Nel gennaio del 2005 il mercato videoludico fu scosso (e cambiato per sempre) dal capolavoro senza tempo dal nome “Resident Evil 4”.
Shinji Mikami, ancora una volta, era riuscito a stupire tutti riuscendo a rinnovare la formula classica della sua storica saga e a gettare le basi per quello che poi sarebbe diventato il genere dei “third person shooter”.
A più di dieci anni di distanza Capcom ha deciso di riproporre l’avventura di Leon in terra spagnola sfruttando le possibilità grafiche delle attuali tecnologie.
Come sappiamo, realizzare un remake è sempre un’operazione delicata e complessa; il rischio di generare orde di fan famelici è sempre dietro l’angolo. Tuttavia, lo diciamo da subito, Capcom è riuscita nel suo intento, riuscendo a trovare un giusto equilibrio tra passato e presente.
La trama, che vede Leon S. Kennedy impegnato in un’operazione di ricerca della figlia del presidente degli U.S.A in uno sperduto villaggio della Spagna, non ha subito forti cambiamenti.
Ciò che invece è stato protagonista di un miglioramento non indifferente è stata senza dubbio la narrazione. Tempi narrativi più consoni alla contemporaneità, cutscene dalla regia più dinamica e sceneggiatura migliorata rendono il prodotto molto più godibile, mantenendo il suo spirito e svecchiandolo.
Ashley (il nome della ragazza), è stata rapita da una strana setta. Gli abitanti di questo villaggio, trasformati in mostri pronti a far fuori il nostro Leon, non ci accoglieranno di certo a braccia aperte.
Scopriremo presto, però, per i “Los Ganados” (il nome degli abitanti) sono solo la minaccia meno preoccupante e che il posto è infestato da un male che intreccia un culto malato a strani esperimenti con virus… (non aggiungiamo altro per non fare spoiler).
Chi ha apprezzato il vecchio capitolo potrà riassaporare l’orrore dei tanti mostri ormai celebri, osservando l’incredibile modellazione grafica.
Il colpo d’occhio, infatti, è notevole e la resa visiva è davvero al passo con i tempi, dimostrando come il RE Engine (il motore grafico proprietario) sia davvero un ottimo supporto.
Il gameplay, ovviamente, è la componente che ha subito più cambiamenti, con Leon che adesso può mirare, muoversi e sparare contemporaneamente, conferendo molta più dinamicità e fluidità al gioco.
La possibilità di “parare” i colpi nemici con il coltello e le diverse armi offrono un buon compromesso tra diversità, bilanciamento della difficoltà e divertimento.
A tal proposito, si segnala che, nonostante la virata marcatamente action, la tensione è comunque molto alta, avendo ora i nemici pattern d’attacco più pericolosi e intelligenza artificiale parecchio opprimente.
Soprattutto nei livelli avanzati più di qualche brivido percorrerà la nostra schiena…
Tutto, o quasi, è stato riproposto e i piccoli tagli (o modifiche) non inficiano affatto l’esperienza ludica (anzi ci sembra che siano stati ben ponderati per rendere il prodotto più adatto ai tempi attuali).
Insomma, siamo davanti senza dubbio a uno dei migliori remake della storia videoludica recente. Un gioco, quindi, che saprà accontentare i fan storici e i nuovi videogiocatori che potranno godere di un vero e proprio must della storia di questo medium.
Il fascino esotico del villaggio sperduto nel cuore della Spagna gode ora di un level design e di un comparto artistico più coerente e oscuro e Ashley, finalmente, è stata migliorata nella sua caratterizzazione.
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