Nelle
pellicole precedenti siamo negli anni Trenta e avevamo fatto la conoscenza di Credence Barebone (Ezra Miller), un orfano che dentro di sé conteneva
una magia potentissima, anzi, per meglio dire una forte repressione della
stessa. Si tratta di un obscuriale, ovvero un mago o una strega che nell’infanzia
non ha saputo gestire la propria magia, non è stato in grado di tirarla fuori e
questa forza distruttrice diventa un’arma a doppio taglio che devasta l’esterno
e porta alla morte il corpo ospitante. Di solito queste creature non arrivano
al decimo anno d’età, ma Credence ne è l’eccezione. Albus Silente (Jude Law),
aiutato dal Magizoologo Newt Scamander
(Eddie Redmayne), parte per New York
alla sua ricerca, conscio del fatto che Gellert
Grindelwald (Mads Mikkelsen), il
mago più potente di sempre, sia sulle sue tracce, con lo scopo di trarre
profitto da questo potere. Ma non è il solo motivo, infatti si scopre che Credence
è in realtà un Silente. Ed è vero, nelle sue vene scorre lo stesso sangue di
Albus, ma non è un fratello del famoso preside di Hogwarts, bensì suo nipote, in
quanto figlio di Aberforth. Dato che Albus e Gellert non possono combattersi,
in virtù di un patto di sangue compiuto in adolescenza, quando quest’ultimo si
rende conto che non potrà più avere Albus dalla sua parte, vuole usare Credence
per fare il lavoro sporco. In tutto questo è in
corso una campagna politica per determinare il nuovo capo del mondo magico e
Gellert si candida, nonostante il devasto compiuto a New York e a Parigi.
In tutto questo, tornano a essere importanti, cosa che si era persa molto in “Animali Fantastici: I crimini di Grindelwald”, le creature del wizarding world. È infatti proprio un piccolo e apparentemente innocente Qilin (un Bambi baffuto), derivante dalla mitologia cinese, a muovere la trama e a determinare il potere di Grindelwald.
Una
nota positiva sta nella rappresentazione del mondo magico, in un ampliamento
dei luoghi fisici della magia. Non ci muoviamo più per delle strade prettamente
babbane (i babbani sono persone senza poteri magici), ma per la prima volta
respiriamo la magia fuori da luoghi standard come Hogwarts e Hogsmeade. Cina, New York, Germania e infine
Brasile, la magia vibra in questi luoghi, come se non fosse più qualcosa di
recluso, circoscritto, ma che permea e plasma il tessuto stesso del mondo. I duelli
tra maghi anche diventano più interessanti: se nei film precedenti il
combattimento era un semplice lancio d’incantesimi l’uno contro l’altro,
stavolta anche il mondo intorno ai personaggi diventa parte integrante dello
scontro: la magia serve a lanciare sfere di cristallo, ad acchiappare tegami e
a scagliarli addosso ai nemici, e così via.
Nel
complesso, il film riesce a “mettere una pezza” ai buchi di trama che avevano
deluso le aspettative dei fan con il secondo capitolo della saga. Quasi nessuno
si aspettava un risvolto positivo, eppure il film è molto godibile e, nel
complesso, riesce a mettere le cose in ordine in attesa dei prossimi,
probabilmente due, capitoli. Sappiamo infatti che lo scontro finale tra Silente
e Grindelwald avverrà nel 1945, quindi “I segreti di Silente” ha quel qualcosa
che permette di chiudere il cerchio della prima parte. Non ci resta che aspettare per saperne di più.
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