Tra i film in concordo di Venezia80, campeggiava un altro titolo italiano che si appresta all’arrivo nelle sale. Doveva arrivare per il periodo natalizio, ma anche in questo caso abbiamo assistito a uno slittamento per l’anno nuovo. Il 14 febbraio 2024, infatti, arriva “Finalmente l’Alba”; non comprendiamo il motivo di tale spostamento, anche perché non rientra di certo in uno dei canonici film dedicati a San Valentino, ma in ogni caso ve ne parliamo proprio in questi giorni visto che era questa la data prevista.
Siamo a Roma, nel 1953, precisamente la notte prima dell’omicidio di Wilma Montesi. Un caso di cronaca italiana che tuttora è passato alla storia come irrisolto: la giovane venne trovata annegata sulle spiagge del litorale romano e nel corso delle indagini vennero coinvolte tantissimi personaggi di spicco dello star system nostrano. La spiaggia di Torvaianica fu sconvolta dal ritrovamento del corpo della giovane ragazza che aspirava a fare l’attrice. Un elemento che ritorna con prepotenza e risuona in tutta la storia che viene narrata da Saverio Costanzo.
A Cinecittà, proprio in quei giorni, si stanno svolgendo i provini per trovare delle comparse che possano presenziare all’interno del film “Peplum”, una storia ambientata nell’antico Egitto in cui praticamente tutte le donne sono a seno scoperto e in abiti succinti. Mimosa (Rebecca Antonaci) e sua sorella vengono coinvolte da un talent scout nell’idea di presentarsi l’indomani mattina per poter fare il provino. Al contrario della sorella, però, la ragazza non è molto convinta che quella possa essere la sua strada e a “causa” del suo pudore viene scartata già fin dalle prime fasi del provino. L’idea di aprire la propria camicetta per poter mostrare il seno non l’entusiasma e la spinge a scappare via lontano da quegli occhi indiscreti. Durante la fuga, andando alla ricerca della sorella che invece ha superato la selezione, si imbatte in Josephine Esperanto (Lily James) l’attrice protagonista del film che stanno girando. Josephine resta impressionata dalla presenza di Mimosa e la coinvolge nelle riprese sul set chiedendo alla troupe di farle avere il ruolo di ancella della regina che dovrebbe interpretare.
Da qui ha il via la lunga notte di Mimosa. La ragazza, infatti, successivamente al giorno sul set prima di tornare a casa viene tirata in auto da Josephine e il resto del cast per poter andare a cena insieme con la promessa che l’avrebbero successivamente riportata a casa.
La notte passata tra Cinecittà e le vie più periferiche di Roma, però, spinge la nostra protagonista all’interno di un mondo opalescente e vacuo. Tra le feste in una villa e le bugie che vengono narrate durante la cena, Mimosa inizia a non sapere più dove sia casa sua e la sua stessa identità viene messa in dubbio. La ragazza, in questo modo, si troverà coinvolta in una serie di eventi che metteranno a dura prova la sua innocenza.
Mimosa diviene una sorta di giochino per gli avvoltoi hollywoodiani. Un passatempo fatto di sole apparenze e di perdizione morale e non. Tra sesso, droga e finzione, lei perde totalmente la bussola e ha difficoltà nel cercare di restare salda a se stessa senza perdere la propria identità.
C’è un respiro quasi Felliniano all’interno di questo racconto. Mimosa è quasi una “Giulietta degli Spiriti” quanto una versione innocente e smaliziata di Marcello Mastroianni che si muove tra le feste patinate del Roma attoriale. La lunga notte che dovrà vivere ricorda un po’ quello spirito con cui si svolgevano le feste che possiamo vedere ne “La dolce vita”. Una patina che, una volta pulita, rivela tutta la sua perdizione e il suo marciume. Gli attori, in questo modo, diventano quasi demoni che privati delle proprie emozioni si nutrono di quelle altrui negando al prossimo tutte le proprie buone intenzioni. Mimosa, in questo modo, viene di molto avvicinata a Wilma Montesi e si ritroverà a un passo dal farne la stessa fine.
La scena finale offre differenti spunti di lettura, oltre che una pessima CGI: mostra, infatti, tutta la resilienza di questo personaggio. Nonostante la corruzione lampante e pressante, nonostante tutte le lusinghe e le tentazioni, lei dovrà trovare la forza per poter restare salda.
“Finalmente l’alba” è un film molto interessante in grado di spaccare a metà il pubblico: o piace o lo si odia. Sicuramente non è leggero e non è facile nella sua digestione. Crediamo, però, che vada visto per poter ricordare a tutti noi che non è sempre oro ciò che luccica.
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