Nell’arco della mia vita, come tutti, ho avuto anni in cui cercavo di mostrarmi come mi volevano gli altri e questo ha portato molto lentamente alla distruzione del mio essere interiore. Da quando è stato aperto il blog, invece, mi sono confrontata con quella che sono e ho smesso di mentire a me stessa e di conseguenza agli altri.
Questo discernimento mi ha inevitabilmente fatto perdere delle persone, verso le quali non serbo alcun tipo di rancore, ma ciò di cui sono grata è che ha mantenuto amicizie storiche rafforzando di più il sentimento che ci lega.
Ho imparato a mostrare le mie fragilità, a dire cosa mi va bene e cosa no perché prima, per non deludere le aspettative degli altri su di me, tendevo a comportarmi come uno specchio riflettendo esattamente ciò che avevo davanti.
Aida mi ha detto che ora mi vede più umana, ed effettivamente non è così malaccio esternare cosa si ha dentro, tanto che mi sono detta: “Perché non scrivere un articolo su quanto sia difficile per me sentirmi amata, visto che per quanto ci stai lavorando, ancora non accetti questo sentimento?”. Perché sì, una delle mie ombre che considero più grandi è proprio quella di non sentirmi mai amata da nessuno e questo mi logora dentro.
Non fraintendetemi, io amo e so di amare, tanto che tendo a lasciare andare, forse con troppa facilità, quello che non sento alla mia altezza, eppure non so accettare di essere amata, di conseguenza non riesco a dire quelle due paroline.
P.s. è un Pensieri, prendetelo come tale e accettate il fatto che potrebbe non avere un senso.
Conosciamo un po’ tutti la canzone di Noemi “Ti amo non lo so dire” – nel caso, vi ho lasciato il link – il titolo dell’articolo riprende quello del brano perché mi sono ritrovata tantissimo in questi versi e da loro è nato il flusso di coscienza che segue:
Scusa se non ho niente da perdere
più mi guardi più credo che
la parola sia l’unico proiettile
a dividere questo nodo tra me e te
è sempre più difficile, ma se ci penso un attimo
Non ho paura
di sentirmi vuota dentro un mare
di parole perse sul fondale
servirà un po’ di fortuna
per capire meglio noi chi siamo
posso andare sulla luna
ma “Ti amo, ti amo, ti amo” non lo so dire.
Non è, però, un cammino che può affrontare chi ha paura di tutto. Sappiamo benissimo quelli che sono i rischi e decidiamo ogni giorno, finché ne avremo la possibilità, che il gioco vale ogni candela.
Dal mio punto di vista, mi sono resa conto del cambiamento enorme che ho fatto negli ultimi anni, quando dal sentirmi una piantina che cresce sull’asfalto e trema costantemente di freddo, totalmente impaurita nei confronti della vita, ora mi sento più stabile e sicura di me.
Sono passata dal vedere il futuro come il mio più acerrimo nemico, pronto a darmi il peggio del peggio, ad aspettarlo con curiosità, pensando ogni mattino: “Vediamo come questa giornata può sorprendermi”.
Sono passati da gigante, intrapresi grazie a un cammino spirituale – o interiore, chiamatelo come volete – costante, quotidiano, così come è quotidiana la pulizia del proprio corpo.
Eppure non riesco ancora a sentirmi amata. E più lo ammetto a me stessa, più mi sento in colpa nei confronti di tutte quelle persone che mi dimostrano amore ogni giorno. L’Universo, poi, deve aver preso sul serio questo mio problema perché fa in modo che tutte loro mi facciano regali nei momenti più “randomici” dell’anno, mi dicano frasi a effetto che mi fanno rimanere senza parole e addirittura mi ringrazino semplicemente per la mia presenza nella loro vita.
Se qualcuno mi insulta riesco a ridere di ciò, facendomi scivolare così tanto l’insulto che più di una volta ho affrontato il tutto con satira e sincero divertimento.
Eppure per i complimenti mi si gela il sangue.
Nel passato – prima del 2020 – tendevo a chiudermi a riccio: più mi si dimostrava amore e più mi allontanavo, boicottandomi così tanto che ho chiuso molti rapporti senza pensarci su per un nulla, di fatto. Per non pensare dell’amore nei confronti della vita: aspettandomi sempre il peggio del peggio, ho detto no a molte occasioni solo perché convinta sarebbe tutto andato male.
Non mi nasconderò neanche dal temporale
quando mi chiederai: “Come stai, amore?”
È tempo di decidere, ma ho bisogno di tempo per me
non mi sentirò colpevole di accettare i miei difetti
[…]
So che è un po’ da stupidi fare finta di niente perché
ad aspettare dei miracoli ci togliamo i secondi e non c’è
più cura per riprenderli, preferisco galleggiare
sopra i miei pericoli, con la testa verso il sole
perché “Ti amo” non lo so dire.
Se non mi sento abbastanza, non vuol dire che gli altri non mi vedano abbastanza. Se non mi sento di saper fare qualcosa, non vuol dire che io non sappia fare quel qualcosa. Se gli altri mi dimostrano il loro affetto, non vuol dire che lo facciano solo per carineria. Se la vita vuole mettermi davanti il bello, non vuol dire che lo fa solo per distruggermi il giorno dopo.
Sto accettando molto lentamente tutto questo, tanto che a volte sento delle “spruzzate d’amore”, come definisco quegli attimi in cui sento l’amore che mi circonda. Queste spruzzate sono venute dopo che ho imparato ad amare ogni mio difetto, a capire che non posso rimanere in attesa di un momento particolare della mia vita per stare bene, ma devo godere di tutto ciò che ho nel momento presente.
Dopo trentotto minuti di scrittura di getto è giunto il momento di arrivare al punto, che poi altro non è che un proposito per questo 2023: imparare ad accettare l’amore.
Vorrei arrivare a dicembre che non mi paralizzo più per il bello nei miei confronti, né faccio più partire il mio impostore a rovinare ogni momento positivo della mia vita. Dovrò godere dell’amore, proprio come i bambini si crogiolano in un abbraccio o si divertono con chi gioca con loro senza chiedersi il perché o se si meritano quello che stanno vivendo.
Tra sei mesi scriverò un articolo sui miei progressi.
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