Quello di cui vi parleremo oggi è un film che, con buona probabilità, è finito nel dimenticatoio delle uscite Netflix con un po’ troppa facilità. “The Devil all the Time”, arrivato in italiano col sottotitolo “Le strade del male”, è una pellicola acclamata nel periodo di uscita per via del suo cast stellare; tra i diversi nomi spiccano: Tom Holland, Sebastian Stan e Robert Pattinson.
Questo è l’adattamento dell’omonimo romanzo scritto da Donald Ray Pollock, ed è diretto da Antonio Campos. Nella sua storia viene delineato il modo intricato e oscuro con cui il male serpeggia e prende possesso degli individui. Il destino, quindi, sembra esser in grado di tirare solo tiri mancini e non è un caso se usiamo questa figura retorica per poter descrivere anticipatamente i fatti narrati.
La storia si apre proprio sbeffeggiandosi della vita delle persone protagoniste della scena. Si parte dall'episodio che ha segnato profondamente la psiche di Willard (Bill Skarsgård): nel 1945, il giovane soldato fu scosso nel dover porre fine alla vita di un commilitone crocifisso dai giapponesi. Di ritorno dalla guerra, si innamora immediatamente di una cameriera (Haley Bennett), evento che lo spingerà a sposarla contravvenendo a quelli che sono i desideri della madre. La donna che lo ha messo al mondo, infatti, vorrebbe che lui sposasse la giovane Helen (Mia Wasikowska): una ragazza rimasta orfana e che successivamente sposerà il parroco della comunità in cui vivono.
Dall’unione del soldato e della cameriera nasce Arvin (Tom Holland), mentre Helen e il predicatore danno alla luce Leonor (Eliza Scanlen). La narrazione, quindi, si sposta nel 1965, quando Arvin e Lenora, ormai rimasti orfani, devono affrontare i demoni del loro passato e quelli che incontreranno nel loro cammino.
Il titolo stesso, “The Devil all the Time”, suggerisce una costante presenza del male, evidenziando come le azioni compiute in nome della fede possano nascondere un lato oscuro. La narrazione, infatti, si incentra proprio su questo tema: raffigurandola come tanto folle e cieca da spingere gli uomini a compiere atti assurdi.
Lenora, pur soffrendo per la perdita dei genitori, si aggrappa alla fede e cade vittima di un nuovo predicatore, interpretato da Robert Pattinson, che usa la religione come arma per dare sfogo alla propria personale perversione.
Allo stesso modo, Arvin diviene quasi un angelo vendicatore chiamato a compiere ciò che deve essere fatto per chiudere il cerchio e salvare ciò che gli è rimasto.
Ci sono altri simboli e scene che andrebbero approfonditi per poter comprendere al meglio le trame che il male può tessere. Destini e strade che si intrecciano in modo da poter spingere una riflessione profonda e attenta nello spettatore.
Gli uomini si muovono su percorsi inaspettati divenendo armi impotenti davanti a una sorta di predestinazione.
La ciclicità della pellicola viene chiusa all’interno delle debolezze egoiche umane, esattamente come nelle azioni che ne scaturiscono conseguenzialmente. La fede, se cieca, diviene un’arma di persuasione e di controllo, esattamente tanto quanto avviene con l’altra faccia della medaglia.
Gli uomini si muovono su percorsi inaspettati divenendo armi impotenti davanti a una sorta di predestinazione.
La ciclicità della pellicola viene chiusa all’interno delle debolezze egoiche umane, esattamente come nelle azioni che ne scaturiscono conseguenzialmente. La fede, se cieca, diviene un’arma di persuasione e di controllo, esattamente tanto quanto avviene con l’altra faccia della medaglia.
Questa è una pellicola che va vista proprio per la riflessione profonda che porta nello spettatore. Una lettura attenta che andrebbe esaminata anche con una doppia visione.
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