mercoledì 2 marzo 2022

#TheBeatles: Revolver

Il 1965 segna sicuramente il cambiamento artistico dei Beatles e il 1966 conferma la loro crescita artistica. Iniziano a giocare sempre più con nuovi stili e nuovi suoni, forse anche facendosi trasportare dagli effetti della droga che avevano cominciato ad assumere abitualmente. Già con Rubber Soul i quattro maturano, si mettono in gioco e scoprono così di amare sempre di più lo stare in sala di registrazione. Questo porterà anche alla decisione di non fare più live, ma arriviamoci con più calma.

“Abbiamo usato alcuni strumenti insoliti soltanto perché ci sembravano adatti al pezzo. Sono strumenti ai quali non siamo abituati. In genere andiamo in studio con circa otto brani nostri più qualche pezzo vecchio o che già facevamo e che rinnoviamo un po’. Stavolta invece avevamo solo brani nostri -compresi tre di George- quindi abbiamo dovuto lavorare su tutti. Per me è il disco migliore che abbiamo fatto finora.”

-Paul McCartney

Le sezioni di registrazione per Revolver iniziano la prima settimana di aprile del 1966, per essere concluse nella metà di giugno. Il 1° maggio 1966 si esibiscono per l’ultima volta nel Regno Unito, al NME Poll Winners Concert. In estate inizia il loro ultimo tour europeo ed estero in Germania, nelle Filippine e in Giappone, per poi concludersi in agosto con le tappe statunitensi

“Una cosa è certa: il prossimo LP sarà molto diverso. Volevamo che non ci fosse spazio tra una traccia e l’altra, che fosse un tutto continuo. Ma non ne hanno voluto sapere.”

-John Lennon

Revolver esce il 5 agosto 1966, dopo mesi di indecisione per il titolo. Contrariamente a quanto si pensi, il termine non viene scelto per l’arma, ma per il movimento del piatto del giradischi, definito “revolving”. Non è più Freeman a realizzare la copertina dell’album, al suo posto i Beatles optano per Klaus Voorman, loro amico dai tempi di Amburgo. Klaus (illustratore, musicista e produttore discografico) nei primissimi anni Sessanta era il compagno di Astrid Kirchherr, (primissima fotografa ufficiale dei Beatles, quando stavano in Germania) prima che questa si mettesse con Stuart Sutcliffe, ex bassista del gruppo. 

Per la copertina di Revolver siamo passati da Robert Freeman a Klaus Vormann. Klaus era un artista in gamba e un buon amico. Ha fatto un buon lavoro e la sua copertina è diventata un classico. Revolver è stato accolto bene. Non vedo tanta differenza tra Rubber Soul e Revolver. Per me potrebbero essere il Volume 1 e il Volume 2

-George Harrison

Fu John a chiedere un disegno psichedelico a Voorman, e quest’ultimo butta giù degli “scarabocchi”, come lui stesso lì definì. Ora, sapete quando noi battiamo sul potere del nostro inconscio, sul “Let it be”, sul lasciare che le cose accadano senza forzarle. Ecco, sappiate che abbiamo imparato dai migliori, perché la copertina di Voorman vinse il Grammy come Migliore copertina del 1966.
“Scarabocchi”.

Dal primo giorno in uscita, Revolver si piazza al primo posto della classifica britannica, rimanendoci per sette settimane. La stessa posizione è stata raggiunta anche in Germania e Svezia. In Francia sono arrivati quinti. Per la rivista “Rolling Stone”, Revolver è al terzo posto nella classifica dei migliori cinquecento album di tutti i tempi. Ricordiamo che Rubber Soul compare al quinto. Piccolo “spoiler”: i Beatles compaiono per ben due volte sul podio, ma ne parleremo nel prossimo articolo! 

“Revolver ha la qualità di Rubber Soul perché ne è la continuazione. Stavamo veramente iniziando a trovare noi stessi in studio. Stavamo scoprendo cosa potevamo fare, noi quattro da soli con i nostri strumenti. Le canzoni sono diventate più interessanti, e così gli effetti. Credo che le droghe abbiano inciso un po’ di più in questo album.”

-Ringo Starr

L’album è stato realizzato per essere il continuo di Rubber Soul, ecco perché le tracce presenti sono molto simili con quelle precedenti. Per la prima volta sono presenti ben tre brani di George Harrison, che calandosi la maschera della timidezza, o forse della paura di non essere abbastanza in confronto a Paul McCartney e John Lennon, comincia a mostrare il suo immenso talento.

Il lato A contiene le tracce: Taxman (Harrison), Eleanor Rigby (McLennon), I’m Only Sleeping (McLennon), Love You To (Harrison), Here, There And Everyewhere (McLennon), Yellow Submarine (McLennon), She Said She Said (McLennon).

Il lato B contiene le tracce: Good Day Sunshine (McLennon), And Your Bird Can Sing (McLennon), For No One (McLennon), Doctor Robert (McLennon), I Want to Tell You (Harrison), Got To Get Into My Life (McLennon), Tomorrow Never Knows (McLennon) 

Piccola curiosità: la canzone “Here, There And Everywhere” è la preferita in assoluto di Paul McCartney tra tutte quelle che ha scritto.

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