Evie Cormac è una ragazza che ha conosciuto solamente la violenza. La sua infanzia è avvolta nel più totale mistero per tutti, tranne che per lei. La polizia l’ha trovata bambina, nascosta in una stanza segreta e seppur stia affrontando un cammino di analisi, non ha mai parlato di quegli anni a qualcuno. Cela ogni ricordo, ogni traccia del suo vero essere, eppure lotta quotidianamente per rendersi indipendente. Non è capace di stare nella società, perché non l’ha mai fatto e non le è mai stato insegnato. È cresciuta nella campana di vetro che è in realtà l’istituto, anche se lei lo vede più come una prigione.
Lo psicologo Cyrus Haven deve cercare di capire se è pronta alla vita normale, ma per farlo dovrà stare molto a contatto con Evie, che non solo ha il “potere” di capire esattamente quando qualcuno mente, ma è anche estremamente pericolosa, non sapendo quali rischi effettivi si corrano nell’agire di impulso.
Cyrus, che collabora anche con la polizia, è alle prese con un altro caso: l’omicidio di Jodie Sheehan, quindicenne campionessa di pattinaggio sul ghiaccio. La ragazza perfetta: dolce, bella, popolare, dalla reputazione immacolata. Si deve dividere così tra le due ragazze: entrambe in cerca di giustizia.
La sofferenza è la chiave di tutto il romanzo, dove ognuno la affronta in maniera differente, a seconda delle proprie esperienze vissute nel passato. Nessuno si erge a paladino, o moralizzatore, anche se la società in cui tutti vivono – noi per primi – è pronta a guardare solo la facciata, e poco l’interno.
È proprio su questo che abbiamo riflettuto tra una pausa e l’altra della lettura: “anche se cerchiamo di non farlo, quante volte giudichiamo solo in base all’esterno?”
Il caso di Jodie deve avere la precedenza solo perché era la classica ragazza della porta accanto? Solo perché uccisa da un mostro senza cuore?
È giusto, quindi, che Evie sia lasciata da parte? Mena, ruba, è maleducata… eppure anche lei è vittima della cattiveria umana.
Scavando nella loro profondità, le due non sono poi così distanti. Jodie e Evie si somigliano così tanto che sembrano essere i due lati della stessa medaglia, ma purtroppo solo una può avere la sua rivincita.
Il collante è proprio Cyrus, che grazie – o a causa, dipende dai punti di vista – al suo passato, riesce a svolgere il suo lavoro in modo egregio: non giudicando mai e cercando di capire i perché che si nascondono in ogni gesto. Da cosa nascono? Quali sono le radici che ci portiamo dentro? Sa perfettamente che dietro a ogni mostro c’è una psiche ferita, che non sempre è unicamente colpa delle persone se commettono tali azioni. Nel marcio dentro tutti noi c’è un bambino interiore ferito, che piange perché inascoltato.
Con questo non vogliamo dire che i colpevoli di reati non debbano essere puniti, ben vengano il carcere e la condanna. Ma vanno anche e soprattutto rieducati.
Non tutti, però, sono recuperabili. Ricordiamoci che la voglia di cambiare deve partire prima di tutto dal soggetto stesso, nessuno può farlo per gli altri.
Quando un’opera – letteraria, musicale, cinematografica… – ci fa riflettere così tanto, sappiamo che è entrata dentro il nostro animo, migliorandolo. Grazie alle spiegazioni di Cyrus, alle vite di Evie e Jodie, alle infinite possibilità che ci mette di fronte la vita e alle cadute che sì, fanno male, ma ci insegnano più di una carezza, abbiamo sul serio capito quanto sia fondamentale scavare nella profondità dell’animo degli altri, prima di emettere una nostra personale sentenza.
Se amate i thriller e se volete cogliere l’occasione di una crescita personale, non esitate nell’acquisto di “Brava ragazza cattiva ragazza”, disponibile da oggi in tutte le librerie!
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