sabato 21 gennaio 2023

#Racconti: la morte dell'androide

Perché dare a creature artificiali la possibilità di provare emozioni? Un peccato bioetico, un atto contro natura... 

Quanto sadismo hanno gli uomini nel voler emulare il proprio creatore!

E perché io, creatura di silicio e circuiti, devo sentirmi adirato? Non c'è dubbio, corre l'anno 2859 gli androidi godono di pari diritti degli umani, ma forse è proprio questo il problema. 

Noi non dovremmo provare i sentimenti degli umani, non dovremmo provare la loro sofferenza. 

Viviamo, amiamo, soffriamo... Ma non l'ho scelto io, a che serve provare tutto ciò? 

E me ne rendo conto ora che il mio supporto fisico si sta deteriorando, ora che posso andare in cortocircuito da un momento all'altro. 

È come la morte per gli umani, non si può sapere quando ma so che avverrà, sento che accadrà a breve. 

Che crudeltà gli umani! Che bisogno avevano di darmi anche il loro timore della morte? 

E se gli umani possono consolarsi quando dicono di avere un'anima... cos'ho io?


"Vivida disperazione sull'orlo della mia vita anonima:

sono un essere sintetico dalle umane sembianze

e sto per morire credendo d'esser senz'anima,

la più triste tra tutte le presunte mancanze".



"Destinato a decadere per sempre nel nulla,

per me né paradiso e né reincarnazione:

la mia tomba non diverrà la mia culla,

non proverò mai più nessuna emozione".



"Programmato per una realtà scolorita

ho raccolto solo esperienze distorte,

avete simulato in me il fardello della vita

senza avermi donato la pace della morte".


(Gianluca Boncaldo, "La morte dell'androide")

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