Oggi vi segnaliamo di un film che riteniamo un gioiello della cinematografia italiana recente. Parliamo di “Guarda in alto”, opera del giovane regista Fulvio Risuleo, presentato la prima volta nell’anno 2017.
Questa recensione è esente da spoiler, quindi potete proseguire la lettura anche se non avete ancora visto il film.
La peculiarità di questa pellicola è insita nelle scelte dell’ambientazione: vi sono poche scene ambientate al chiuso, mentre gran parte dell’azione avviene sui tetti di Roma.
“Guarda in alto” è un film che ben rappresenta quella dimensione urbana che nasconde un universo pieno di magia e stupore.
Non è un caso aver scelto proprio il tema dell’ambientazione Per descrivere il film.
Roma nel film sembra strettamente collegata dai tetti delle sue abitazioni, anzi, dai tetti sembra di vedere una Roma più fiabesca.
Non neghiamo che abbiamo sempre fantasticato sulle dimensioni inesplorate dell’urbano, e questo film appaga le nostre più recondite fantasie sulle molteplici prospettive riguardo l’esplorazione della città.
Possiamo definire questa pellicola come un film fantastico ambientato nella contemporaneità, non perché ci siano elementi magici all’interno della pellicola, ma perché riteniamo sia una favola che sa giocare con l’immaginazione dello spettatore, senza mai annoiare e tenendo sempre accesa la curiosità.
I tetti diventano così punti di accesso per giardini incantati e circoli esclusivi, lo scenario di un’avventura per chi vuole fuggire dalla routine.
Il film si apre con l’alba e termina con l’alba del giorno dopo, un’intera giornata nella quale il protagonista si lascia guidare dalla propria curiosità alla scoperta di una trama segreta che sviluppa nella dimensione urbana e si nasconde allo sguardo della moltitudine.
Abbiamo trovato molto originale l’esecuzione dell’idea, l’impatto visivo stimola l’immaginazione, trasformando i tetti in un luogo altro dove l’immaginario sembra diventare realtà.
Quella frattura presente tra cielo e terra sembra dissiparsi in un mondo dove la monotonia perde di significato, dove eventi implausibili generano nuove possibilità.
Teco, il protagonista, così compie una frattura nel quotidiano. Nei primi minuti del film, Teco decide di recarsi insieme ad altri suoi colleghi sul tetto del panificio in cui lavora. La scelta è dovuta a una semplice pausa sigaretta, ma Teco decide di assentarsi andando a indagare su un evento che ha suscitato la sua attenzione: un gabbiano che precipita sul tetto di un edificio.
Teco inizia la sua esplorazione, dando un taglio netto al suo quotidiano, immergendosi in un mondo altro che si disvelerà ai suoi occhi.
Da qui possiamo fornire ulteriori chiavi di lettura alla pellicola, anche sul versante metaforico dell’evasione della realtà. Il desiderio di uscire da uno schema, quello di ritrovarsi in un mondo stravagante dove non esistono più i limiti del quotidiano.
La voglia di dare fiato a un’immaginazione avvizzita per ravvivarla attraverso quelle stesse città che sembrano inscatolarci in edifici e routine.
Vi consigliamo caldamente la visione della pellicola. Oggi è possibile vedere “Guarda in alto” gratuitamente su RaiPlay, basta accedere con un account (la registrazione è senza costi).
E ricordate, siate curiosi. Cogliete sempre l’opportunità di vivere nuove avventure, sconfiggete quel timore che vi lega alla routine.
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