In questa canzone, il rapper romano sfrutta la storia di “Arakno boy”, in grado di abbattere il grande telaio, quel sistema che ha intrappolato gli esseri umani nella sua rete, rendendoli incapaci di ragionare. Sono vittime inconsapevoli, avvelenati dalla pioggia acida e da un sistema virtuale che collegava tutti gli esseri umani.
Per parlare della condizione umana, Rancore riprende in mano il ludismo: siamo all’inizio del XIX secolo, periodo in cui le macchine cominciavano a prendere via via sempre più piede nel nostro mondo. Il mondo meccanico cominciava a sostituire gli esseri umani, il che portava l’uomo a dannarsi, a doversi confrontare con qualcosa che non si stanca, che non sbaglia, che non si ammala, contro qualcosa in grado di eliminarlo dal contesto lavorativo. Il ludismo è un movimento operaio dove gli uomini, in procinto di essere sostituiti dalle macchine, iniziarono a sabotarle. Il telaio meccanico era la principale minaccia dei ludisti inglesi, e questo movimento prese piede quando Ned Ludd (personaggio appartenente alla leggenda, perché non si ha alcuna prova della sua reale esistenza) nel 1779 distrusse il telaio meccanico in segno di protesta. A oggi, il ludismo esiste ancora e riguarda tutte quelle rivolte di resistenza umana contro la sostituzione tecnologica.
Nel testo della canzone, la guerra nucleare narrata nei precedenti testi ha generato delle scorie che hanno cambiato il mondo come lo conosciamo oggi. Non resta più niente di quello che conoscevamo un tempo. Siamo tutti connessi e assuefatti da ciò, eppure ci siamo accorti di quando la Terra ha cambiato il suo moto di rotazione, tanto che anche il giro intorno al Sole divenne diverso.
Le droghe servivano a far in modo che l’essere umano non si accorgesse della sua folle corsa verso l’abisso, la distruzione. In una roulotte stile Breaking Bad rimangono solo gli appunti di una leggenda dei mutoid: esseri supremi, la resistenza a quello che poi sarebbe diventato il “Grande telaio”, ovvero un progetto ben più esteso con lo scopo di assoggettare l’umanità al suo volere. I mutoid erano quattro cuori pulsanti che avevano dato vita al network insieme a degli hacker, ma che non erano riusciti a sopravvivere, perché neanche loro erano eterni. Il Grande telaio, invece, ce l’ha fatta e adesso governa sul mondo artificiale, che sembra aver permeato ogni aspetto dell’essere umano, sia sul piano fisico che sul piano spirituale.
Quest’ultimo potrebbe essere un intreccio di bugie che hanno condizionato l’essere umano. Pensiamo un attimo a Penelope che, nella sua lunga attesa di Ulisse, si mise a tessere una tela che poi disfaceva ogni notte. I pretendenti al suo cuore, e al suo trono, erano anch’essi bloccati dal telaio, perché non potevano arrivare al loro traguardo, se non attendendo invano una fine che mai sarebbe giunta. Si paralizza, con il telaio di Penelope, lo scorrere del tempo, si mette sotto scacco l’essere umano e il solo, in grado di aprire un varco in questo reticolato di menzogne, è Arakno, che ha in sé l’umano e la macchina ed è in grado di sovvertire la tessitura del ragno.
Per alcune culture dell’Africa, il telaio rappresenta l’Universo, ma in questo pezzo di Rancore diviene una trappola mortale che, come un ragno, ha negato la libertà all’uomo, intrappolandolo in un mondo dal quale non può fuggire. Qual è però il futuro dell’essere umano? Arakno è riuscito nel suo scopo? Lo scopriremo solo quando verrà rilasciato “Xenoverso”, il prossimo 15 aprile.
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