I grandi sono strani: sono stati bambini, ma si sono dimenticati di esserlo stati. Affrontano la vita nella loro isolata solitudine sui loro strani asteroidi lavorativi. Ma tornare bambini è quasi un obbligo per poter riuscire a vivere più serenamente il presente. Il piccolo principe, in scena al Teatro Sistina, è un modo per poter rivangare un vecchio ricordo e farlo nuovamente proprio.
Pubblicato nel 1943, Il Piccolo Principe è il testo più tradotto dopo la Bibbia; si è appropriato di oltre cinquecento lingue e dialetti (noi ne possediamo una copia in veneziano). È la storia del XX secolo che grandi e piccini amano. Ci è stato letto, lo abbiamo letto, lo abbiamo vissuto. Il Piccolo Principe è dentro ognuno di noi, lo sappiamo bene, e ogni volta che viene proposta al pubblico una nuova lettura questa è semplicemente unica. La magia del teatro gli conferisce nuova linfa, infatti siamo stati davvero felici di aver acquistato il biglietto per un posto al Sistina.
Lo spettacolo di Stefano Genovese porta in scena la fantasia. Lascia, infatti, il posto delle parole all’immaginazione giocando con gli adulti e divertendo i più piccoli. Così i personaggi prendono vita attraverso acrobazie e canzoni Rock e Pop, lasciando che il ricordo si possa imprimere in ognuno di noi. Per poterci ricordare di esser stati bambini si ricorre, dunque, a qualcosa che è familiare e di già sentito. Vengono, così, usati i testi di Elton John, tanto quanto quelli dei Måneskin o Modugno; così che ogni volta sentito quel testo possa essere un modo per riportare alla mente una scena del musical.
Il Sistina si presta bene all’interattività. Questo spettacolo è molto moderno, infatti inserisce in sé sia l’arte meramente attoriale a quella più tecnologica dei proiettori. Le luci giocano un ruolo fondamentale per poter ricostruire il viaggio fantastico del Principe, così come la caratterizzazione di ogni singolo abitante di ogni asteroide viene connotata sia dalla recitazione che dalle acrobazie. Il pubblico è parte vibrante dello show, tirato in gioco dai vari personaggi, ma coinvolto anche sensorialmente durante i vari atti. Ad esempio, quando viene presentata la Rosa, la sala si inebria del suo dolce profumo. Così come i proiettori danno modo di poter fornire i dettagli giusti a chi ha letto il libro. La scenografia, sotto questo punto di vista, è un’attenta macchina meccanica che gioca tramite botole, costruzioni, e pannelli come se fosse un gioco componibile.
Così sentiamo il nostro cuore spezzarsi mentre Rosa canta The Loneliest, ma allo stesso modo ci si emoziona sentendo Life on Mars di David Bowie. Quello che è stato costruito è uno show dall’altissimo impatto emotivo, sì abbiamo pianto. In una sola ora e mezza si riesce a tornare bambini abbandonando la routine giornaliera dimenticandosi dei numeri, degli ordini, ma riportando la priorità sulle cose realmente importanti. Il Piccolo Principe ci ricorda quanto importante sia donare il proprio tempo alle cose che amiamo, così come l’amore sta nell’attesa e nel riconoscersi.
Se non lo avete ancora fatto, acquistate anche voi il biglietto per questo imperdibile spettacolo. Andate a gioire della vivacità dei due piccoli grandi attori che si alternano in scena Alessandro Stefanelli e Gabriele Tonti. Guardare i costumi e i colori vibranti che vi scalderanno l’animo e applaudite all’interno cast che si mette in gioco e torna bambino ogni sera in scena.
Gli interpreti:
- Davide Paciolla (Aviatore)
- Adele Tirante (Rosa)
- Matteo Prosperi (Re/Prim’attore/Geografo)
- Giulio Lanfranco (Uomo d’affari/Ubriacone)
- Ludovico Cinalli (Volpe)
- Vittorio Catelli (Lampionaio)
Gli spettacoli vanno in scena alle 20:30, il sabato doppio spettacolo alle 16:00 e alle 20:30 e la domenica alle 16:00. Qui potete acquistare i biglietti.
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