Ultimamente valorizzo il mio tempo attraverso la lettura. Da tempo immemore tengo da parte dei racconti di Lovecraft e Pirandello, ogni tanto do un’occhiata a qualcuno di essi.
Capita ultimamente che al posto di guardare un film, mi immergo nella lettura alternando i loro racconti, e questo causa in me degli shock spazio-temporali.
Entrambi sono nati nell’Ottocento, ed entrambi sono morti nella seconda metà degli anni Trenta del Novecento.
Entrambi sono esponenti di spicco per la loro letteratura di riferimento, Lovecraft per quella americana e Pirandello per quella italiana.
Dunque, dopo aver passato giorni ad alternare i loro racconti, mi chiedo cosa si sarebbero detti se si fossero potuti incontrare, se avessero potuto dialogare in una lingua comune. Si sarebbero apprezzati? Si sarebbero odiati?
Forse Pirandello non avrebbe apprezzato particolarmente Lovecraft, semplicemente perché i racconti di Lovecraft lasciano emergere solo una paura ancestrale e a tratti irrealistica, lasciando da parte le altre emozioni umane e tralasciando la reificazione su carta della totalità del dramma umano.
Lovecraft, invece, avrebbe trovato probabilmente noiose le questioni che tormentano i protagonisti di Pirandello, e con essi non avrebbe compreso le loro vite all’antica lontano dallo splendori degli Stati Uniti.
O forse Pirandello avrebbe in parte apprezzato la follia e il terrore dei suoi racconti, quasi come se fossero sentimenti che accomunano la specie strappando via la maschera di ognuno.
E forse Lovecraft avrebbe preso spunto da alcune crisi identitarie dei protagonisti di Pirandello, le avrebbe apprezzate come nuovi elementi sui quali edificare nuovi racconti di terrore.
In ogni caso, entrambi non sembrano avere visioni idilliache delle loro rispettive realtà, lasciando emergere un immaginario che distrugge la fede nel progresso.
E ogni tanto me li voglio immaginare, uno a destra e l’altro a sinistra di me, che mi dicono cose, che commentano.
E allora li ascolto entrambi, immagino scenari lovecraftiani terrificanti sul mondo reale, quest’ultimo però diventa una caricatura e lo rivela per la commedia e la messa in scena che è davvero. Ogni quando voglio enfatizzare un disagio o renderlo una caricatura, un dramma terrificante prende forma ed il più delle volte finisce per trasformarsi in una farsa.
Ognuno ha le sue guide, e se Dante aveva Virgilio… Io ho Lovecraft e Pirandello.
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