mercoledì 1 febbraio 2023

#Anime: Ken il guerriero

Siamo sempre felici quando ci vengono suggeriti argomenti di cui parlare, perché spesso ne abbiamo così tanti per conto nostro che rischiamo di perdere quelli che possono davvero interessare, noi per primi.

Un giovane lettore, – che ringraziamo tanto - curioso di sapere dei cartoni “dei nostri tempi”, ci ha chiesto di parlare di “Ken il guerriero”. Eccoci qui, quindi!

Attenzione: la memoria non è il nostro forte, perciò siamo stati supportati dal web! Speriamo di non aver commesso troppi errori, ma siamo pronti alle correzioni da parte di esperti!

L’anime riprende, ovviamente, il manga omonimo (in originale: “Hokuto no Ken”) scritto da Buronson e disegnato da Tetsuo Hara, pubblicato sulla rivista Weekly Shōnen Jump tra il 1983 e il 1988.
L’anime, composto da centonove episodi da ventiquattro minuti ciascuno, è stato trasmesso per la prima volta in Giappone nel 1984 sulla rete Fuji Tv, mentre in Italia è andato in onda per la prima volta nel 1987, su emittenti locali.

L’anime è ambientato negli anni Novanta del Novecento, in una civiltà totalmente al collasso dopo lo scoppio dell’ennesima guerra mondiale. L’ultima è stata quasi tutta combattuta con armi nucleari e i pochi sopravvissuti vivono in piccoli villaggi nel bel mezzo del deserto, attenti a non essere vittime di bande di banditi, che un po’ come zombie alla “The walking dead”, saccheggiano e distruggono tutto ciò che incontrano.

Kenshiro, il protagonista spesso chiamato semplicemente Ken, è il sessantaquattresimo successore della Sacra Scuola di Hokuto, scuola che, come molte in questa realtà, forma i suoi studenti a uccidere gli avversari facendoli esplodere con diverse tecniche che premono su determinati punti del corpo, chiamati tsubo. Si può così intuire che l’anime è ricco di scene estremamente violente.
Ken, contrariamente a quanto si possa pensare, è però desideroso di condurre una vita tranquilla, lontana dai combattimenti, dalla violenza e dalla morte. È costretto a ricredersi quando la sua fidanzata Julia viene rapita dal suo migliore amico Shin e per questo, nel mentre è intenzionato a salvarla, nel suo viaggio decide anche di rendere giustizia ai più deboli e a chi non può difendersi dagli oppressori che girano indisturbati da villaggio a villaggio. Ben presto Ken incontra quelli che diventeranno i suoi compagni di viaggio: Burt e Lynn.

Non c’è solo la sete di giustizia a far da sfondo a tutto l’anime: Ken, infatti, si imbatte in molti altri guerrieri, tra cui quelli della Sacra Scuola di Nanto, rivale della sua, dove sono presenti i suoi tre fratelli adottivi che assieme a lui aspirano a diventare il successore dell’Hokuto. Tra i fratelli, Raoul diviene sicuramente il suo maggiore nemico.
Ciò che ricordiamo dell’anime sono sicuramente i numerosi combattimenti, dove Ken perde molti dei suoi amici ma questo forma il suo carattere che nonostante la rabbia e la depressione accumulata, riesce a farsi forza: batte definitivamente il fratello e riesce a liberare Julia, con la quale può trascorrere finalmente una vita serena.

La calma, però, dura relativamente poco perché il viceré Jako è despota persino dell’Imperatore e riesce a dare pieno potere alla Scuola di Gento per andare contro alle rivali di Hokuto e Nanto. Inutile dire che Jako è disposto a minacciare con la morte chiunque gli vada contro.
Come succede in ogni guerra, gruppi di resistenza si uniscono per rovesciare il potere dell’Impero Centrale e tra questi troviamo l’Armata di Hokuto con a capo Burt e Lynn. Quando si unisce anche Ken, marciano fino alla Capitale per rovesciare Jako.
Nonostante il grande coraggio, Lynn viene rapita e portata nel Paese dei Demoni, luogo dove sono riuniti tutti i guerrieri più fanatici chiamati shura. Ken fa di tutto per salvarla, arrivando a scontrarsi anche con i tre Generali delle Tenebre. Inutile dirlo, anche qui tanti combattimenti e tanto sangue.

Quando la sua missione finisce, Ken può dedicarsi al nipote Ryu – figlio di Rauoul – per aiutarlo a divenire un giorno il successore della scuola di Hokuto. Quando lo vede pronto, Ken si ritira nuovamente nel deserto per adempiere a ciò che si era promesso: proteggere i piccoli villaggi dai predoni. In una delle sue tante battaglie, però, Ken troverà la morte.

Ricordando la trama e la storica sigla italiana – che vi consigliamo di imparare, se non la conoscete, perché è veramente da brividi – possiamo dire che Ken il guerriero non era solo combattimenti, esplosioni e sangue…
Ken ha lottato con tutto se stesso per tenere la Terra al sicuro e per toglierla dall’oppressione della criminalità, sia piccola che grande.
Ci ha insegnato che in tempi duri e di guerre bisogna essere disposti anche a sacrificare la propria vita per poter garantire la pace, la libertà a e la prosperità agli altri.

Ora che abbiamo ripassato il tutto, sinceramente vorremmo rivederlo nuovamente, con una mente  più matura, per coglierne il significato più profondo e non solo per esultare a ogni pugno andato a buon fine!

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