Dopo ben due anni, finalmente, sta arrivando su Amazon Prime Video la seconda stagione di “Upload”, serie tv che ci trasporta all’interno di un futuro decisamente distopico. La serie è entrata a pieno diritto all’interno dei nostri Must To, proprio per il modo con cui tratta determinati temi e per la riflessione che muove nello spettatore.
Siamo nel 2033 e la tecnologia ha fatto così tanti passi avanti da poter consentire cose che a oggi non sembrano essere semplici fantasie. Vediamo ogni giorno lavori diversi su prototipi di auto che riescono a muoversi senza che vi sia la necessità di un pilota. È vero anche che lo studio di questo tipo di tecnologia è fatto principalmente per evitare gli incidenti dovuti ai colpi di sonno. In questo caso, con quanta facilità il sistema possa essere bypassato e automaticamente usato per poter riuscire a commettere un incidente?
Ma lo sviluppo tecnologico di questa serie non si limita semplicemente a questo aspetto, ma principalmente a quello del “caricamento” da cui prende il nome la serie. Infatti, nel corso delle sue prime dieci puntate, lo spettatore ha l’occasione di osservare il candore di Lakeview: un vero e proprio paradiso per le coscienze umane che vengono trasformate in bit in grado di vivere praticamente in eterno. Un po’ ciò che veniva messo in luce nella puntata di Black Mirror - San Junipero.
Il protagonista della serie è Nathan (Robbie Amell); l’uomo, dopo un incidente stradale decisamente “sospetto”, si ritrova caricato sul server di Lakeview. La sua vita eterna, dunque, inizia contro la sua volontà e senza i suoi ricordi. Il suo caricamento, infatti, per colpa forse dell’incidente, è difettoso e Nathan non possiede quasi nessun ricordo della sua vita precedente.
Lakeview è una realtà creata sull’idea di vacanza eterna. Le “anime” caricate si ritrovano a vivere all’interno di un resort di lusso nella quale a ogni loro singolo bisogno rispondo gli angeli. Agenti umani che, tramite avatar, interagiscono in questa realtà aumentata. Una sorta di customer service, considerato quanto costa essere caricati su questi server. La continuità della vita, infatti è un qualcosa di elitario che solo determinati patrimoni si possono permettere. L’angelo che viene affidato a Nathan è Nora (Andy Allo), una brillante ragazza il quale lavoro dei sogni è quello di diventare una dei “grafici” della Horizon (azienda a capo della gestione del server di continuità di vita).
Come possiamo immediatamente comprendere, i temi che Upload tratta sono per lo più di natura morale. Siamo davanti a una serie tv che mette a nudo il rapporto uomo-tecnologia, però lo fa cercando di evidenziare i sentimenti alla quale ci si aggancia mostrando quanto labile sia il confine tra A.I. e coscienza umana. Siamo davanti a una narrazione che si frappone come intermezzo tra “Her” e “Black Mirror”, ma che spinge i suoi confini verso le corde di “Westworld”. Se, infatti, negli anni ’80 l’immaginazione era proiettata verso i viaggi nel tempo e nello spazio o sull’auto volanti, oggi siamo in un mondo sempre più iperconnesso e quindi la domanda diviene: cosa ci impedisce di trasformarci effettivamente in macchine o di clonare il nostro corpo per poter effettuare anche un download?
L’attaccamento a chi amiamo ci porta, forse, a usare la tecnologia come possibile soluzione a questa mancanza. L’assenza che viene colmata dall’uso di un server in grado di conservare la coscienza. Ma quanto di questo può essere considerato naturale? Quanto di tutto questo può essere giusto?
I social, i cellulare, i dati e i server, sono dunque immaginati come in grado di creare un’estensione della vita.
Il contesto in cui l’azione si muove è duplice: la differenza tra reale e virtuale è minima, ma la si nota grazie alla fotografia oltre che alla “realizzazione” grafica. Il mondo reale ha i dei toni più freddi, la città di New York va in netto contrasto con l’arancione e il calore di Lakeview.
Il ritmo narrativo è incalzante e intrigante. Nel mentre si stanno vivendo le relazioni e gli intrecci di “facciata”, ci si ritrova a dover fare i conti con un thriller dal finale fin troppo in sospeso. Il cliffhanger con cui terminano le prime dieci puntate, fidatevi, vi farà saltare sulla poltrona!
Se, dunque, cercate qualcosa di leggero da consumare in breve, vi renderete conto immediatamente che Upload è la serie che fa per voi. E la riflessione che porta su comunicazione e moralità la fa essere, assolutamente, inserita all’interno delle nostre Must To Watch.
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