Cerchiamo di fare il punto della situazione illustrando pregi e difetti (assolutamente personali) del romanzo, insieme alle emozioni che ci hanno suscitato.
Il Capanno del Pastore è un romanzo crudo, diretto e senza troppi fronzoli o particolari ricerche stilistiche. Jaxie è un adolescente di un sobborgo australiano che vive le sue giornate tra le angherie e le botte di suo padre, da lui chiamato, in tono dispregiativo, "Il segaiolo".
Le violenze domestiche si fanno sempre più pressanti fino a quando il destino non scombina le carte del ragazzo. Un giorno qualsiasi tornato a casa da scuola, trova il corpo di suo padre schiacciato dall'automobile che cercava di riparare.
Nessun dolore o lutto per il protagonista che, in preda allo shock, decide di armarsi della pistola del padre e di strumenti di sopravvivenza per scappare verso un'altra cittadina parecchio lontana dalla sua.
L'obiettivo? Scappare con la sua amata Lee verso una non meglio specificata meta. Incamminandosi, Jaxie si troverà ben presto ad affrontare l'Outback australiano fatto di aree desertiche scarsamente popolate, animali selvatici e pericolosi, situazioni al limite e temperatura torride.
Stanco, sfiancato e in compagnia della sua solitudine Jaxie avrà modo di instaurare un fitto dialogo con sé stesso, lottando per sopravvivere e viaggiando tanto nei meandri del deserto australiano che negli spigoli bui dei suoi pensieri.
Sopravvissuto alle prime tremende notti, riuscendo a procacciarsi del cibo uccidendo canguri e altra selvaggina, si accorge presto di essere finito in una situazione più grande di lui.
Ecco quindi che scopre una sorta di fattoria in angolo nascosto del fogliame australiano. Salicornie, alberi di eucalipto e altre piante circondano un capanno dove vive un vecchio uomo.
Il rapporto tra i due sarà parecchio ambivalente e strano e non somiglia a nulla di già letto o visto. Non è un rapporto padre/figlio o maestro/allievo. Si tratta di una relazione fatta di alti e bassi tra due anime solitarie che, nella loro complessità, riescono a comprendersi.
Senza fare ulteriori spoiler possiamo solo dirvi che il romanzo riesce a farsi leggere con piacere, generando spesso momenti in cui vi accorgerete dell'ottima scrittura di Tim Winton per la sua capacità di delineare personaggi veri che riescono a farsi amare ma anche odiare e disprezzare.
Interrogarsi su concetti quali la volontà, il destino, l'amore e l'amicizia sarà una delle attività che vorrete fare dopo la lettura del libro, insieme alla riflessione generale sulla crescita.
In un certo senso, infatti, questa è una storia di formazione; atipica, certamente ma pur sempre una storia di formazione.
Jaxie è l'adolescente sprezzante all'ennesima potenza. Dice in faccia quello che pensa, è estremamente riflessivo e riempie i suoi discorsi di parolacce e insulti.
Dietro questa corazza, tuttavia, Tim Winton è riuscito a delineare e estroflettere le ansie e le paure tipiche dell'adolescenza senza scadere in un'opera dal sapore già provato.
Il vecchio Flintan, invece, sembra rappresentare i rimorsi che da anziani generano la saggezza e la calma in chi, in una vita dura, ha imparato ad apprezzarne le sfaccettature.
Ma questo è un romanzo perfetto? Beh, assolutamente no. Nonostante, a mio avviso, sia un libro di pregevole fattura, non è certo esente da difetti.
A voler essere pignoli l'autore, delle volte, ha calibrato male le fasi più crude e dirette con quelle più riflessive e profonde rischiando di sfociare in sorta di dissonanza che, ad alcuni lettori, potrebbe risultare quantomeno strana.
In conclusione se apprezzate i romanzi con una bella storia, con riflessioni importanti sulla vita e che non vogliano presentarsi come libri in grado di cambiare il mondo allora siete davanti alla vostra probabile nuova lettura.... Peccato per il finale forse troppo frettoloso.
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