martedì 19 dicembre 2023

#Natale: Nowhere Time - Seconda Parte

Vi ho intristito? Non volevo. Tendo a descrivere molto bene quello che vedo e so che non ne siete abituati. Vado oltre la superficie, mi avventuro su sentieri che nessuno osa percorrere. Lo fanno alcune di voi, quelli che non credono al
Va tutto bene” detto col sorriso. C’è chi scruta lo sguardo, chi sa che è lì che si nasconde un’altra me.
Non voglio farvi del male, il mio compito è aiutarvi a spostare tutti i massi che avete nel cuore, anche se questo per voi significa sofferenza, commozione, nostalgia, dolore.

Ah, piccoli miei. Se solo sapeste quanto vi amo, in ogni momento, in ogni istante. Se solo vi lasciaste abbracciare, se solo voleste passare un po
’ del vostro tempo con me. Sareste così gioiosi.

Il pollo con le patate ha un odore piuttosto invitante, forse perché è stata tutta la giornata senza mangiare. Il suo lavoro non è così faticoso, almeno non sulla carta. È lei che dà più del massimo, ogni sua energia è finalizzata a far star bene clienti e colleghi. Se può caricarsi di qualcosa per alleggerire l’altro, ne è ben lieta. Per non parlare dei periodi di riposo che si vieta fino a quando può. Fosse per lei lavorerebbe pure a Natale. La chiamano tutti angelo, la reputano importante. È bene che nessuno sappia il vero motivo per cui si prodiga così tanto. Non che ci sia qualcosa di sbagliato, sia chiaro. È che proprio non vuole pensare. Per questo motivo cena ascoltando la musica. Classica. Non vuole neanche perdersi nelle parole degli altri.

Stende il tovagliolo sulle gambe, un vecchio retaggio di quando era bambina e si sporcava sempre i vestiti. Sta per prendere il primo boccone, quando le bussano alla porta.

Si volta verso l’ingresso, chiedendosi chi possa mai essere a quell’ora. Incupita dall’ingrato disturbo, si stringe la vestaglia e silenziosa spia dall’occhiolino. È la sua vicina. Manda giù la saliva, sperando che la ragazza non abbia la certezza di saperla a casa. La vede preoccupata, agitata.
«Qualcuno è a casa? So che è la sera della Vigilia, ma vi prego, qualcuno può aiutarmi?» il minuscolo condominio ha solo quattro appartamenti e lei sa con certezza che tutti i suoi vicini sono andati dalle rispettive famiglie. Chi può ospitare la cena della Vigilia in un appartamento così piccolo, dopotutto?
Se non faccio rumore penserà che non ci sono, sa che ho figli, penserà che sto da loro. Torna pure a mangiare”.
Ma quando decide di tornare alla tavola, sente di nuovo quel vento freddo del cambiamento e il pianto iniziato dietro la porta la catapulta di nuovo a quando aveva tre anni.

Infila le chiavi nella serratura, senza pensarci su e apre la porta.

«Che succede?» solo adesso si rende conto di quello che ha fatto. Il suo orgoglio le grida: “Stupida! Ora saprà che non hai nessuno! Che nessuno ti vuole, che nessuno ti ama.” Fortunatamente è la volta di Presente, che le mette una mano sul cuore per smozzarle certi pensieri e aprirle gli occhi.
«Oh, grazie. In realtà…» la vicina, una studentessa fuori sede di venti e qualcosa anni, arrossisce tra gli occhi gonfi di lacrime. «Ecco, mi prenderà per una stupida»
«Non dire sciocchezze.»
«Dovevo partire ieri sera, ma ho perso il treno e non ce ne sono altri, non a prezzi abbordabili, almeno. Così sono costretta a passare Vigilia e Natale da sola. Mi sono detta che sarebbe andato tutto bene, che dopotutto sono giorni come gli altri, così ho preparato una lasagna, ho chiamato a casa, solo per fare gli auguri, i miei parenti sono in tanti e non si capiva niente. Vabbè, mi sono messa a sedere e ho cominciato a piangere. Non riesco a mangiare da sola oggi, e mi chiedevo… beh, se potessi unirmi a qualcuno…»
«Siamo rimaste solo noi due, temo.» La ragazza sembra non esserne delusa. «Io sono rimasta a casa perché lavoro, vado domani dai miei figli» bugia. «Ma dai, accomodati. Non ho molto.»
«Oh grazie. Mi chiamo Serena.»
«Rossella, piacere.»
Scusami per il freddo, non accendo i riscaldamenti. Esco presto e torno tardi, mi faccio un bagno e poi vado a letto. Quindi non sento il bisogno di scaldare l’ambiente.»  
Serena dice qualcosa su come non faccia niente, che la casa è carina e accogliente lo stesso e posa il suo piatto di lasagne sul tavolo. Rossella prende dalla credenza un altro bicchiere e le versa del vino.

Se Serena ha capito della bugia di Rossella? Ovviamente sì. Ecco, vedete, Serena è abbastanza saggia per la sua età. Forse perché è una studentessa di psicologia. E dopotutto anche lei ha mentito, com’è che si dice? Non si può mentire a un bugiardo, perché riconosce una menzogna.
Con piccole ma tenaci domande, forse abilmente suggerite da Presente, Serena entra facilmente nella vita creata da Rossella.
Rossella le dice che ama il suo lavoro, che sta sempre in mezzo alla gente, per questo sente il bisogno di ritagliarsi quanti più momenti da sola. Le dice che anche i suoi figli hanno sempre lavorato, “Sarà una questione di famiglia: amiamo lavorare”, e che quindi sono tutti d’accordo sul passare il 24 dicembre ognuno a casa sua, per vedersi il giorno dopo.

Eppure Rossella, parlando così, trattiene un groppo in gola. Matteo e Valeria, i suoi figli, ora stanno cenando insieme. Con loro ci sono i rispettivi consorti e bambini. Sì, perché Rossella ha già cinque nipoti, dagli zero ai sette anni.     
Ogni anno decidono di passare le vacanze di Natale in montagna. “Mamma, inviteremmo anche te, lo sai. Ma devi lavorare, e poi a te non piace troppo stare in un albergo o viaggiare.” È vero, come è vero che potrebbero rinunciare alla loro tradizione montana per almeno un anno. È però stanca di ricordarglielo perché loro sono sempre pronti a ribattere: “Come tu hai rinunciato al lavoro la Vigilia per almeno un anno?”. E a questo proprio non saprebbe cosa rispondere.


Può ancora prendersi un giorno di ferie, ma deve sul serio spiegare loro perché non riesce a farlo? Eppure sono cresciuti con la foto del nonno mai conosciuto incorniciata nel salone della vecchia casa. Hanno sempre saputo che lei aveva solo tre anni, quando quel 24 dicembre finì la sua infanzia.

Il risentimento verso i due figli egoisti torna in superficie, supportato anche da Presente che fa parlare Serena di quanto siano meravigliose le sue tradizioni. Rossella si agita, vorrebbe mettere fine a tutto quanto. “Non penserà mica di rimanere fino a Mezzanotte?” Fa un finto sbadiglio scusandosi, «Sai, sono così stanca…»
Serena fa finta di capire, eppure non schioda neanche quando la lasagna e bottiglia di vino sono ormai terminate.

Nessun commento:

Posta un commento