offline. Senza considerare quanto labile sia il confine tra avatar e persona.
Il tutto, in questa seconda stagione, viene ulteriormente sottolineato dalla lotta di classe che sembra divenire sempre più politica e morale.

Anche in questo caso, il cliffhanger vi aspetta all’ultima puntata, quindi preparatevi a restare col fiato sospeso nel momento più alto della narrazione.

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