Oggi vi parliamo di un quartiere limitrofo all’Eur, quello Giuliano-Dalmata. Ovviamente, se non l’avete già fatto, vi consigliamo anche la lettura dell’articolo su Trieste.
Situato tra la città militare Cecchignola e l’Eur (più precisamente la zona delle Tre Fontane), questo quartiere è stato edificato originariamente per dare casa agli operai che stavano lavorando al progetto dell’E42, per l’esposizione universale del 1942, poi annullata a causa del secondo conflitto mondiale. Al tempo, infatti, la zona era chiamata Villaggio Operaio E42. Con lo scoppio della guerra e il progetto fermo, le case vennero del tutto abbandonate dagli operai, per essere utilizzate nuovamente dai soldati anglo-americani durante la liberazione.
Come già accennato sull’articolo dedicato a Trieste, dopo la Seconda Guerra Mondiale, la zona del Friuli-Venezia Giulia subì delle divisioni, e i continui conflitti tra i cittadini, portarono all’orrore delle foibe. L’amministrazione jugoslava, infatti, cominciò a eliminare o condurre nei campi di sterminio qualsiasi persona potesse essere un potenziale pericolo, o semplicemente si identificasse nell’etnia italiana. I cittadini italiani, così, furono costretti a lasciare le proprie abitazioni e andare in altre regioni. Nel 1947 le prime dodici famiglie di profughi giuliani presero casa proprio nel quartiere abbandonato, rinominando il Villaggio lasciato deserto in Villaggio Giuliano.
Dopo una ristrutturazione totale delle case, le più grandi divise per accogliere più persone possibili, il 7 novembre 1948 ci fu l’inaugurazione ufficiale del Villaggio. In quello stesso giorno si sposarono Armando Chioggia, nato a Fiume, e Fernanda Tombesi, nata a Roma. Quel matrimonio fu come un simbolo, sancì infatti l’unione tra i profughi e la città di Roma. Da quel momento in poi, furono in molti quelli che riuscirono a scappare dalla violenza e dall’orrore delle foibe, tanto che nel 1955 il quartiere cambiò nome, divenendo Giuliano-Dalmata.
È solo nel 2004 che viene istituito il Giorno del Ricordo (10 febbraio), forse ancora oggi poco celebrato a livello nazionale. Il 10 febbraio 2008, a pochi metri dall’uscita della metro B Laurentina, venne inaugurato un altro monumento alle vittime delle foibe, con la dedica:
“Ai martiri dell’Istria, della Venezia-Giulia e di Fiume, del mare di Dalmazia, infoibati e annegati per amore della libertà e dell’Italia (1943/1947). La Regione Lazio, la città di Roma e la comunità giuliano-dalmata esule, a perenne ricordo. Roma, 10 febbraio 2008.”
Nel quartiere sono presenti due importantissimi musei: l’Archivio museo storico di Fiume e il Museo storico della motorizzazione militare. Anche questo quartiere, come quasi tutti a Roma, è stato utilizzato come set a cielo aperto per diversi film. Citiamo Il commissario (1962), di Alberto Sordi, Borotalco (1982) di Carlo Verdone, 7 chili in 7 giorni (1986) di Luca Verdone e Da grande (1987) di Franco Amurri.
Una delle urne contenenti le ceneri di San Giuseppe Copertino, è presente nella parrocchia di San Giuseppe da Copertino, su via dei Genieri. Le altre due sono situate nella Basilica di San Giuseppe da Copertino a Osimo, e nel Santuario di San Giuseppe da Copertino, a Copertino.
Se siete curiosi di visitarlo, vi basta scendere alla fermata metro della linea B Laurentina.
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