"Too Much of Heaven" è un brano degli Eiffel 65 pubblicato per la prima volta nel 1999 all'interno dell'album Europop. In seguito è stato ripubblicato come singolo nel 2000.
Il brano è molto in linea con le sonorità Eurodance dell'epoca, infatti non ci sorprende vedere come gli Eiffel 65 fecero la storia della musica elettronica di quel periodo.
Dovevamo scrivere da tanto questo articolo, ma ci siamo convinti quando abbiamo sentito più volte in radio la nuova versione presentata dai Boomdabash. Non neghiamo di essere alquanto delusi da questa riproposizione del singolo, e non è di certo perché difendiamo a spada tratta l'originale osteggiando ogni forma di remix o remake.
Partiamo da un fatto importantissimo: il testo!
Senza voler offendere il lavoro e la creatività di nessuno, ci sentiamo in dovere di dire che il testo della nuova versione è alquanto banale se confrontato con la precedente. Una canzone dal significato spirituale è stata trasformata in una canzone su "l'amore un po' tossico".
Non c'è neanche bisogno di parlarne del testo già stantio della nuova versione, ciò che potrei dire sarei capace di dirlo su una miriade di canzoni di cui il mercato musicale è più che saturo. Niente di innovativo.
Parliamo piuttosto della versione originale del brano: questa vanta di essere una canzone dance con un testo ben strutturato dal significato chiaro e allo stesso tempo profondo.
"Too much of heaven,
can bring you underground"
(troppo paradiso
può trascinarti all'inferno)
Questa frasi, incisive e dirette, toccano direttamente il nostro stile di vita e la nostra quotidianità. Sentirla in una canzone dance fa un effetto molto strano. "Heaven" qui è una metafora per indicare la ricchezza fine a se stessa, l'accumulo di lusso e denaro a scapito degli altri. Un progressivo isolamento dell'uomo verso il dio denaro che lo allontana da relazioni sane con i propri simili.
"Too much of heaven,
a life and soul hell bound.
Heaven, the killer makes no sound."
(troppo paradiso,
vita e anima destinate all'inferno.
Il paradiso, l'assassino che non fa rumore)
Un pensiero che lascia trasalire inquietudini e riflessioni, quello di un apparente paradiso che ti porta "all'inferno" (ricordiamo, come facciamo sempre in questo blog, che l'inferno è una condizione dello spirito). Il controsenso di un benessere che crea sofferenza, un benessere che coltiva i vizi recidendo legami sani.
"Let me tell you what it's all about,
It's called money dependence today,
And people just keep on going on
Looking at the dollar bill,
And nothing else around them.
No love, no friendship, nothing else,
Just the dollar bill coming on into their pocket,
Into their account,
And that's too much of heaven
Bringing them underground".
(Lascia che ti dica di cosa si tratta,
oggi è chiamata dipendenza da denaro
e le persone continuano
a guardare solo la banconota
e nient'altro intorno a loro.
Niente amore, niente amicizia, nient'altro,
solo la banconota che va nelle loro tasche
e nel loro conto in banca,
e questo è troppo paradiso
che li trascina all'inferno).
La tendenza all'accumulo del capitale è ancora più che attuale al giorno d'oggi. Attenzione comunque: vogliamo ribadire che qui non si sta demonizzando il denaro, bensì si cerca di riflettere su quanto il denaro debba rimanere un mezzo piuttosto che un fine. Quando l'accumulo e il lavoro iniziano a venire prima delle nostre esigenze di socialità, dovrebbe scattarci un campanello d'allarme. Forse, arrivati a quel momento, non stiamo più vivendo la vita al meglio, ma abbiamo affidato il nostro scopo e la nostra felicità a un feticcio (il denaro). Le tendenze del mondo contemporaneo rendono sempre più difficile andare al di là di questa idolatria, ma una volta superata, sono convinto che potremmo vivere meglio.
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