Avevamo accennato alla mitologia legata a Marte nel culto latino quando avevamo affrontato la conoscenza della guerra. In quel caso era prettamente legata alla mitologia norrena e, in questi giorni, abbiamo anche trattato le rune associate alle figura di Tyr.
Come abbiamo avuto modo di vedere nei diversi articoli, la mitologia si insegue e si rincorre reinterpretandosi all’interno delle diverse culture e delle diverse società assumendo aspetti tanto associabili quanto dissimili.
Come abbiamo avuto modo di vedere nei diversi articoli, la mitologia si insegue e si rincorre reinterpretandosi all’interno delle diverse culture e delle diverse società assumendo aspetti tanto associabili quanto dissimili.
In questo modo, nascono le piccole disambiguazioni tre le diverse divinità e possiamo notare come ognuna di esse possa assumere dei significati legati più o meno alla maturità. Se, infatti, Tyr incarnava il guerriero pronto al sacrificio e l’uomo più maturo ed esperto sul campo di battaglia, Marte (così come il suo corrispettivo greco, Ares) incarnava gli aspetti più funesti e violenti della guerra. Aspetti intrinsecamente legati al fatto che rappresentasse la virtù e la forza della natura e della gioventù. Di conseguenza, ciò che ne emergeva erano caratteristiche più legate alla pratica militare e all’immaturità. Era spesso raffigurato con un elmo, una lancia e uno scudo, simboli della sua natura bellicosa e il suo culto aveva luogo soprattutto durante le guerre, quando i soldati romani cercavano la sua protezione prima di intraprendere una campagna militare. Ogni uccisione sul campo di battaglia, tutto il sangue versato, erano considerati come una sorta di tributo per chiedere la sua benevolenza.
Procedendo con ordine, in ogni caso, è necessario cercare di cogliere la vastità del culto legato a questa divinità. Marte, infatti, resta uno dei principali Dei appartenenti al Pantheon romano perché protettore del suo esercito. Possiamo evidenziare la sua importanza anche attraverso le diverse etimologie legate a lui, basti pensare agli astri che compongono la nostra Via Lattea, così come ai giorni della settimana o ai mesi dell’anno. A lui è dedicato il martedì, esattamente come è legato il terzo mese dell’anno ovvero Marzo.
Continuando a ripercorrere il mito romano, Marte era considerato padre del primo re Romolo ed era associato a fenomeni atmosferici come la tempesta e il fulmine. Con Quirino e Giove faceva parte della “Triade arcaica” che, su influsso della cultura etrusca, divenne costituita da Giove, Giunone e Minerva. Attraverso l’identificazione con la mitologia greca, nel corso delle espansioni del Romano Impero, venne considerato come figlio di Giunone e Giove.
Secondo alcuni storici, il mito di Marte era associato anche all’attività agraria, tesi che affondava le sue radici nel testo della preghiera “De agri cultura” di Catone. Ciò trova anche fondamento nella teoria di Georges Dumézil, uno studioso storico di religione, che rafforza il legame campestre sostenendo quanto il suo ruolo fosse quello di difensore armato dei campi da mali umani e soprannaturali.
Al contrario di quanto avvenne in altre culture, specie quella greca, per i romani questa divinità assunse un ruolo molto più importante. Il suo accoppiamento con la vestale Rea Silvia e la conseguente generazione di Romolo e Remo lo hanno trasformato in una sorta di patriarca della città di Roma. Era, infatti, considerato un conservatore, un padre e un vendicatore, ma anche un portatore di pace, un difensore e un vincitore.
La leggenda sulla sua nascita è riconducibile all’idea di una Giunone profondamente invidiosa del fatto che Giove avesse concepito Minerva senza la sua partecipazione. Chiedendo l’aiuto a Flora, che le indicò un fiore che cresceva nelle campagne in Etolia, la Dea riuscì a concepire da sola Marte. Venne allevato da Priapo, il quale gli insegnò l’arte della guerra. Questa leggenda lega il mito sia alla cultura ellenistica sia a quella norrena in quanto: nel primo caso, ricalchiamo la discendenza di Minerva e Giove; nel secondo, è stato testimoniato la nascita del dio dalla terra, esattamente come fu per Thor.
Come abbiamo avuto modo di accennare all’inizio di questo articolo, Marte è profondamente legato anche agli impulsi sessuali. Virtù, gioventù e potenza sono da sempre legati al suo mito tanto quanto questa divinità fu legata a Venere.Il legame con Venere aggiungeva un elemento di amore e passione alla sua figura, bilanciando la sua natura marziale. La leggenda vuole che dalla loro unione nacque Eros, il dio dell'amore.
Un altro interessante episodio collegato al suo culto e alla
sua relazione con il popolo romano ci riporta a Nerone, l’imperatore
che ha suscitato più scandali tra tutti i principi dell’impero. La storia narra
di un periodo a Roma in cui c’era una
fontana dedicata al padre di tutti i romani, oggetto di grande venerazione da
parte dei cittadini. Un giorno, improvvisamente, Nerone decise di fare un bagno
in questa fonte, commettendo così un sacrilegio agli occhi dell’intera
popolazione. Il
destino volle che subito dopo quel bagno, l’imperatore cominciasse ad accusare
problemi di salute, interpretati come una sorta di vendetta divina per il suo
gesto sacrilego.
Le feste a lui legate erano:
- Templum Martis apud Portam Capenam: si celebrava il 1 giugno in onore di Mars. Si ricordava la dedicatio del tempio di Marte presso Porta Capena all'inizio della via Appia.
- Templum Martis Ultoris in Capitolio: festa celebrata il 12 maggio. Anniversario della dedicatio del tempio di Mars Ultor sul colle Capitolium.
- Templum Martis Ultoris in Foro Augusti: festa celebrata il primo agosto. Anniversario della dedicatio del tempio di Mars Ultor nel Forum Augusti. Il tempio venne costruito dall'imperatore Augustus dopo la battaglia di Philippi.
- Ludi Martiales Circenses: Ludi celebrati il 12 maggio in onore del Dio Mars.
- October Equus: festa celebrata il 15 ottobre in onore di Mars, Dio della guerra. Corsa di carri. Veniva sacrificato il cavallo che correva all'esterno del carro del vincitore.
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